Il Comitato “Noi denunceremo-verità e giustizia per le vittime di Covid 19” ha inviato una lettera alla presidentessa della Commissione Europea Ursula von der Leyen e al presidente della Corte Europea dei diritti dell’uomo Robert Ragnar Spanò. L’oggetto del testo è chiedere una supervisione sulle indagini su quanto avvenute durante i mesi più bui della pandemia tra Bergamo e Brescia, l’aria più colpita in cui si sono registrate 11.000 vittime.
La lettera. «Come parenti delle vittime vi sollecitiamo a supervisionare le indagini in corso sull’epidemia di coronavirus in Italia, con un occhio vigile sulle potenziali violazioni di alcuni articoli inclusi nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea – si legge nella lunga lettera -. In particolare, se deliberate decisioni politiche hanno violato il diritto alla vita di migliaia di membri delle nostre comunità (art. 2); il diritto all’integrità fisica e psicologica dei nostri anziani (art. 3); insieme al diritto alla loro dignità umana (art. 1), oltre che l’art. 32 della Costituzione Italiana».
I parenti delle vittime chiedono in particolar modo di fare chiarezza su due eventi: la mancata chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo e la mancata istituzione di una “zona rossa”- come quella subito operativa nel Lodigiano – tra Alzano e Nembro, ai primi segnali di quella che, poi, è diventata una strage.