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19. 04. 2024 14:29

Milano, i cartelloni della serie Netflix “Sex Education” scatenano le polemiche degli anti-abortisti

Per le metro di Milano sono apparsi alcuni cartelloni ambigui che hanno scatenato la polemica dell'associazione Pro Vita e di Fratelli d'Italia

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Cartelli pubblicitari che lasciano poco spazio all’immaginazione: banane, ostriche, cactus ed orchidee che giocano sui doppi sensi e che rimandano al mondo dell’eros. Si tratta dei cartelloni pubblicitari comparsi nelle metro di Milano per promuovere l’uscita della nuova serie di NetflixSex Education“.

I cartelloni di “Sex Education” accendono la polemica

Una trovata che non è piaciuta ai sostenitori dell’associazione Pro Vita e tanto meno ai rappresentanti di Fratelli d’Italia. I cartelloni di Netflix sono accompagnati dallo slogan «se la vediamo in forme diverse è perché non ce n’è una sola. Ognuna è perfetta, anche la tua», un messaggio ispirato alla body positivity, tema centrale della nuova stagione.

Tuttavia le finalità del cartellone non sono state compresi da tutti e proprio Fratelli d’Italia è passata all’attacco. «Le immagini giocano su un’ambiguità con vari frutti che alludono alle forme delle parti intime maschili e femminili – ha dichiarato Barbara Mazzali, consigliere regionale e candidata alle prossime elezioni a Milano -. Per l’amministrazione Sala è normale tutto questo? È accettabile che simili poster siano sotto gli occhi di tutti, bambini e ragazzini compresi? L’educazione sessuale deve essere in capo alla famiglia».

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La consigliera ha poi voluto sottolineare quanto a suo parere fossero diseducative certe immagini: «La ipersessualizzazione non è educativa ma crea confusione nei giovanissimi. Poi va a finire chele malattie sessualmente trasmissibili in Europa sono in aumento. Il che dovrebbe sollevare qualche allarme o almeno qualche riflessione. L’amministrazione Sala non controlla i manifesti che vengono affissi? E, se sì, li trova adatti a un pubblico anche di bambini? Questa – ha concluso la consigliera regionale – non è la Milano che vogliamo».

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