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29. 03. 2024 06:20

«5G e coronavirus? Tutto falso»

Quarantena e traffico internet: le risposte a chi teme un crash dei server. Joy Marino, presidente di MIX: «Dare sempre le migliori prestazioni a tutti»

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Più di un terabyte per secondo. È questo il record di traffico dati riscontrato dalla seconda metà di marzo in avanti. La quarantena 2020 dei milanesi è tecnologica tra smart working, lezioni in streaming e dirette sui social.

 

 

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Ma le voci di un possibile rischio crash dei server hanno messo tutti in allarme. Ne abbiamo parlato con Joy Marino, presidente di MIX, campus tecnologico di via Caldera e principale punto di interscambio di reti internet italiano.

Dall’inizio della quarantena c’è stato un incremento del traffico dati su Milano?
«Più che un incremento, quello che salta agli occhi è un drastico cambiamento del traffico internet, dei flussi e degli orari. Prima c’era soprattutto un picco serale molto netto costituito dai flussi di video generati dalle principali piattaforme di contenuti (film, serie tv, sport, ndr) che viaggiavano sulle reti degli operatori per poi entrare nelle case di tutti gli italiani. Da allora, il traffico durante il giorno è salito agli stessi livelli del picco serale ma, soprattutto si vedono flussi di traffico considerevoli nella direzione che prima era meno utilizzata: flussi che escono dalle case per andare verso internet».

Ovvero?
«È aumentato il traffico degli utenti privati rispetto al traffico delle imprese, delle scuole e delle università, diminuito in qualche caso anche del 50%».

E per quanto riguarda le videochiamate?
«Non è possibile individuare esattamente il flusso generato da un particolare tipo di servizio, ma qualcosa si può stimare: intanto buona parte dei flussi di bit che escono da casa nostra sono videochiamate poiché tutto il resto del traffico che produciamo ha un volume molto più piccolo. Sapendo dove questo traffico viene scambiato e con quali operatori, possiamo confermare che vi è stato un notevole aumento nelle ore diurne, ad indicare soprattutto che si tratta di videochiamate».

Quanto incidono sul traffico dati?
«Vorrei fare una premessa: le connessioni casalinghe, alcune più altre meno, sono tutte asimmetriche. Il traffico in entrata solitamente è più alto del traffico in uscita. Questo vuol dire che una rete dimensionata, per funzionare bene allo scopo di vedere film e partite di calcio online, non avrà troppi problemi a gestire i flussi di traffico in uscita verso le reti degli operatori come Microsoft o Google. Se parliamo, invece, dei server dove vengono gestiti i servizi di videoconferenza, qualche problema può nascere. Anche se è da escludere la possibilità di una rottura dovuta al troppo carico».

Quindi esiste un rischio crash dei server?
«No. E le spiego perché».

Prego.
«I server dei servizi internet, grazie alla tecnologia Cloud, ormai funzionano un po’ come le centrali elettriche: sono distribuiti tra diverse “centrali”, tutte collegate a internet, che si ripartiscono il “carico” tra loro in modo simile alla distribuzione dell’energia elettrica o del gas. Quando il carico comincia a salire troppo, intervengono sistemi automatici o umani per riuscire a pareggiare l’accresciuta domanda».

In che modo?
«Se il carico continua ad aumentare, basta continuare ad accendere nuovi server: qualche rallentamento si può verificare, ma è interesse dei fornitori di servizio dare sempre le migliori prestazioni a tutti».

Nel caso del sito INPS, cosa crede sia successo?
«Si tratta di un sistema poco strutturato per funzionare in Cloud, con prestazioni appena sufficienti per il normale funzionamento e che da un giorno all’altro si è trovato a dover fronteggiare carichi 100 volte maggiori. In quel caso suggerirei di adottare misure preventive».

Cosa ne pensa dei video che circolano in rete sulla presunta correlazione tra 5G e coronavirus?
«Posso consigliare ai paranoici e agli appassionati di fake il libro, purtroppo solo in inglese, Spurious Correlations di Tyler Vigen, dove si possono trovare numerosi esempi di correlazioni statistiche “spurie”. Cioè fasulle».

5g
Joy Marino

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