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24. 04. 2024 15:11

Gli uffici post lockdown. Ecco come saranno

Il ritorno alla normalità prevederà prima o poi anche il ritorno in ufficio. Come saranno immaginati gli spazi di lavoro ai tempi del coronavirus

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Nei giorni scorsi il sindaco Sala aveva dichiarato: “Basta smartworking, torniamo a lavoro”. Ma come si trasformeranno gli uffici nell’epoca post lockdown? Ciò che è certo al momento è che i cantieri orientati alla creazione di grandi uffici, come ad esempio la torre Citylife, hanno ripreso i lavori.

Le linee guida. In base alle indicazioni dell’Inail, la task force di Colao ha previsto che i nuovi uffici siano caratterizzati da posti distanziati, da sale conferenze meno capienti, e da una continua ventilazione e sanificazione degli ambienti.

Nel frattempo un sondaggio lanciato da GlobalWebIndex rivela che il 42% degli intervistati non ne può più di lavorare da casa e vorrebbe tornare al più presto in ufficio. La soluzione per le nuove postazioni di lavoro potrebbe essere attinta direttamente dal passato: gli spazi saranno sempre meno improntati sul coworking, e potrebbero tornare ai vecchi cubiculi anni’80.

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Un sistema misto. A Milano per non ricadere nelle vecchie e desuete composizioni degli anni ’80 stanno pensando ad un sistema misto. «Si cercherà una nuova condivisione – racconta l’architetto Massimo Roj, l’ideatore di uno dei due nuovi progetti per San Siro -. All’inizio, rivedremo tra le postazioni un pannello fonoassorbente, che in Usa sono alti sino a un metro e mezzo e scrivanie a scacchiera, sebbene le scrivanie siano larghe ottanta centimetri e, pertanto i dipendenti sono già posti a oltre un metro e mezzo».

Alla creazione dei nuovi uffici anti-Covid contribuirà in particolare anche la tecnologia. «Resterà per un po’ lo scanner termico – prosegue l’architetto -, percorsi per evitare contatti, servizi igienici con igienizzazione continua, spazi break con sistemi touchless, controlli con telecamere, app come immuni e anche sistemi che rileveranno quanto tempo stiamo seduti».

La vera rivoluzione sarà però nella pelle degli edifici. «Nei cappotti degli edifici si inseriranno sistemi per il controllo degli agenti patogeni – spiega ancora Roj -. In quello Unipol in via de Castillia ci sono superficie esterne mangiasmog, materiale antibatterico: il biossido di titanio, ad esempio, neutralizza germi e batteri oltre a mangiare lo smog».

 

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