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29. 03. 2024 01:01

Coronavirus, i possibili scenari della fase 2 milanese

Una task force di tecnici elabora i possibili scenari della fase 2 milanese

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La fase 2 è appena iniziata ed i vari osservatori già si interrogano su cosa dovremo aspettarci nelle prossime settimane. Il dato che sarà tenuto maggiormente sotto controllo sarà quello relativo alla crescita dei contagi. Con la riapertura è impensabile che i nuovi casi non aumentino, e così una task force di Regione Lombardia ha elaborato i possibili scenari futuri.

18 maggio. Secondo gli esperti il 18 maggio, data in cui riapriranno la maggior parte delle attività commerciali, sarà possibile iniziare a delineare il nuovo andamento dell’epidemia. Nello scenario più favorevole il virus ridurrà la sua potenza espansiva e a Milano i nuovi contagi si fermeranno a quota 2000. In quello peggiore invece si tornerà ad un indice di contagio dell’1,3, che tradotto significa oltre 5 mila nuovi positivi.

Fase 2
Fase 2

Gli epidemiologi affermano che solo a giugno scopriremo realmente come si muoverà la catena dei contagi. «Sulla storia recente del Covid esistono però conoscenze che permettono di fare alcune previsioni: sappiamo ad esempio — rassicura il professor Carlo La Vecchia, epidemiologo e docente di statistica alla Statale — che sui luoghi di lavoro è avvenuta una quota non altissima di contagi, stimabile tra il 5 e il 9 per cento del totale. Il resto della trasmissione del virus è avvenuto di recente nelle case di riposo, negli ospedali e nelle famiglie. Dunque dalle attività produttive aperte non ci si aspetta un impatto così pesante».

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Contrazione. Nonostante i possibili scenari che variano da “situazione controllabile” a “catastrofe” sembrerebbe che comunque tutti gli indicatori si stiano riducendo di pari passo. «La discesa è molto più forte di quello che appare – conferma ancora La Vecchia -.A fine marzo eravamo sopra i 500 decessi al giorno in Lombardia, oggi quel dato si è ridotto più di dieci volte, e dunque è probabile che tutti gli altri indicatori abbiano seguito la stessa contrazione. Lo vediamo anche negli ospedali, dove arrivano molti meno malati e si presentano prima, quindi in condizioni molto meno gravi».

Tuttavia restano ancora alcune incognite che non permettono di definire in maniera certa le evoluzioni future del virus. «Gli elementi di maggior incognita restano un paio – conclude l’epidemiologo -.Primo: il numero dei contagi è un dato di non totale affidabilità, sia per le fluttuazioni nell’effettuazione dei tamponi, sia per la difficoltà di intercettare l’epidemia reale. E poi i mezzi pubblici: saranno fondamentali i controlli perché restano ancora un terreno poco conosciuto per la diffusione dell’epidemia».

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