Dopo i terribili fatti di Monte Stella avvenuti lo scorso luglio torna l’incubo stupri a Milano. Questa volta a farne le spese è stata una donna 34 enne di origini polacche violentata in zona Gae Aulenti.
Il racconto. I fatti risalgono alla notte tra il 25 e il 26 agosto. Gli agenti notano in viale Liberazione, il corso che taglia il City Life, una donna vagare con lo sguardo disorientato. Si avvicina alla volante e dichiara senza forze: «Forse mi hanno stuprata, non ricordo niente».
Gli agenti la portano immediatamente alla Clinica Mangiagalli, dove i medici del Soccorso violenza sessuale riscontrano delle echimosi compatibili con uno stupro. La ragazza racconta di essere stata con degli amici in un locale di via Como, di aver bevuto e di non ricordarsi bene l’accaduto. È sotto choc: firma le dimissioni e decide di uscire dall’ospedale senza deporre alcuna denuncia.
L’indagine. Ciò nonostante viene avvertito il procuratore aggiunto Letizia Mannella, specializzata in questi casi. Così gli investigatori iniziano a ricostruire l’accaduto cercando testimonianze ed analizzando le telecamere della zona.
I giorni passano ed improvvisamente la ragazza si presenta di nuovo alla Clinica Mangiagalli. Gli psicologi, assieme ai poliziotti della Mobile che si occupano di reati sessuali, la aiutano a trovare la forza per raccontare. I ricordi restano un po’ confusi, annebbiati dall’alcol e dallo choc di quella notte.
Alla fine trova le parole per descrivere l’accaduto: una persona l’avrebbe sorpresa alle spalle, presa e trascinata lungo una delle scalinate che circondano la piazza. Qui si sarebbe consumato lo stupro. Nessuno avrebbe visto nulla.
Ora è caccia allo stupratore. A supportare le indagini ci sarebbero anche delle tracce biologiche individuate dalla Scientifica. Sarà una corsa contro il tempo per cancellare questo nuovo incubo abbattutosi su Milano.