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24. 04. 2024 00:39

Sicurezza a Milano? Non è il Bronx, ma manca il pensiero politico

Milano-Cortina, per ora, è un'occasione persa

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Il dibattito finalmente è aperto, dopo anni in cui solo pensare di mettere in dubbio il “modello Milano” sembrava lesa maestà. Certo, la piega “securitaria” che la discussione sulla città ha preso è pericolosa e rischia di sviarci dal centro dei problemi. Chiariamolo, sulla sicurezza a Milano: non è il “Bronx”, i tassi di omicidi e crimini violenti sono molto sotto la media di città internazionali, soprattutto americane ma anche europee.

Sicurezza a Milano? Non è il centro del problema

È invece cresciuto – e questo va rilevato – un senso di insicurezza per quanto riguarda la microcriminalità e il disagio giovanile (domanda: forse c’entra anche l’amplificazione “social”?). C’è poi una presa di coscienza, finalmente, sulle gravi diseguaglianze e sulla difficoltà per le classi medio-basse di vivere in città: costo della vita, tema della casa, servizi alle persone.

In questo quadro, ecco l’occasione perduta. Milano ospiterà i Giochi olimpici invernali del 2026. Un momento storico, l’opportunità per costruire e realizzare un’Olimpiade “sociale”, mettendo al centro di tutto la sostenibilità, la solidarietà, la creazione di nuove opportunità. Ebbene, finora Milano-Cortina è stata trattata come un aspetto burocratico-amministrativo, senza un’idea di città futura alla base, senza usare una potente leva per trasformare la città in una comunità più accogliente e più giusta.

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In questo si inserisce il “problema dei problemi”: la politica, a Milano, ha smesso di volare alto, di produrre pensiero oltre i meri numeri da “amministrazione di condominio”, oltre il burocratese da giunta. «Ogni città prende forma dal deserto a cui si oppone», scriveva Italo Calvino: il deserto che ha di fronte Milano – e che purtroppo avanza sempre di più – è la mancanza di pensiero politico, soffocato dai luoghi comuni.

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