Il 10 novembre si celebra la Giornata mondiale degli stagisti e per l’occasione i Giovani Democratici Milano e Lo Stagista Frust(r)ato hanno consegnato al Ministro del Lavoro Andrea Orlando oltre 60.000 firme raccolte sulla piattaforma Change.org. con la petizione “Lo stage non è lavoro, vogliamo diritti!”.
Petizione “Lo stage non è lavoro”: più tutele per chi si affaccia sul mercato del lavoro e una riforma del tirocinio e dell’apprendistato.
Come si legge sulle motivazioni della petizione, lo stage, che non è un contratto di lavoro, è spesso abusato per sfruttare giovani a basso o nessun costo e senza tutele. Sostituisce il lavoro dipendente e lascia gli stagisti precari e senza futuro. Dal 2014 i tirocini extracurricolari sono quasi raddoppiati fino a circa 370 mila l’anno (dato pre-pandemia). Sei mesi dopo la fine di uno stage meno di uno stagista su dieci è assunto a tempo indeterminato in azienda, gli altri hanno contratti precari, sono di nuovo in stage o sono rimasti a casa.
«La nostra generazione è stanca della retorica dei ragazzi che non hanno voglia di lavorare e del vittimismo di alcuni imprenditori che non riescono a trovare personale». Questo scrivono i Giovani Democratici Milano «Siamo la generazione più formata della storia d’Italia, ma siamo anche la più disoccupata, precaria e la meno tutelata».
La proposta di riforma
Attraverso la petizione “Lo stage non è lavoro, vogliamo diritti!” è stata elaborata una proposta di rifora studiando le varie normative europee, analizzando i risultati di un questionario somministrato a migliaia di stagisti, dialogando con sindacati, associazioni datoriali, agenzie del lavoro e altri esperti.
La proposta che oggi viene consegnata al ministro si articola in due punti chiave:
- Basta stage gratuiti e senza tutele: vogliamo una sola tipologia di stage, con un giusto rimborso spese obbligatorio e non attivabile oltre tre mesi dal conseguimento di laurea/diploma, per garantire a tutti una maggiore trasparenza da parte di chi promette contratti, ma rinnova stage.
- Puntiamo sull’apprendistato come vero strumento di entrata nel mondo del lavoro: serve snellire la burocrazia, migliorare la formazione anche tramite le università, oltre che garantire più flessibilità e incentivi crescenti per chi assume giovani lavoratori tramite questo contratto, che garantisce tutele, contributi e una retribuzione adeguata.