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25. 04. 2024 17:19

L’ippodromo di San Siro sotto sfratto: proprietà ed allenatori ai ferri corti

La proprietà e gli allenatori gestori dei box non sembrano trovare un accordi. Tutti i motivi della polemica

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L’ippodromo di San Siro è sotto sfratto. Da alcuni mesi continua il braccio di ferro tra allenatori e Snaitech, azienda leader nel settore delle scommesse sportive e proprietaria dell’impianto. L’oggetto della discordia è rappresentato dai nuovi contratti d’affitto sottoposti ai locatori, ma ritenuti da quest’ultimi inadeguati e sconvenienti.

Il braccio di ferro.  In gioco c’è la gestione di 450 purosangue e delle attività a loro collegate (artieri, veterinari e altre figure professionali del mondo della competizione, a rischio disoccupazione) gravate adesso dallo sfratto, strumento con cui Snaitech intende recedere dal rapporto di prestazione servizi.

Infatti dopo il rifiuto degli allenatori di firmare i nuovi contratti, Snaitech ha proceduto con l’invio delle lettere di sfratto.

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«Il contratto che ci hanno sottoposto è irricevibile sotto tutti i punti di vista – racconta Moreno Meiohas, presidente del Comitato Ippici San Siro –  e, dopo contatti infruttuosi ci siamo decisi a ricorrere ai legali. La nostra grossa paura è che vogliano sfruttare il centro di allenamento per fare speculazione edilizia».

La risposta della proprietà non si è fatta attendere. «Snaitech ha provato – si legge in una nota diramata dall’azienda ieri sera – per più di otto mesi a raggiungere un accordo con gli operatori. L’esigenza è nata dalla necessità della proprietà di gestire i rapporti in essere non più sulla base del mero “fatto”, ma secondo uno schema contrattuale, che non prevede alcun aumento delle tariffe, in grado di assicurare la piena integrazione dell’attività di allenamento con tutte le altre attività esperibili all’interno di San Siro»

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