Badon, Assocalzaturifici: «2019 di luci e ombre»

Badon, Assocalzaturifici: «2019 di luci e ombre»
Badon, Assocalzaturifici: «2019 di luci e ombre»

«Se il valore fondante dei nostri prodotti risiede nell’autenticità dell’eccellenza di chi li produce, è fondamentale e necessario che in Europa venga garantita assoluta trasparenza».

 

E’ una richiesta precisa all’Unione Europea, in difesa dell’eccellenza italiana, quella che da Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici, alla vigilia del Micam.

Il calzaturiero è un’eccellenza italiana e un valore aggiunto per l’economia tricolore: come sta il settore?
«Il 2019 è stato caratterizzato da luci e ombre: calano la produzione (-2,9% in quantità rispetto al 2018) e gli acquisti delle famiglie (-3,3%). Bene, invece, l’export: +6,7% a valore, grazie al terzismo per le griffe del lusso, con un prezzo medio in ascesa del 7,5%. Per quanto riguarda i consumi interni, nessun miglioramento da registrare dopo l’estate: gli acquisti delle famiglie registrano una contrazione del -3,3% in quantità nei primi 9 mesi (-2,6% in valore). Unico comparto in espansione è quello delle calzature sportive e sneakers (+1,5% in volume e +3,5% in spesa). Battuta d’arresto per le scarpe “classiche” uomo/donna».

Luci e ombre anche in futuro?
«Al netto di una congiuntura non certo facile, le sfide del nostro comparto si giocano essenzialmente su alcuni temi chiave quali Made in Italy, innovazione tecnologica e sostenibilità del ciclo produttivo. Quest’ultima non è più una scommessa del futuro, ma uno degli asset chiave per il nostro settore. Rappresenta ormai da tempo uno dei pilastri di sviluppo dei nuovi modelli di business oltre a determinare in modo sempre più cruciale i consumi».

Cosa vuol dire sostenibilità nel calzaturiero?
«In primo luogo ridurre l’impatto della catena produttiva sull’ambiente, quindi la necessità per le aziende di risparmiare risorse, ridurre gli sprechi e ottimizzare l’approvvigionamento energetico. L’attenzione all’ecosistema e alla riduzione dell’impatto ambientale lungo tutti gli anelli della catena deve correre in parallelo con il rispetto della salute dei lavoratori e dei consumatori, della tutela dei diritti umani che sono al cuore del made in Italy. Inoltre è necessario investire sempre più in formazione professionale».

Al Governo avete chiesto di impegnarsi per difendere il made in Italy calzaturiero: cosa chiedete in particolare?
«Chiediamo che la politica e le istituzioni s’impegnino a livello europeo per far approvare una norma che introduca l’informazione di origine obbligatoria: è fondamentale e necessario che nell’Unione Europea venga garantita assoluta trasparenza. Questa riforma deve essere una priorità politica del Governo, perché una norma sul made in Italy tutela l’impresa che crea valore e sviluppo nei territori in cui è radicata la cultura del lavoro. Dobbiamo partire da qui per rafforzare un comparto cruciale per l’economia, costituito di eccellenze e competenze di altissimo profilo».

Conviene oggi produrre in Italia?
«Produrre in Italia non è conveniente per via del costo del lavoro e di troppe incertezze giuridico-normative, ma è irrinunciabile: i clienti di tutto il mondo e i più importanti brand della moda sono disposti a riconoscere, infatti, un premium price al made in Italy. Se non vogliamo perdere terreno sui mercati internazionali e pagarne le conseguenze con un altissimo costo in termini economici e sociali, non c’è altra scelta che far valere le ragioni del nostro patrimonio industriale in campo internazionale».

Si parla molto ultimamente di dazi: avete timori al riguardo?
«Dazi e Brexit sono due argomenti che preoccupano molto il nostro settore: rimaniamo fermamente convinti che sia necessario avere una reciprocità sui dazi, specialmente con quelle nazioni che “invadono” l’Italia con le loro calzature, ma frenano il nostro export, applicando regole serrate sulle merci italiane. La risposta deve essere presa dalle istituzioni non solo a livello nazionale ma anche europeo: l’Ue deve replicare e tutelare la sua produzione».

Badon, Assocalzaturifici: «2019 di luci e ombre»
Badon, Assocalzaturifici: «2019 di luci e ombre»

Avete da poco lanciato il progetto Discover Made in Italy: di che cosa si tratta?
«È un progetto promosso da Assocalzaturifici in collaborazione con Italian Artisan, la piattaforma B2B che favorisce l’incontro tra brand internazionali e produttori italiani. Da sempre sosteniamo l’internazionalizzazione delle PMI fornendo strumenti concreti ed innovativi. Portare brand internazionali a produrre nel nostro Paese per avvalersi del nostro patrimonio artigianale costituito da tante eccellenze era un’esigenza avvertita dal comparto. Grazie a questa piattaforma digitale, le aziende italiane possono farsi conoscere, mentre quelle internazionali possono abbattere concretamente i costi di produzione».