Ci siamo. La data cerchiata sul calendario è quella del 15 gennaio. Tra un mese, quindi, in Lombardia arriveranno i vaccini anti-Covid, a patto che il 29 dicembre l’Ema dia il via libera per il farmaco di Pfizer già in circolazione in Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada. A confermare questa previsione è Giacomo Lucchini, responsabile operativo per il piano vaccinale: «Noi ci stiamo attrezzando per quella data». E così la Lombardia sta preparando il piano “logistico” per lo stoccaggio delle dosi nei frigoriferi a -70 gradi.
Categorie. Ci sarà una scaletta stabilita da «criteri individuati a livello nazionale». Dunque, per la somministrazione si partirà dalle «categorie più esposte, in questo caso operatori sanitari e socio sanitari e ospiti delle Rsa». Poi, completata la prima fase che durerà fino a marzo e che coinvolgerà una platea di 308mila persone, verrà pianificata l’apertura agli over 80 e agli over 60».
Siti. Nel complesso, la Lombardia ha individuato 65 siti di stoccaggio. Secondo quanto illustrato dall’assessore al Welfare, Giulio Gallera, tutte le province, tranne Lodi, hanno già un frigorifero idoneo. Sarà la Pfizer a consegnare direttamente a tutti i 65 punti le dosi che possono rimanere sei dentro i contenitori.
Punto di vista. Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università Statale di Milano, «sarà fondamentale un’app per la gestione degli appuntamenti e per la farmacovigilanza, anche perché immagino ci sarà una sovra segnalazione di eventi, dal momento che si tratta di un vaccino nuovissimo».
«Al di là di una fetta di italiani no-vax duri e puri, dobbiamo infatti considerare i “pigri”, che magari tendono a rinviare o magari a fare la prima dose e non la seconda – ha aggiunto l’esperto -. Dobbiamo prepararci ad accompagnare questa parte di popolazione, mentre penso che la maggioranza risponderà bene alla campagna».
