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16. 04. 2024 16:11

Lega Dilettanti, il Comitato Regionale Lombardia contro la nuova ordinanza: «Senza criterio»

Il C.R.L critica duramente l'ordinanza regionale: partita una petizione per annullare il provvedimento

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È arrivata nel pomeriggio di ieri la dura reazione del Comitato Lombardia della Lega Nazionale Dilettanti all’ordinanza emessa venerdì sera dalla Regione e con la quale, tra le altre limitazioni per il contenimento del contagio da Covid-19, si è operata una rigida stretta sul calcio giovanile e dilettantistico.

Il comunicato ufficiale del C.R.L.

Il Comitato Regionale Lombardia intende fortemente stigmatizzare il provvedimento, reso noto solo nella tarda serata di ieri, venerdì 16 ottobre, con il quale la Regione Lombardia ha disposto la sospensione dell’attività dilettantistica e giovanile regionale e locale.

Solamente il giorno prima, infatti, la Regione aveva approvato l’ordinanza n. 619, contenente disposizioni sull’accesso del pubblico alle manifestazioni sportive, dunque confermate, con validità dallo stesso 16 ottobre e fino al 19 ottobre. Nel pomeriggio dello stesso giorno 16 ottobre, però, hanno iniziato a pervenire le prime dichiarazioni del Governatore Fontana a mezzo stampa con annunci relativi allo stop delle competizioni, ma non degli allenamenti.

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A seguire, poi, solo dopo le ore 22 della stessa giornata, veniva diffuso il testo ufficiale dell’ordinanza n. 620 che escludeva invece anche gli allenamenti, con entrata in vigore già dalle ore 00.00 del 17 ottobre, ovvero nemmeno due ore dopo la pubblicazione.

Il presidente Baretti: «Senza criterio!»

«Siamo esterrefatti dalla totale mancanza di preavviso e soprattutto di confronto da parte delle istituzioni con chi di sport si occupa quotidianamente – commenta il presidente del C.R.L. Giuseppe Baretti – e riteniamo che proprio da questa mancanza di contatto con il mondo sportivo siano discese le scelte scaturite, che non esito a definire senza criterio. È incomprensibile come possa essere ritenuta più pericolosa un’attività salutare, condotta all’aperto in spazi amplissimi, rispetto a molte altre situazioni della vita quotidiana che attualmente risultano però autorizzate. Viene anche da chiedersi, entrando nel tema prettamente calcistico, che differenza ci sarà mai fra un atleta delle categorie Allievi o Giovanissimi che gioca in una squadra dilettantistica e quello che milita invece nella corrispondente categoria di una società professionistica, oppure tra la Serie D, campionato nazionale dilettanti, e gli altri campionati regionali dilettantistici, se a dover essere tutelate sono la salute e la sicurezza, che ovviamente stanno a cuore a tutti noi, come dimostrato nel momento in cui per primi ci siamo fermati lo scorso febbraio. Ma oltre a ciò, riteniamo una simile decisione frustrante dei tanti sacrifici fatti dalle nostre società per adeguarsi ad un rigido protocollo al fine di poter operare in sicurezza».

dilettanti ordinanza lombardia

Il Comitato chiederà urgente confronto con la Regione. «Chiederemo in primis rispetto per i nostri oltre 180.000 tesserati – prosegue Baretti – e soprattutto vogliamo sapere che tipo di provvedimenti aspettarci, perché per condurre l’attività sportiva serve programmazione e non possiamo sottostare ad aperture e chiusure a singhiozzo che mettano a repentaglio l’intero sistema, che anzi ha ora bisogno di supporto e sostegni anche concreti dalle istituzioni».

Partita la petizione

A dar man forte tutto si è mobilitato il mondo del calcio giovanile e dilettantistico lombardo. Sono più di 20.000 le persone che in meno di 24 ore hanno firmato una petizione online su change.org, diretta al Governatore Attilio Fontana, a Regione Lombardia e al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, chiedendo che si modifichi l’ordinanza nella parte in cui sospende totalmente le attività (anche gli allenamenti) delle associazioni e società dilettantistiche di sport di contatto.

«Tale previsione è manifestamente arbitraria ed irragionevole, e ha l’effetto di realizzare inaccettabili disparità di trattamento, colpendo (ancora una volta) i nostri ragazzi».

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