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19. 04. 2024 01:46

Streaming: Milano riscopre la cultura in digitale, soluzione sostenibile? Pro e contro

Cinema, musei, teatri scoprono (o riscoprono) il “virtuale”: la tecnologia può aiutare a contrastare l’emergenza o, in questo caso, rischia di far affondare la cultura?

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Emergenza sanitaria e cultura, due mondi che a Milano provano a non elidersi, sebbene, oltre alle scuole, anche università, musei, cinema e teatri meneghini abbiano dovuto (e debbano ancora) chiudere le proprie porte al pubblico. Una soluzione? Provare ad entrarvi virtualmente grazie allo streaming.

 

Soluzioni. La cultura milanese, insomma, non si è totalmente fermata. E continuerà a non farlo. In prima linea la Cineteca di Milano, che permette di accedere da casa al catalogo della Fondazione, grazie al servizio streaming della Videoteca di Morando (info allo 02.87.24.21.14). Le sale del MIC di viale Fulvio Testi, della Biblioteca di Morando di via Tofane e dell’Area Metropolis 2.0 di via Oslavia a Paderno, tutte gestite da Cineteca, hanno dovuto chiudere per rispettare l’ordinanza, ma si è sopperito con le attività di streaming della videoteca. Il progetto è stato inaugurato lo scorso settembre, ma in questo periodo Cineteca ha deciso di rilanciare l’accesso per gli utenti ad una vasta library di film, consultabili anche da casa grazie al servizio di streaming online. Nel catalogo (accessibile da cinetecamilano.it/biblioteca) sono presenti più di 500 titoli: «Vengono, così, svelati i materiali del primo archivio storico italiano», sottolinea Matteo Pavesi, direttore della Cineteca di Milano.

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Streaming per la Cineteca, l’intervista con Matteo Pavesi

Pavesi, in che cosa consiste la proposta e come funziona il sito?
«Accedendo al sito, nella pagina dedicata alla Biblioteca di Morando, è possibile accedere alla Videoteca. È sufficiente effettuare la registrazione per scoprire un mondo di materiali filmici unici e di inestimabile valore».

Come si sviluppa il progetto della biblioteca?
«È un grande database di catalogazione capace di incrociare materiali filmici, fotografici e librari dedicati al mondo del cinema, con lo scopo di custodire al meglio questi materiali e di metterli a disposizione della consultazione al pubblico».

Quante visite avete ricevuto in questo periodo?
«Le registrazioni sono aumentate esponenzialmente in questi giorni: contiamo 20mila utenti registrati alla piattaforma e picchi di visualizzazioni del nostro sito di circa 55mila utenti».

Cosa si può fare a Milano quando cinema e musei sono chiusi, per non perdere il contatto con la cultura?
«Ovviamente il primo consiglio è quello di tuffarsi nello streaming della Cineteca, ma il secondo è di camminare per la città e guardare dall’esterno le bellezze architettoniche e i luoghi che normalmente visitiamo solo dall’interno e rimanerne affascinati».

Servirebbe un museo che racconti la città…
«Non esiste, è vero. Ma la Cineteca conserva centinaia di metri di pellicola che raccontano la storia di Milano dalla fine dell’Ottocento a oggi, per cui, anche se in modo immateriale, possiamo pensare che l’archivio sia un museo sulla città di Milano, sulla sua memoria, di grande impatto emotivo e storico. E questo i milanesi potrebbero scoprilo dallo streaming».

 

Ci vediamo online

 

politecnico
politecnico

Politecnico
A causa dell’emergenza Covid19, il Politecnico dalla giornata di oggi ha attivato i corsi online. Il semestre è stato avviato in modalità a distanza. Tutto ciò per ridurre gli impatti che questo periodo può avere sugli studenti. In questa prima fase vengono attivati dieci corsi di studio che coinvolgeranno oltre 2.000 studenti e 120 docenti. I docenti sono già stati formati sull’utilizzo dello strumento che supporterà l’erogazione dei corsi. Per ogni insegnamento è stata creata una “classe virtuale” a cui possono accedere gli studenti.

Indirizzo: Piazza Leonardo da Vinci, 32

Telefono: 02 23991

Sito: polimi.it

 

pinacoteca di brera
pinacoteca di brera

Pinacoteca di Brera
Anche la Pinacoteca di Brera ha risposto al virus con l’online. Oltre ai tour virtuali del museo, la Pinacoteca ha proposto delle pillole culturali sui social, dal titolo Appunti per una resistenza culturale. Questo per mantenere viva la curiosità e la vivacità artistica milanese anche nel periodo di fermo. Ad annunciarlo su Facebook è stato lo stesso direttore James Bradburne. Così gli esperti della Pinacoteca hanno raccontato le opere d’arte presenti nelle sale del museo, sotto l’hashtag #resistenzaculturale.

