Rsa a Milano, grido d’allarme: «Abbandonati a noi stessi»

Allarme alla Rsa “Virgilio Ferrari” di via dei Panigarola, Giuseppe Lizzari: «Sono stati fatti piani d’emergenza, ma le Rsa non sono state mai prese in considerazione»

rsa a milano
rsa a milano

Rsa a Milano. «Non sappiamo più che cosa fare: chi si deve prendere le proprie responsabilità non ci risponde, ma noi dobbiamo anche tutelare gli ospiti della struttura, noi stessi, oltre alle nostre famiglie».

 

Rsa a Milano, grido d’allarme: «Abbandonati a noi stessi»

A lanciare il grido d’allarme è Giuseppe Lizzari, referente della Residenza Sanitaria Assistenziale di via dei Panigarola. Da lunedì 9 marzo, con il primo anziano del “Virgilio Ferrari” trovato positivo al coronavirus, la situazione, giorno dopo giorno, sta diventando sempre più drammatica.

Qual è la situazione che vivete?
«Siamo stati abbandonati a noi stessi. La nostra struttura ha sette piani, ospita circa 220 anziani che hanno dai 65 anni in su, e io che sono il responsabile di due piani sono diventato il referente per tutti perché il direttore sanitario e la funzionaria infermieristica sono a casa in malattia.

Non so se sono positivi al coronavirus, ma avendo tosse forte, mal di gola o febbre, sono rimasti a casa in via precauzionale per 14 giorni. Inoltre il direttore ha anche una certa età e deve stare attento alla sua salute. Il Covid-19, piano piano, si sta diffondendo anche qui e noi stiamo lavorando in condizioni sempre più precarie e difficili».

Avete i dispositivi di protezione individuale?
«Purtroppo i dpi che abbiamo non sempre sono idonei: la priorità viene data agli ospedali, o alle forze dell’ordine, mentre per noi ci sono solo gli “scarti”. Come maschere abbiamo tipo le “mascherine-swiffer” che ha fatto vedere l’assessore Giulio Gallera in televisione.

Finché c’erano dei casi sospetti, si fa finta di nulla e le usavi, ma quando i malati al Covid-19 sono aumentati, non sei più nelle condizioni di poter lavorare in sicurezza.

Il primo caso l’abbiamo avuto lo scorso 9 marzo al sesto piano: un’operatrice che lavorava in quel settore è rimasta a casa per la febbre, mentre il marito, disoccupato e che quindi non andava in giro per lavorare, è risultato positivo. Adesso purtroppo è intubato in ospedale. E’ chiaro che il virus sta girando qui in struttura…».

Siete sotto organico?
«Tutti stanno affrontando turni durissimi di lavoro, distribuiti su tutto il giorno e senza riposi. Tre medici su sette sono in quarantena, mentre su 21 infermieri, forse 10 sono operativi.

Anche gli operatori sono stati “decimati”: su 130 totali, sono meno di una quarantina che possono lavorare. Ci siamo mossi per assumere altro personale, ma non è facile trovare risorse esterne in questo periodo. Inoltre, superata la malattia o la quarantena, alcuni hanno anche paura a tornare a lavorare in queste condizioni».

Ha paura di morire?
«Per me non ho paura, ma temo per i miei colleghi e non vorrei far ammalare i miei parenti. E’ una corsa contro il tempo e non possiamo permetterci più altri passi falsi».

Quanti casi ci sono stati finora?
«Per ora 8 positivi, oltre a 16 decessi da verificare. Magari anche questi erano ammalati, ma se non gli è stato fatto il tampone…».

Avete provato a contattare le autorità competenti?
«Ho provato di tutto. Ho chiamato l’Ats, poi il Comune di Milano e anche le forze dell’ordine: è un continuo rimbalzare, o rimpallo, di responsabilità perché nessuno se la vuole prendere. Per questa situazione straordinaria le autorità hanno fatto dei piani di emergenza per gli ospedali, e altre strutture strategiche, ma le Rsa, come la nostra, non sono state mai prese in considerazione».

Cosa chiedete di preciso?
«Che ci venga data una persona esperta che ci aiuti per gestire questa situazione delicata. Abbiamo più di 200 persone: alcuni sono soggetti deboli e con certe patologie, e non vogliamo che qui diventi un lazzaretto. Inoltre non vogliamo ammalarci noi o i nostri familiari. Già in passato abbiamo avuto una piccola emergenza, non ai livelli del Coranavirus, ma grazie all’aiuto di un esperto ne siamo usciti».

Cosa è successo?
«Lo scorso anno una signora ha avuto la scabbia e, successivamente, altre 5 persone. Era chiaro che le persone girando tra i piani, se l’erano attaccata. Per questo ci siamo rivolti a un esperto: questo ci ha consigliato di isolare certe zone del palazzo, igienizzare tutto per 10 giorni e, alla fine, il problema è passato».

rsa a milano
rsa a milano