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06. 10. 2024 11:59

“Yes”, una nuova campagna contro l’islamofobia: Silvia Romano testimonial

Lanciato un nuovo programma europeo contro l'islamofobia: tra i partecipanti anche Silvia Romano

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Silvia Romano torna al suo “primo amore”, ovvero il lavoro di mediatrice culturale. Lo fa prendendo parte e diventando testimonial di “Yes”, un nuovo progetto europeo per contrastare l’islamofobia.

Testimonial. Silvia Romano dopo esser rientrata a Milano dopo oltre un anno di prigionia, è diventata bersaglio dell’odio social per la sua conversione all’Islam.  Tuttavia lei non vuole parlare dei ripetuti attacchi subiti negli ultimi mesi, anche se si fa ritrarre sorridente in una foto promozionale che viene rilanciata sulle pagine Facebook dell’iniziativa contro l’odio religioso e in quelle delle associazioni giovanili musulmane.

«Credo che il mio nome possa arrecare più danni che benefici al progetto, alla comunità e alla mia famiglia», afferma con la classica timidezza che la contraddistingue. Non è della stessa opinione il project manager Domenico Altomonte, che ha voluto Silvia per ricoprire il ruolo di “master equity defender” insieme ad altri 7 giovani lombardi, quasi tutti immigrati di seconda generazione.

silvia romano testimonial campagna islamofobia

«Silvia si è candidata e abbiamo ritenuto che il suo profilo e anche le sue capacità fossero perfette per entrare nel nostro gruppo di lavoro – spiega Altomonte – . L’impegno è quello di partire dai giovani per contrastare l’islamofobia, raccogliendo segnalazioni di casi, denunce, ma fornendo anche supporto psicologico ed eventualmente legale, con la consapevolezza che la discriminazione può avere una sua tutela legale anche se esiste poco nell’ordinamento».

Contro l’slamofobia. Prenderà parte a “Yes” anche Progetto Aisha di Milano, guidato dalla mediatrice culturale Amina Al Zeer. «Questo fine settimana abbiamo finalmente potuto incontrare di persona i Master Equity Defender, gli 8 giovani rappresentanti della comunità islamica milanese selezionati che saranno impegnati in attività di supporto alle vittime di islamofobia oltre che nel primo Forum giovanile internazionale che organizzeremo presto – spiega Al Zeer – . Ci auguriamo di poter contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema che raramente viene trattato dai media e che invece ha un impatto quotidiano sulla vita delle donne musulmane».

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