La presenza indubbia di una o più sostanze acceleranti è stata segnalata dal pastore belga specializzato nella ricerca di acceleranti di fiamma, usato stamane, durante il sopralluogo nello showroom cinese, andato a fuoco giovedì della scorsa settimana a Milano.
Incendio a Milano, trovate tracce di sostanze acceleranti nello showroom cinese
Nel rogo sono morti tre giovani, Dong Yindan di 18 anni, la sorella Liu Yinjie di 17 anni e il ventiquattrenne Pan An. Da quanto si è saputo il cane, arrivato dal comando dei vigili del fuoco di Palermo, ha rilevato tracce chiare di acceleranti al pian terreno, vicino all’ingresso, dell’edificio in via Cantoni, zona Certosa, dove si è sviluppato l’incendio.
In quel punto, gli investigatori hanno prelevato il materiale che verrà analizzato al fine di individuare la sostanza esatta. Da quanto si apprende, la Procura, che sta indagando per strage, ipotizza che l’accelerante sia stato piazzato nei pressi dell’entrata dello showroom alcune ore prima. Sul punto sono in corso gli esami delle immagini, anche dei giorni precedenti, delle telecamere di sorveglianza sequestrate.
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Incendio a Milano, dove eravamo rimasti (13 settembre 2024)
Il padre del titolare dell’emporio cinese di via Cantoni a Milano, dove giovedì sera tre giovani sono morti a causa di un incendio, soltanto poche ore prima aveva presentato una denuncia per tentata estorsione.
Incendio a Milano e la tentata estorsione: prende corpo l’ipotesi dolosa
A quanto riportano oggi alcuni quotidiani, l’uomo aveva infatti messo a verbale di essere stato avvicinato mercoledì sera da una persona che gli avrebbe puntato contro un coltello, chiedendo di dargli la somma di 20mila euro. Lo stesso sarebbe accaduto la mattina seguente alla moglie.
La Procura di Milano indaga per incendio doloso e proprio la denuncia è uno degli aspetti sui quali dovranno essere eseguiti ulteriori accertamenti. Le tre vittime, il 24enne Pan An e fratello e sorella di 18 e 17 anni Yinjie Liu e Yindan Dong, pare fossero venute a Milano per le vacanze estive. I più giovani erano i figli di un cugino del titolare dello showroom.
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Incendio a Milano, dove eravamo rimasti (13 settembre 2024)
Tragico incendio a Milano giovedì sera, quando un violento rogo è scoppiato in un edificio situato al civico 3 di via Ermenegildo Cantoni, nei pressi di via Varesina. Le fiamme, divampate intorno alle 23, hanno completamente distrutto la struttura, un capannone utilizzato come showroom dall’azienda “Wang Sas”, una società di produzione di arredi per interni gestita da cittadini cinesi.
Incendio a Milano, le vittime
Sul luogo dell’incendio sono intervenuti rapidamente cinque mezzi dei vigili del fuoco, insieme a carabinieri, protezione civile e ambulanze del 118. I pompieri hanno lavorato senza sosta per tutta la notte, non solo per domare le fiamme, ma anche per evitare il crollo della struttura. Durante le operazioni di spegnimento, sono stati scoperti i corpi senza vita di tre giovani: due fratelli di 17 e 19 anni e una donna di 24 anni. Le vittime sono state trovate nel bagno al piano terra dell’edificio, dove probabilmente avevano cercato rifugio dalle fiamme, ma sono rimasti intrappolati e sono morti asfissiati. Insieme a loro, è stato ritrovato anche il corpo di un cagnolino, anch’esso senza vita.
Incendio a Milano, le ipotesi
Secondo le prime informazioni, sembra che i tre giovani vivessero all’interno dello showroom, che era stato adattato con letti e altri arredi per il riposo. Nella parte posteriore dell’edificio si trovava un magazzino utilizzato anche come deposito. Le cause dell’incendio rimangono ancora ignote, ma le autorità non escludono la possibilità di un gesto doloso. Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire la dinamica dell’incendio e accertare eventuali responsabilità.
Incendio, il lutto
L’incidente ha gettato nello sconforto l’intera comunità di via Varesina, dove in molti conoscevano le vittime e frequentavano l’azienda “Wang Sas”. La tragedia riporta all’attenzione il tema della sicurezza negli ambienti di lavoro e della protezione degli spazi utilizzati anche a scopo abitativo. Le indagini proseguono per fare luce su quanto accaduto e per capire se l’incendio sia stato frutto di un drammatico incidente o se dietro le fiamme si celi un atto volontario.