Durante il lockdown il Nucleo tutela donne e minori della Polizia locale di Milano ha registrato un calo delle richieste di aiuto da parte di donne vittime di violenza. Il dato non è incoraggiante: meno richieste di aiuto non significano meno pericolo.
Violenza sulle donne: meno richieste di aiuto non significano meno pericolo
Dal primo febbraio al 30 maggio 2019 la Polizia locale di Milano si era occupata di 120 casi di violenza; nello stesso lasso di tempo nel 2020 i casi registrati sono scesi a 80.
L’assessore alla Sicurezza del Comune, Anna Scavuzzo ha spiegato che «Nel periodo della quarantena, avendo visto diminuire in maniera considerevole le denunce per maltrattamenti, è aumentata la preoccupazione. Abbiamo convenuto che ciò fosse largamente dovuto all’impossibilità per le vittime di procedere a formali denunce e richieste di aiuto».
Controlli. La Polizia Locale ha così aumentato i controlli, attraverso personale istruito, per individuare fenomeni di violenza domestica e per intercettare segnali di richiesta di aiuto da parte di vittime o potenziali tali.
Maltrattamenti. «Una donna, per fuggire dal marito violento – ha aggiunto l’assessore – ha chiesto aiuto ai vigili usando come scusa la necessità di buttare la spazzatura». E ancora «Una pattuglia durante un controllo in periodo di quarantena è stata fermata in strada da una donna fuggita dalla propria abitazione. Aveva una ferita sanguinante alla testa. Dopo le dovute indagini è stato eseguito l’arresto dell’uomo responsabile della violenza».
