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20. 04. 2024 15:28

Bakayoko, le reazioni e un terribile déjà vu

Il calciatore è stato rilasciato dopo essere stato fermato per sbaglio a seguito di un controllo

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Per un attimo è sembrato di essere tornati indietro di un paio d’anni, in un Paese diverso dal nostro, alla morte di George Floyd. Era il 25 maggio 2020, negli Stati Uniti, quando fecero il giro del mondo le immagini dell’arresto del cittadino afroamericano, tenuto fermo a terra con un ginocchio sul collo da parte di un agente di polizia, tanto da provocarne il soffocamento. Con i fatti accaduti a Milano che hanno visto come protagonista Tiémoué Bakayoko abbiamo avuto un terribile déjà vu, che per fortuna è durato molto meno e non ha avuto le stesse conseguenze.

Scoppia il caso Bakayoko: e se non fosse stato un calciatore?

Ieri a Milano, per fortuna, non c’è stato alcun agente che soffoca un fermato con il ginocchio tenendolo a terra per oltre nove minuti. Ci sono le scuse una volta appurato che non si trattava delle persone che gli agenti stavano cercando. Chiaro, è “un granchio”, un errore nell’individuazione dei sospetti che con un’analisi più attenta certamente non sarebbe capitato.

 

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La domanda che in molti si sono fatti è: se quel cittadino fermato e perquisito non fosse stato un calciatore del Milan, Tiémoué Bakayoko, con cui gli agenti si sono successivamente scusati dopo aver capito di aver preso un granchio, che cosa sarebbe accaduto? «Le immagini del fermo di Bakayoko fanno pensare a una profilazione etnica. Una pratica discriminatoria che su una persona non famosa avrebbe potuto avere conseguenze gravi», secondo Amnesty Italia. C’è uno choc visivo, nel vedere il filmato. Quella pistola puntata verso l’altra persona presente nell’auto oltre al centrocampista del Milan. Secondo quel che prevede il protocollo in casi del genere, spiega la Questura di Milano, trattasi della prassi da seguire.

bakayoko

Lo ha descritto proprio la Questura in una nota a seguito delle rimostranze social che si sono immancabilmente scatenate: «Quello che le immagini non potevano spiegare è che il controllo, avvenuto intorno alle 6 del mattino in viale Luigi Sturzo, in zona Garibaldi, faceva seguito a una movimentatissima notte nella adiacente ‘movida di corso Como’ dove, a notte fonda, due gruppi, di senegalesi da una parte e nordafricani dall’altra, avevano dato vita ad aggressioni incrociate, con i secondi che alla fine avevano esploso dei colpi con una scacciacani modificata – si legge -. Gli agenti, quindi, stavano cercando proprio un Suv con a bordo persone di colore, e per una casualità i due indossavano anche dei capi di abbigliamento simili a quelli descritti. Logico quindi che siano stati fermati, e altrettanto ‘normale’, per le prassi di polizia giudiziaria, che in presenza di segnalazioni di persone forse armate gli agenti siano scesi pistole in pugno».

Sarà anche logico, ma qualcosa non ha funzionato a dovere.

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