“Tutti al mare”. Beh, non proprio. Il secondo weekend d’estate per i milanesi desiderosi di raggiungere la Liguria è stato una fotocopia di quello precedente: lunghissime code per raggiungere Genova. In alcuni tratti si procedeva a passo d’uomo con una velocità non superiore ai 4 km/h.
Cantieri infiniti. I milanesi che si apprestano a partire devono fare i conti con un’infinità di cantieri. Quelli sul tratto di Pavia, poi verso ad Alessandria ed infine la zona più critica una volta varcato il confine ligure. Lo scenario è “apocalittico”: le carreggiate ridotte ad un’unica corsia e i cartelloni dell’Anas che sembrano prendersi gioco degli automobilisti invitando alla “prudenza”.
I turisti c’entrano poco con questa situazione. Hotel di prim’ordine e seconde case sono quasi tutte vuote: chi ha voglia d’incolonnarsi per mezza giornata e per qualche ora di spiaggia?
«Io ho messo i miei dipendenti in smart working, come nelle settimane del Covid, e a Genova non ci vengo proprio – spiega Gian Enzo Duci, 46 anni, il presidente degli agenti marittimi di tutt’Italia -. In questo weekend di solito c’era il picco delle code ai traghetti. Invece ora sono a mezzo servizio e le code sono in autostrada. Il post-pandemia qui non c’entra. Il problema dura almeno da dicembre, ed è drammatico se perfino i nostri associati più grandi, come i cinesi della Cosco, stanno pensando a porti e a percorsi alternativi».
Treni. Non se la passa meglio chi opta per i treni: code e ritardi per il troppo afflusso. Anche in questo caso la situazione è paradossale. In Lombardia il distanziamento all’interno dei vagoni è obbligatorio, mentre in Liguria no. Di conseguenza si assiste a scene che sarebbero “esilaranti” se non fossimo ai tempi del Covid: treni in marcia con altri treni che li seguono subito dopo, per raccattare nelle singole stazioni i passeggeri in eccesso, quelli costretti a scendere appena entrano in territorio lombardo.
Proteste. I sindaci dei paesi della Riviera Ligure e il presidente Toti continuano a lamentarsi ed affermare che stanno rimanendo isolati con tutti questi cantieri.
«Ci sono 285 gallerie da monitorare, 350mila metri quadri d’onduline da revisionare – racconta polemico Massimo Schintu, che rappresenta i concessionari autostradali – . Benissimo. Ma queste ispezioni liguri valgono anche nel resto d’Italia? L’Anas le smonta, le onduline delle sue gallerie? E i Comuni e le Province le smontano?».