Lodi, serve sempre la tragedia per tornare a parlare di sicurezza?

Dopo la tragedia di Lodi, la nostra inchiesta sulla sicurezza dei binari
Dopo la tragedia di Lodi, la nostra inchiesta sulla sicurezza dei binari

Il pensiero è andato subito a quella mattina del 25 gennaio di due anni quando sulla ferrovia Milano-Venezia il treno regionale 10452 di Trenord, carico di pendolari, proveniente da Cremona e diretto a Milano Porta Garibaldi, deragliò poco dopo essere uscito dalla stazione di Pioltello-Limito.

 

Allora le vittime furono tre e 46 i feriti. Giovedì scorso l’incidente è accaduto qualche chilometro più a est, nei pressi di Ospedaletto Lodigiano, dove il treno Frecciarossa Av 9595 Milano-Salerno è deragliato sulla linea alta velocità con un bilancio di due i morti, entrambi ferrovieri, e 31 i feriti.

Standard. Stavolta, però, al lutto si è aggiunto anche un brivido dovuto al fatto che il trasporto dell’alta velocità possiede i più elevati standard tecnologici. I binari, le linee di alimentazione, le tecnologie di comunicazione, di segnalazione e gestione del traffico, le stesse stazioni sono il portato più avanzato del trasporto su rotaia. Si spiega così lo sconcerto che ha caratterizzato tutte le reazioni a caldo.

Le ipotesi sulle cause del disastro hanno da subito escluso il treno per concentrarsi sulle infrastrutture. E si è iniziato a parlare di errore umano. A fare deragliare il treno sembra sia stato un deviatoio, il sistema che permette al treno di deviare il proprio percorso dal tracciato principale a uno alternativo: sarebbe stato lasciato sulla deviazione, quando avrebbe dovuto essere stato in posizione normale per il tracciato principale. Di conseguenza mentre viaggiava a circa 300 chilometri orari il treno ha deviato verso sinistra lungo una deviazione che conduce a un deposito dei mezzi di manutenzione. Sono indagati cinque operai di Piacenza che hanno svolto un intervento di manutenzione ordinaria.

I tecnici e gli investigatori dovranno chiarire perché il sistema di rilevamento abbia ricevuto una segnalazione di binari per “dritto” e non di “svio”, che avrebbe fermato il treno prima. Lo scambio – il cosiddetto punto zero – avrebbe dovuto infatti avere gli aghi dei binari posizionati sul corretto tracciato e invece li aveva posizionati in svio a sinistra. A contatto con lo scambio la carrozza è decollata fuori dai binari. Per i cinque operai le ipotesi di reato sono di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo. Sabato sono iniziati gli interrogatori nella Procura di Lodi, titolare dell’inchiesta. Sempre sabato è stata effettuata l’autopsia dei due macchinisti.

Disagi. Possibile che ci siano ancora ripercussioni sul calendario delle corse. RFI e Trenord hanno messo a punto il programma di servizio per fluidificare la circolazione ferroviaria in ingresso e in uscita da Milano Centrale e nel lodigiano, a causa dell’indisponibilità dei binari dell’Alta Velocità tra Milano e Piacenza.

Dopo la tragedia di Lodi, la nostra inchiesta sulla sicurezza dei binari
Dopo la tragedia di Lodi, la nostra inchiesta sulla sicurezza dei binari

Domani. Da segnalare, infine, che il Consiglio Regionale Lombardo domani si aprirà alle 10.00 con un minuto di silenzio in memoria dei due dipendenti delle ferrovie, Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo, deceduti nell’incidente di giovedì scorso. Il tema della sicurezza nei treni tornerà caldo al Pirellone, coi pendolari che già il giorno dopo la tragedia hanno espresso, tramite i comitati di viaggiatori tra cui quello di Bergamo, quello di Romano di Lombardia e quello della Bassa bergamasca, il loro malessere con un documento in cui hanno rivolto un nuovo appello alla politica chiedendo urgentemente più investimenti sulla rete ferroviaria.