Indirizzo: Via Brera, 28

Telefono: 02 72263 230

Sito: pinacotecabrera.org

 

iulm
iulm

Iulm
Dallo Iulm fanno sapere che si sono già attivati per contenere l’emergenza e per avviare le misure precauzionali anche questa settimana. All’università, dove le lezioni sono state sospese fino al prossimo 7 marzo, verrà garantito un piano per il regolare svolgimento dell’anno accademico, a partire proprio dai contenuti online. I docenti stanno sperimentando forme di didattica online. E dal 9 marzo, se l’emergenza dovesse ulteriormente protrarsi, le lezioni verranno erogate da remoto. In più, i ragazzi di Radio Iulm con il format Quarantenna hanno seguito in diretta l’evolversi della situazione.

Indirizzo: Via Carlo Bo, 1

Telefono: 02 891411

Sito: iulm.it

 

triennale
triennale

Triennale
Raggiungere il pubblico a distanza per far fronte così all’emergenza coronavirus (ma non solo) senza dover chiudere veramente le porte del Palazzo dell’Arte. Alla Triennale l’idea prosegue e si amplia. Da mercoledì andrà in streaming e diventerà una sorta di istituzione culturale 3.0. Diretta online e programmi in streaming: mercoledì Stefano Boeri ha invitato curatori e intellettuali che suggeriranno spunti per orientare il tema della prossima XXIII Esposizione Internazionale. L’evento sarà in diretta streaming alle 18.30 sui canali Facebook e YouTube.

Indirizzo: Viale Emilio Alemagna, 6

Telefono: 02 72434258

Sito: triennale.org

 

museo della scienza
museo della scienza

Museo della Scienza e della Tecnologia
Nonostante Milano si sia fermata, il museo ha continuato a dialogare con il pubblico, con #storieaportechiuse. Un format digitale pensato per raccontare ai visitatori, nel periodo di chiusura, i segreti del museo. Il progetto, attivato pochi giorni fa, racconta le collezioni attraverso le parole dei curatori e del direttore, che accompagnano virtualmente i visitatori alla scoperta delle esposizioni con visite guidate online e risponderanno alle domande durante dirette streaming interattive. Il format rimarrà anche in seguito con un appuntamento fisso tutti i lunedì.

Indirizzo: Via San Vittore, 21

Telefono: 02 485551

Sito: museoscienza.org

 

Teatri in streaming: sì o no?

di Ivan Filannino

«Finirà per morire»

Emanuele Aldrovandi, drammaturgo

«Da spettatore, non amo guardare spettacoli in streaming a meno che non debba farlo per lavoro. Credo che l’unica arma che il teatro abbia in più rispetto al cinema e alle serie tv sia proprio il suo essere dal vivo.

Emanuele Aldrovandi - streaming
Emanuele Aldrovandi – streaming

Capisco che in questo momento ci sia un’emergenza e questa può essere una soluzione tampone, ma in generale non la ritengo una grande idea, può essere utile solo per operatori e addetti ai lavori. Io stesso purtroppo ho visto saltare il debutto del mio nuovo spettacolo Farfalle. Il teatro in streaming non riuscirà mai a rivaleggiare con le altre proposte che ci sono online e finirà per morire. Questo perché il teatro dovrebbe andare all’opposto della digitalizzazione. La sua forza è proprio nell’essere irripetibile. Se non sei lì, te lo perdi per sempre. In un mondo in cui online puoi trovare tutto, il teatro dovrebbe essere una cosa che ti obbliga ad uscire. Che ti obbliga alla socialità».

 

«Resistenza culturale»

Monica Faggiani, attrice

«In questo momento il teatro in streaming è una forma di resistenza culturale che condivido fortemente. Più che pubblicare video di spettacoli già registrati preferirei vedere una vera e propria diretta, magari anche delle compagnie in prova.

Monica Faggiani - streaming
Monica Faggiani – streaming

Bisogna usare lo streaming come forma di resistenza per portare la cultura nelle case della gente. In questo modo si dimostra che il teatro è ancora vivo e sta resistendo a questo periodo cupo. In passato ho avuto un’esperienza di streaming tramite il circuito DirettamenteinScena, format che mostrava i primi 20 minuti di spettacolo.
È bello perché c’è una condivisione immediata con tanto di commenti in diretta. Preferisco il teatro dal vivo col pubblico, però la forma in streaming può offrire un nuovo canale di promozione e comunicazione. Noi teatranti dobbiamo svegliarci e capire che serve un modo nuovo e accattivante per avvicinare il pubblico».

In breve

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