La decisione di Trenord di vietare il trasporto delle biciclette sui regionali ha scatenato le proteste dei riders e di Legambiente, la quale ha chiesto «l’immediata revoca del provvedimento gravemente discriminatorio».
La disputa. Secondo Trenord i rider sono troppi e affollerebbero i treni in ogni fascia oraria risultando un pericolo per il mantenimento delle distanze sociali. «Durante il periodo dell’emergenza sanitaria, in particolare negli ultimi giorni dopo il lockdown – si legge in un comunicato dell’azienda ferroviaria -, il fenomeno dei riders metropolitani ha raggiunto livelli numerici insostenibili a ogni ora del giorno. Si verificano veri e propri “assalti ai treni” con centinaia di biciclette, che pregiudicano la sicurezza dell’esercizio ferroviario e rendono impossibile il mantenimento delle distanze imposte per il post-Covid19 fra i posti disponibili».
Dal canto loro, i riders rispediscono al mittente le accuse, dopo che già nei mesi precedenti al lockdown avevano chiesto a Trenord di implementare il servizio aumentando le corse, proprio al fine di evitare congestionamenti. «Chiediamo al Prefetto di Milano, a Regione Lombardia e al Comune di Milano di convocare immediatamente e con urgenza un tavolo con Trenord per giungere al più presto ad una risoluzione del problema – scrive il collettivo Deliverance Milano sulla propria pagina Facebook -. In tempi non sospetti avevamo presentato un pacchetto di proposte che andava dall’aumento delle carrozze con deposito bici, l’incremento delle corse nelle fasce ritenute “calde”, all’assegnazione di spazi pubblici o convenzionati adibiti al deposito dei mezzi, alla quale avevamo accompagnato un prospetto per l’istituzione di uno spazio polifunzionale come punto ristoro per i rider in una zona strategica della città».