Giocate bambini, giocate: in Comune l’Ordine del Giorno sul diritto al gioco

diritto al gioco
diritto al gioco

Vietare di vietare. Nessun gioco di parole, piuttosto la necessità da parte di Palazzo Marino di affermare la propria “sovranità” sul diritto al gioco per i bambini nei cortili condominiali. Un riconoscimento messo nero su bianco già nel 2014, precisamente all’articolo 110 comma 10 del Regolamento Edilizio, evidentemente non sufficiente per evitare la proliferazione di regolamenti condominiali che sempre più spesso a Milano allontanano i più piccoli dai giardini annessi alle proprie abitazioni, preferendo oratori o parchi giochi pubblici.

 

Una piccola svolta in tal senso arriva dal Consiglio comunale, con un ordine del giorno presentato da Alessandro Giungi (Pd) che verrà discusso a breve. L’obiettivo? «Parlerei di obiettivi, perché sono più di uno».

Quali sono?
«In linea di principio occorre disporre il cambiamento dell’attuale Regolamento Edilizio prevedendo l’obbligo di uno spazio giochi per i bambini, che sia interno o esterno, nelle nuove costruzioni ad uso abitativo. Quindi bisogna approntare spazi ludici nei cortili delle case di edilizia residenziale pubblica e convenzionata. In ultimo, penso sia necessario coinvolgere i Municipi e i Consigli delle ragazze e dei ragazzi in progetti e concorsi di idee che vedano protagonista il diritto al gioco dei bambini».

Da dove nasce l’esigenza di questo O.d.G.?
«Il problema principale è che avevamo e abbiamo una situazione di conclamata incertezza: introducendo i giochi dei bambini nel Regolamento Edilizio, intendiamo mettere per iscritto una regola che prevede questi spazi dedicati ai più piccoli nei giardini pubblici dei condomini. Ci sono anche delle ragioni legate ai livelli di sicurezza da rispettare. Ma il concetto fondamentale da chiarire è che il regolamento di ogni singolo condominio non può prevalere su quello del Comune di Milano».

Che cosa accadeva prima dell’istituzione del Regolamento Edilizio nel 2014?
«Esisteva il regolamento di Polizia Urbana, ma qui abbiamo voluto dare una specie di disciplina nel rispetto delle fasce orarie, con le precauzioni per la sicurezza che va salvaguardata soprattutto in alcune zone. Nei singoli palazzi non si deve continuare a dire che vale solo ed unicamente il regolamento condominiale. Perché non è così».

Quante segnalazioni vi sono arrivate?
«Tantissime, molti condomini non prevedono e non accettano il gioco per i bambini. Questo è un tema che vorrei continuare a trattare, faremo certamente altre proposte. Capita che i complessi popolari ospitino anche fino a mille persone, con tantissimi bambini: occorre trovare sempre spazio per le aree dedicate ai giochi. Il cortile di queste case è spesso enorme, un peccato non sfruttarlo per i più piccoli».

Ha parlato anche del coinvolgimento delle amministrazioni di zona.
«Esatto. Credo sia determinante il coinvolgimento dei Consigli municipali, ma anche dei Consigli delle ragazze e dei ragazzi, scelti e nominati dai loro compagni all’interno delle scuole primarie, secondarie della città e nei Centri di Aggregazione Giovanile. Chi meglio di loro può capire le necessità dei coetanei ed aiutarci a comprendere meglio dove e come intervenire?».

Che cosa dice
il Regolamento
Edilizio in vigore

Il Comune di Milano riconosce il diritto dei bambini al gioco e alle attività ricreative proprie della loro età. Nei cortili, così come nei giardini e nelle aree scoperte delle abitazioni private, deve essere consentito il gioco dei bambini, fatte salve le fasce orarie di tutela della quiete e del riposo stabilite dai regolamenti condominiali. Il gioco dei bambini avverrà all’interno delle suddette aree, come sopra già individuate, con l’eventuale eccezione di quelle che verranno espressamente indicate, da apposita delibera condominiale, come interdette – in tutto o in parte – al gioco dei bambini. Tale eventuale interdizione dovrà essere stabilità solo sulla base di fondati rischi, specificati in sede di delibera, per l’incolumità e/o per la sicurezza dei minori.
(Art. 110 comma 10)

L’ESEMPIO

Che socialità alla Ca’ Longa
In via Piero della Francesca una casa di ringhiera sopravvissuta (eccome) alla crescita verticale della città

Edoardo Colzani

Nei cortili, come nei giardini e nelle aree scoperte delle abitazioni private, deve essere consentito il gioco, fatte salve le fasce orarie di tutela della quiete e del riposo. Questo, come detto, è il “nero su bianco” dell’articolo 110 comma 10 estratto dal Regolamento Edilizio del Comune di Milano.

