Ha offerto 3 mila euro di risarcimento uno dei cinque agenti della Polizia Locale imputati a Milano per il caso della donna transessuale di 42 anni che nel maggio del 2023 era stata colpita con calci e manganellate mentre era a terra in zona Bocconi.
Trans picchiata, la proposta di risarcimento di un ghisa
L’avvocato Debora Piazza, che difende la donna a sua volta indagata per resistenza a pubblico ufficiale, ha accettato la somma come acconto in caso di eventuale risarcimento per un danno maggiore. Uno dei poliziotti ha chiesto il rito abbreviato, mentre per gli altri quattro e per la 42enne è in corso l’udienza preliminare, rinviata al prossimo 17 giugno per l’inizio della discussione.
La scena, durante la quale la donna era stata anche immobilizzata con spray al peperoncino spruzzato in viso, era stata ripresa e postata sui social da alcuni studenti universitari che vi avevano assistito da una finestra e in poco tempo era stata diffusa online. Il pm discuterà la posizione dell’agente che ha scelto il rito alternativo durante un’udienza fissata per il primo luglio.
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28/06/23 – Un mese dopo il grave fatto di cronaca avvenuto il 24 maggio in via Sarfatti, con una trans picchiata durante un arresto, è stato avviato un procedimento disciplinare per due dei quattro agenti della polizia locale coinvolti. Lo ha comunicato direttamente il Comune di Milano, specificando anche il motivo.
Trans picchiata, il procedimento
La nota parla chiaro: ai due vigili viene contestato di essersi recato sul luogo dell’intervento «senza informare la centrale operativa e ricevere necessaria autorizzazione». Ovviamente la cosa più grave è però un’altra, contestata a un solo ghisa: «aver utilizzato in più frangenti il bastone distanziatore, strumento di autodifesa in dotazione individuale, colpendo con lo stesso il fermato in diverse parti del corpo, tra cui il capo, e ciò nonostante nell’insegnamento impartito al personale in occasione dei corsi di tecniche operative, siano individuati come vietati i colpi alla testa».
Trans picchiata, la violazione
La violazione delle norme per l’utilizzo del manganello ha portato a un comportamento che è definito «gravemente scorretto e tale da causare “danno al decoro del corpo della polizia locale e dell’amministrazione comunale». Resta da capire ora che cosa succederà all’agente coinvolto e ai suoi colleghi.
Trans picchiata, chi va controcorrente
C’è anche chi la pensa diversamente. Si tratta di Dante De Capitani, sindaco di Pescate, piccolo comune in provincia di Lecco, che vorrebbe risalire ai nomi dei quattro agenti della polizia locale per offrire loro un impiego part time nel proprio Comune: «Hanno fatto bene, li vorrei assumere».
«Si sono comportati da veri uomini d’ordine. Voglio gente decisa, risoluta. Hanno dimostrato fermezza. Mi sono stufato di vedere agenti che “calano le braghe” in situazioni di emergenza per non avere problemi. Servono ordine, disciplina. Se gli agenti hanno ritenuto di alzare i manganelli avranno avuto i loro buoni motivi. Le forze dell’ordine devono portare ordine, lo dice la parola stessa. Il caso nel dettaglio non lo conosce nessuno, ma se è vero che aveva disturbato dei bambini si è meritata le botte».