L’ex governatore lombardo Roberto Maroni dovrà affrontare un nuovo processo a Milano. Dopo esser già stato condannato ad un anno per aver fatto pressioni per favorire una collaboratrice, il nuovo capo d’accusa lo vede imputato per induzione indebita e turbata libertà nel procedimento di scelta del coentrante.
L’accusa. La vicenda è molto simile a quella precedente, cambiano solo gli attori. Maroni avrebbe in questo caso l’architetto Giulia Capel Badino facendole beneficiare di un contratto in Ilspa, l’ente che gestisce le infrastrutture lombarde.
Secondo l’imputazione Maroni, «abusando della sua qualità di vertice dell’ente regionale nonché dei suoi poteri», avrebbe fatto pressioni sull’allora dg di Ilspa Guido Bonomelli, «affinché conferisse un incarico pubblico all’architetto».
Dal canto suo l’ex governatore si difende via social. «Andare a processo per un fatto in cui non c’entro nulla mi fa sentire vittima di una vera ingiustizia – scrive Maroni su Twitter -, come purtroppo accade troppo spesso. Ma ho le spalle larghe, ne ho passate tante e supererò anche questa ennesima ingiustizia. E non intendo rassegnarmi: bisogna tornare a lottare per una giustizia giusta».