I dati Espad del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc) rivelano un quadro preoccupante. «Per i consumi di sostanze lo scarto tra Milano e il resto d’Italia cresce man mano che scende l’età. Con i quindicenni arriviamo ad essere molto sopra la media regionale e nazionale», avverte la studiosa Sabrina Molinaro.
I dati. Si stima che su 31 mila quindicenni 5 mila facciano uso frequente di cannabis, 2.300 di psicofarmaci (Rivotril o Xanax), quasi mille di cannabinoidi sintetici (Spice) e oltre 400 di stimolanti (Speed, Smart drugs, Ketamina, Metamfetamine).
«In questi mesi di lockdown è calato l’abuso di alcol mentre l’uso di sostanze – spiega Mara Gonevi, responsabile dello Spazio Blu, dell’Asst Santi Paolo e Carlo -, per forza non legato al contesto sociale, diventa curativo, colma ansie e senso di vuoto».
Oltre al fenomeno del consumo, si aggiunge anche lo spaccio. «Sempre più ragazzini spacciano, arruolati per strada da pusher appena più grandi. Abituati ad avere tutto e subito si sballano con più sostanze e davanti alla frustrazione, si trincerano dando la colpa a un altro. Ma quando apri loro la porta piangono come bambini piccoli», sostiene Simone Feder, responsabile settore dipendenze della comunità Casa del giovane e in prima linea al boschetto di Rogoredo.
Della stessa opinione è Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento interaziendale Dipendenze dell’Asst Santi Paolo e Carlo: «Si parlava di bamboccioni, qui siamo di fronte a un fenomeno inverso. Ragazzini adultizzati, che crescono troppo in fretta e senza riuscire a validare modelli diversi da quelli di certe serie tv e certe canzoni trap».