La notizia è che non sono poche le realtà che non solo rispettano, ma addirittura esaltano questo aspetto. È il caso della Ca’ Longa, condominio in via Piero della Francesca al civico 34 premiato a maggio proprio per il suo esempio virtuoso «consentendo e favorendo il gioco dei bambini».

Tipica casa a ringhiera di fine Ottocento, in origine cascina con stalle per i cavalli, la Ca’ Longa è sopravvissuta alla crescita verticale della città ed ospita attualmente sessanta famiglie con circa dieci bambini in età scolastica.

«È una casa predisposta storicamente per il gioco e la convivialità – racconta a Mi-Tomorrow Alessandro Lucchese, consigliere di condominio –. I più anziani si ricordano ancora come quel cortile sia sempre stato uno spazio di gioco ed ora che i bambini sono decisamente meno che un tempo è giusto che possano continuare a sfruttare questo spazio. Nelle giornate di sole girano con la bicicletta o giocano a pallone».

Certo, può capitare qualche piccolo screzio tra ragazzi, come in ogni convivenza, ma le mamme fanno rispettare diligentemente gli orari convenuti da regolamento e i pomeriggi diventano, così, più giocosi: «Ai genitori spetta il compito di tenere a bada i propri figli, poi è giusto che ci siano delle regole scritte per regolamentare la società – sottolinea Laura G., mamma residente alla Ca’ Longa –. Ho giocato tanto quand’ero piccola in cortile e ora desidero che anche mio figlio si possa divertire all’aria aperta con i suoi coetanei». Mattia, 10 anni, ha già le idee chiare: «È un nostro diritto giocare!».

Cosa sono i Consigli delle ragazze e dei ragazzi?

Finanziati dalla ex legge 285/1997 e riuniti nel progetto ConsigliaMI, sono attivi in tutti i nove i Municipi e sono costituiti da ragazzi e ragazze nominati dai loro compagni di scuola – generalmente dalla terza elementare alla seconda media primaria -, che si fanno portavoce presso delle esigenze dei giovani presso Palazzo Marino e i Consigli di Municipio.

I partecipanti vivono esperienze di cittadinanza attiva: possono esprimere le loro idee e proposte per migliorare la vita e il benessere dell’ambiente in cui vivono, nelle intenzioni sono ascoltati dagli adulti, interagiscono con questi ultimi e vengono coinvolti e valorizzati nei processi decisionali che li riguardano.

«Ogni Consiglio decide un regolamento che determina la frequenza e la modalità – spiega nello specifico il presidente del Municipio 8, Simone Zambelli – perché dipende anche dall’adesione delle scuole. Nel Municipio che presiedo ha aderito la quasi totalità dei comprensori statali, a cui vanno sommate altre paritarie. Ogni anno viene scelto un tema e si decide come svilupparlo. Lo scorso anno, ad esempio, la chiusura del Consiglio è coincisa con la realizzazione nel parco del Polo Ferrara di un murale per l’ambiente: a maggio i ragazzi hanno partecipato a tutto il processo creativo che, dopo l’individuazione delle frasi e la stampa delle maschere contenenti le lettere, prevedeva di ritagliare le stesse lettere da utilizzare nella realizzazione del murale. Il tema riguardava la rigenerazione dei luoghi pubblici».

Ad ora il progetto ConsigliaMI è realizzato dalla cooperativa sociale onlus Spazio Pensiero, con la collaborazione delle scuole partecipanti, dei Consigli di Municipio, delle famiglie e dell’Amministrazione comunale che permetterà di consolidare e rendere stabile l’esperienza attraverso la costruzione di un modello partecipativo territoriale e flessibile.

Il presupposto è che i ragazzi e le ragazze siano i cittadini del presente e non del futuro, da ascoltare per far emergere le loro idee ed apportare cambiamenti nei territori dove vivono, migliorando la vita di tutti. Per maggiori informazioni, è possibile inviare una mail a consigliami@spaziopensiero.eu, mentre le esperienze dei ragazzi sono raccolte sul sito cdzrr.milano.it.

NUMERO

176

il numero della legge del 27 maggio 1991 con cui l’Italia ha ratificato la convenzione Onu sui diritti dell’infanzia approvata nel 1989, che all’articolo 31 specifica: «Gli Stati riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed al tempo libero, di dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e di partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica».


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