Bollettino regionale, Gallera: «Milano a 9.522 contagi. Faticoso stare in casa, ma dobbiamo farlo»

La conferenza stampa dell'assessore regionale al welfare

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L’assessore regionale al welfare, Giulio Gallera, ha fornito anche questo pomeriggio il dato riguardante l’epidemia di coronavirus e come la Lombardia e gli ospedali sul territorio stanno affrontando l’emergenza.

 

Gallera: «La direttiva del Viminale non va bene»

«Siamo in una situazione che si conferma positiva rispetto ai dati – dice Gallera – ma proprio ora sarebbe folle vanificare tutto. Capiamo che rimanere in casa, soprattutto per chi ha bimbi piccoli, è faticoso. Ma stare chiusi in casa ci ha portato a vedere una luce in fondo al tunnel».

Non è piaciuta all’assessore e in generale ai vertici di Regione Lombardia la circolare del Viminale sulla possibilità di passeggiare concessa a genitori e figli. «Il risultato è che ho già ricevuto almeno tre video di chi veniva anche qui sotto a giocare a nascondino e questo non va bene perché oggi ci sono dieci persone che portano i bimbi a giocare, domani diventano cento e domani torniamo ad avere le condizioni per la diffusione del virus».

Gallera: «611 nuovi contagi a Milano»

I dati esposti da Gallera riportano 12.1449 tamponi effettuati, 44.773 positivi (+1.565), 1.342 ricoverati in terapia intensiva (+18), 11.927 ricoverati non in terapia intensiva (+44), 23.911 dimessi di cui 11.415 con un passaggio in ospedale e 7.593 decessi (+394).

I casi per provincia vedono di nuovo Milano come prima per contagi totali (9.522) e anche per crescita sulla singola giornata (+611) davanti a Bergamo (9.039 e +236) e Brescia (8.598 e +231).

Alla conferenza stampa ha partecipato Giuliano Rizzardini, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco: «Ad oggi non esistono farmaci che abbiano evidenze accertate di efficacia, la terapia principale è quella di supporto e il monitoraggio dei pazienti – dice – Usiamo farmaci che venivano utilizzate per malattie coronavirus simili o per l’Aids, in altre situazioni degli immunoregolatori finora utilizzati per l’artrite reumatoide. Un’altra modalità è stato l’uso compassionevole, alcuni farmaci hanno dimostrato di funzionare ma non sono stati ancora registrati dalle autorità».

Presente anche Paolo Grossi, direttore Malattie Infettive Asst Settelaghi, che ha confermato quanto affermato dal collega: «Le terapie che possiamo offrire non hanno evidenza scientifica. Abbiamo fatto diversi tentativi e alcuni li abbiamo parzialmente abbandonati perché i risultati non sono stati entusiasmanti. La terapia di fondo è l’ossigenoterapia e la cura attenta dei ricoverati. Ci sono una serie di progetti e di valutazioni di farmaci e speriamo di poter ottenere in tempi brevi qualche risultato per trattare al meglio i pazienti».

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