C’è chi ancora non è ripartito: tra questi anche il gioco d’azzardo. I motivi? Probabilmente non c’è l’intenzione di incentivare il gioco in un periodo in cui la crisi socio-economica sta dilagando. Tuttavia i gestori di centri scommesse, sale slot e sale bingo non ci stanno ed iniziano ad alzare la voce. Questa mattina davanti alla Prefettura è andata in scena una manifestazione dei centri ippici e dei fanti.
La manifestazione. I fantini ed i gestori si sono dati appuntamento questa mattina in corso Monforte sotto la sede della Prefettura. Sui loro cartelloni, una frase che non ammetteva equivoci: «O corriamo o moriamo». I manifestanti chiedevano a gran voce la fine delle limitazioni cadute come una spada di Damocle sul settore.
Scontento generale. Il malcontento sta coinvolgendo un pò tutto il settore del gioco legale. «Nei confronti della nostra categoria è in atto una discriminazione – spiega Antonella, lavoratrice della sala bingo di viale Marche -. Lo dimostrano le esternazioni di numerosi politici che hanno denigrato le sale da gioco paragonandole al mercato della prostituzione e dello spaccio. Dimenticano però che il nostro settore nel 2019 ha portato alle casse dello Stato 10,5 miliardi di euro di entrate e in Italia siamo la seconda industria per profitti, dopo Eni e Fiat».
Al momento i lavoratori stanno percependo la cassa integrazione fornita dallo Stato, ma tuttavia i vari titolari non si trovano nelle condizioni di anticipare gli stipendi. In molti si chiedono ancora per quanto potranno resistere senza la ripresa delle attività.
