Negli ultimi due mesi segnati dalla pandemia oltre 300 detenuti in Lombardia hanno potuto usufruire dell’affidamento in prova ai servizi sociali. Tali misure hanno subito un incremento proprio per evitare casi di sovraffollamento nelle strutture penitenziarie.«L’emergenza Covid – ha raccontato Severina Panarello, direttore dell’Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna di Milano – ha dato un’accelerazione su questi provvedimenti».
Fondi per i detenuti. La direzione generale dell’esecuzione penale sta cercando di realizzare dei progetti di housing sociale, in cui inserire tutti quei detenuti che possono accedere alla detenzione domiciliare, ma sprovvisti di un’abitazione. A riguardo sono stati stanziati in Lombardia alcuni fondi mirati.«Si tratta di 78 mila euro che permetteranno di fare 21 accoglienze di 6 mesi e i domicili sono già disponibili – ha confermato Panarello -. Una goccia rispetto all’esigenza lombarda ma è un segnale di inizio e a breve vogliamo arrivare a selezionare questi detenuti che dovranno fare prima il tampone per il Covid».
Dal Comune. Palazzo Marino ha dato la propria disponibilità ad accogliere una ventina di detenuti che sconteranno la pena domiciliare in alloggi di proprietà comunale. L’ amministrazione però vorrebbe una collaborazione che coinvolgesse più comuni nella regione per gestire al meglio il flusso dei detenuti domiciliari.«Il provvedimento va spalmato su base regionale – ha dichiarato l’assessore Rabaiotti – ed è per questo che abbiamo suggerito al Tribunale di Sorveglianza di interloquire anche con la Regione perché tutti devono fare la loro parte per evitare situazioni che poi magari è complicato gestire».
