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11. 10. 2024 01:05

Su San Siro una commedia all’italiana: la strategia (fallimentare) di Sala riporta Milano al 2019

I tentativi di trovare una soluzione diversa si sono rivelati un esercizio di pura retorica politica: game over, il tempo è finito

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“Noi siamo gli intoccabili, e voi c’avete rotto. Voi vi chiamate grandi ma vi pisciate sotto e quello che ci dite a casa e alla tivù. C’avete rotto non ne possiamo più”… cantavano in sella alle loro bici i protagonisti di “Ci hai rotto papà“, storico film degli anni Novanta. Un motivetto rimasto in testa a tanti della mia generazione. Sentendo le ultime vicende della questione San Siro mi è tornato in mente in automatico.

La commedia all’italiana su San Siro

“C’avete rotto” è il ritornello che mi risuona in testa ogni volta che sento parlare della questione San Siro. In questi anni di cronaca quotidiana sul futuro della Scala del Calcio ne ho sentite e risentite. L’epopea di San Siro continua a trascinarsi come una commedia all’italiana, con trame intricate e un finale ampiamente prevedibile: lo stadio di Milano non può essere ristrutturato.

Eppure, siamo tornati esattamente al punto di partenza, a quel 2019 in cui, dopo anni di dibattiti e studi tecnici, si era ormai giunti alla consapevolezza che il destino della “Scala del Calcio” era segnato. Da allora, i tentativi di trovare una soluzione diversa si sono rivelati un esercizio di pura retorica politica. Il Sindaco Beppe Sala, in una delle sue recenti dichiarazioni, ha affermato che Milan e Inter starebbero valutando la possibilità di costruire un nuovo stadio accanto a San Siro. Una strategia che, nella migliore delle ipotesi, appare già fuori tempo massimo.

San Siro
San Siro

San Siro non può essere ristrutturato

La realtà dei fatti racconta tutt’altro: il Milan ha già individuato un’area a San Donato, lontano dalla storia di San Siro e dal cuore della città, mentre l’Inter sembra puntare su Rozzano, in linea con l’idea di un nuovo impianto fuori dai confini del centro milanese. Due club, quindi, che hanno scelto di voltare pagina, lasciando dietro di sé anni di incertezze e burocrazie.

In tutto questo, si inserisce la critica di Barbara Berlusconi, che non ha usato mezzi termini nel condannare la gestione della vicenda da parte del primo cittadino. «Non c’è stata una visione strategica», è stato il succo delle sue parole, e come darle torto? Lo stallo in cui ci si trova oggi è il frutto di scelte rimandate, di promesse non mantenute e di una narrazione che, a tratti, è sembrata più una recita mal scritta che un vero e proprio piano di sviluppo per la città.

La commedia all’italiana su San Siro ha dunque toccato il suo atto finale. E, a conti fatti, Barbara Berlusconi ha ragione. Su questo tema, il Sindaco di Milano ha fallito. L’incapacità di risolvere la questione ha riportato la città indietro di anni, a quel 2019 in cui tutto era già stato chiaro, ma nessuno aveva avuto il coraggio di fare i conti con la realtà. Nel frattempo, Milano ha perso tempo prezioso, tra retorica e tentennamenti, lasciando che il futuro di uno dei suoi simboli restasse intrappolato in un passato senza prospettive.

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