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28. 03. 2024 12:51

Ricorso al Tar sulla zona rossa, il giorno dell’udienza: Fontana non molla

Oggi l'udienza al Tar: se la Lombardia avrà ragione potrebbe essere messo in discussione l'intero sistema di monitoraggio del paese

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È sempre più scontro tra Regione e Governo. Ieri il ministro della Salute Roberto Speranza ha dichiarato la sua indisponibilità a qualunque accordo con la Lombardia: a suo parere la zona rossa dovrà durare 15 giorni perché fondata su dati scientifici. Non sono della stessa opinione dal Pirellone che martedì scorso hanno deposito un ricorso di ben 23 pagine al Tar. Oggi ci sarà l’udienza e con molta probabilità prima della fine della settimana il giudice monocratico emetterà il verdetto.

Ricorso. Nel ricorso di 23 pagine depositato martedì al Tar del Lazio, la Regione Lombardia chiede di annullare, «anche nelle forme del decreto presidenziale», tre provvedimenti: l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza del 16 gennaio che applica al territorio le restrizioni da zona rossa, il Dpcm del 14 gennaio nella parte in cui definisce i criteri per la classificazione e il decreto ministeriale del 30 aprile 2020 sui criteri dell’attività di monitoraggio.

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Se il Tar darà ragione alla Lombardia si creerà un precedente che potrebbere mettere in discussione l’intero monitoraggio della situazione epidemiologica: ogni Regione potrebbe chiedere l’applicazione di parametri di valutazione differenti.

«Le nuove misure disposte sono illegittime e costituiscono un vulnus gravissimo (ed ingiustificato) al tessuto economico, sociale e produttivo della Regione — si legge nel ricorso depositato dagli avvocati di Fontana —: la classificazione in zona rossa preclude infatti, come noto, lo svolgimento di una vastissima platea di attività economiche ritenute non essenziali, oltre a limitare ulteriormente la possibilità di movimento dei cittadini e la fruizione del servizio scolastico. Incredibilmente il dato dell’incidenza settimanale (nuovi contagi ogni 100mila abitanti) non assume alcun rilievo, o comunque, assume un rilievo del tutto recessivo rispetto all’indice di trasmissibilità Rt».

Soffermandosi sull’incidenza settimanale la Lombardia, con 133 casi, è al di sotto della media italiana e lontanissima da Regioni come il Veneto (365,6). Eppure, come scrivono nel ricorso, «sulla classificazione ha influito in modo pressoché esclusivo il dato dell’Rt».

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