La gioia della vittoria e, soprattutto, cosa l’ha preceduta. Perché il trionfo di Filippo Tortu nella staffetta 4×100 ha un retroterra di durissimo, con il covid comparso a pochi mesi dalle Olimpiadi che ha rischiato di compromettere l’avventura a Tokio: lo racconta in un’intervista al Corriere della Sera Salvino Tortu, padre e allenatore del campione.
«Il Covid è una brutta bestia Filippo l’ha patito tanto»
«Il Covid è una brutta bestia – ha affermato nell’interista – Filippo l’ha patito tanto. A gennaio ha perso 3-4 chili, a marzo abbiamo ricominciato la preparazione da capo. Il progetto iniziale della stagione era puntare alla finale olimpica dei 200. Succede sempre qualcosa che ci costringe a cambiare i programmi. Durante il lockdown ci siamo allenati in un bosco accanto a casa e non puoi preparare un’Olimpiade così».
«Ci sarà sempre qualche scienziato che ci rimprovererà di non aver corso i 200»
C’è anche una riflessione sulla medaglia persa: «Ci sarà sempre qualche scienziato che ci rimprovererà di non aver corso i 200», dice Salvino che si è soffermato anche sull’oro di Jacobs nei 100: «Non lo definirei uno choc, Filippo non l’ha vissuto così. È stato di stimolo».