Resterà aperta fino alle 18.30, nella Sala della Passione della Pinacoteca di Brera, la camera ardente per l’ultimo saluto a Philippe Daverio, storico dell’arte, docente, saggista, divulgatore televisivo ed ex assessore alla Cultura del Comune di Milano, morto nella notte tra l’1 e il 2 settembre all’Istituto dei Tumori di Milano. Tra un mese avrebbe compiuto 71 anni.
«Penso non se lo aspettasse nemmeno lui di andarsene, non dico che fosse giovane ma a 70 anni non si è neanche decrepiti e aveva ancora tantissimi progetti, le bozze di tantissimi libri da finire – ha spiegato Elena Gregori, la vedova di Daverio -. Sono distrutta, ci conoscevamo da quando avevo 17 anni, quanto abbiamo litigato però come tutte le persone ingombranti poi mancano molto». «È proprio il caso di dire che non ho parole – ha aggiunto ringraziando per le tante testimonianze, messaggi di cordoglio
arrivati e soprattutto per le dimostrazioni di affetto -. Di queste sarà contento perché lui in realtà ci teneva, gli piaceva che la folla lo amasse e ne ha avuto delle dimostrazioni, era un uomo speciale, incredibile, aveva una sensibilità al di là del normale per capire le situazioni le persone, era molto generoso disponibile con chiunque gli chiedesse consigli, pareri».
