Nel consueto messaggio mattutino rivolto ai milanesi, il sindaco Sala è tornato a parlare della fase 2 e della situazione epidemiologica in città.
Impegno comune. «C’è un dopo e bisogna pensarci adesso», così il primo cittadino prende a prestito una frase di Mario Draghi per rivolgersi ai propri concittadini. La deadline del 4 maggio si avvicina sempre più, ma ci sono ancora alcune incertezze su come sarà la Milano post quarantena. «Bisogna lavorare e pianificare per non farsi cogliere impreparati – ha dichiarato Sala -. Stiamo lavorando per preparare la città alla riapertura».
Per trovarsi pronti però all’appuntamento con la fase 2 è necessario uno sforzo comune. «Milano non è un’unica macchina: non si inserisce una chiave e si accende – ha aggiunto il Sindaco -. Siamo tanti motori e dobbiamo viaggiare insieme per funzionare al meglio».
Contagi. Sul fronte medico invece giungono alcune notizie positive e altre negative. «Gli ospedali sono meno in tensione – indica il sindaco tra le note liete -. Abbiamo oggettivamente aumentato la capacità delle terapie intensive e anche i medici di base sono riusciti a mettere a punto modalità per aiutare tutti da casa».
L’elemento che desta maggiore preoccupazione resta il numero dei contagi. «Leggo dati che parlano di 7116 contagiati – ha aggiunto Sala -. Poi invece alcuni esperti, come lo stimato Carlo La Vecchia dell’Università Statale, indicano i contagi in Lombardia tra i 150 mila e i 300 mila».
Il sindaco chiede chiarezza direttamente al governatore della regione: «Chiedo a Fontana da dove nascono questi numeri. Quello che voglio assicurare ai cittadini è semplicemente la verità»