In ferie. Anzi, no. Da oggi tornano 180 agenti di Polizia Locale: basteranno?

Ecco l’ultima di una serie di giravolte in termine di provvedimenti

In ferie. Anzi, no
In ferie. Anzi, no

In ferie per la loro salute. Anzi, no. Perché ci sarà bisogno di più nei prossimi mesi. Anzi, no. Tornate al lavoro perché servono più controlli. Sono settimane sull’altalena per i ghisa milanesi. Multe per divieto di sosta non se ne fanno (se non per casi gravi). Le pratiche comunali sono state portate, per la maggior parte, sulla via telematica. E così in tempi di coronavirus la prima scelta è stata quella di mettere in ferie un bel po’ di agenti della Polizia Locale.

 

 

Lo ha ribadito anche in un video su Instagram il sindaco Giuseppe Sala (potete trovarlo sul suo profilo e su quello di Mi-Tomorrow in data 30 marzo): «Ci servirete di più dopo». Poi, però, è cambiato qualcosa. Già, perché ci si è accorti che man mano che i dati sul contagio si appiattiscono, le temperature aumentano e la Pasqua bussa alla porta, la gente pensa che il peggio sia passato e si possa tornare a prendere qualche boccata d’aria in strada. Con la scusa della spesa, della passeggiata col cane, del jogging sotto casa che poi sotto casa non è mai. Il richiamo, in questo senso, è arrivato forte e chiaro dal Prefetto, Renato Saccone, che ha sollecitato il Comune a mettere in campo un dispositivo massiccio per i controlli sugli spostamenti. Proprio perché – ribadendolo una volta di più – non è il momento di abbassare la guardia.

Da oggi 180 agenti di Polizia Locale per il controllo dei “disobbedienti”
Da oggi 180 agenti di Polizia Locale per il controllo dei “disobbedienti”

I numeri. Per svolgere il pattugliamento, da oggi saranno dunque circa 640 gli agenti sul territorio (oltre 300 pattuglie). Altre 650 le persone che da ufficio gestiscono servizi come la centrale operativa, le operazioni di Polizia Giudiziaria, il controllo delle quarantene e il supporto alle pattuglie, e circa 700 gli agenti in smart working che garantiscono la prosecuzione di tutti i servizi al cittadino. «Nel ringraziare gli agenti e gli ufficiali per il grande lavoro che stanno svolgendo al servizio della cittadinanza, ribadiamo che il dispositivo dinamico che abbiamo messo in campo si adegua ogni settimana alle diverse esigenze che la città presenta – ha spiegato il Comandante della Polizia Locale Marco Ciacci -. La bella stagione non deve indurre le persone ad uscire di più, dunque noi controlleremo ancora di più».

Zone. In accordo con la Prefettura, le attività dei ghisa riguarderanno la verifica del rispetto delle prescrizioni con particolare attenzione a luoghi di aggregazione, attività commerciali ed esercizi pubblici aperti, rispetto delle chiusure e dei divieti, parchi e giardini, rispetto di quarantene e isolamenti. Dalla Regione Lombardia è arrivato un trasferimento di fondi per 130.000 euro che il Comune di Milano utilizzerà per il potenziamento dei servizi serali, notturni e del week-end, finalizzati, come previsto, al controllo del rispetto delle ordinanze.

180

I vigili in più in servizio dalla giornata odierna per intensificare i controlli nella “Settimana Santa”. Il rischio concreto è che aumentino sensibilmente gli spostamenti e – complice le ottime previsioni meteorologiche – crescano il numero dei “disobbedienti” a caccia di ristoro all’aria aperta per le strade della città

 

La lettera di un ghisa al Sindaco Giuseppe Sala: «Perché ha lasciato che ci mettessero in ferie?»

Gentilissimo Signor Sindaco,
ha presente quei pomposi motti in latino sugli stemmi araldici dei reparti dell’esercito o dei corpi di polizia? Alcuni sono anche belli, tipo: “Nec descendere nec morari”, oppure “Ictu impetuque primus”. Anche il “Nobis Urbem Commendant” della Polizia Locale di Milano non è male. Di solito occorre aspettare una guerra per dare pieno senso a quel “non retrocedere” degli Alpini, oppure un evento straordinario, un evento epocale, una pandemia (…).

Con questo non voglio certo raccontarle che ci sarebbe stata la corsa al sacrificio da parte di noi agenti e ufficiali ai quali è affidata la città di Milano, certo che no, non sono qui a disturbarla con un’intemerata retorica; ho circa la sua età e non ho tempo per queste cose, lei poi, ancora meno. Quello che mi amareggia è la convinzione che non si sia colta una clamorosa, speriamo unica nel genere, occasione storica per riuscire a ribaltare la percezione del nostro lavoro e riacquistare una dignità che, certo anche per colpa nostra, è andata perduta (…).

Non mi lamento dell’umiliazione subita sul lavoro, che in questi giorni è andata concretizzandosi in messaggi non risposti, richieste di chiarimenti non considerate (quasi fossero cahiers de doléances), suppliche snobbate e grida spagnole; ci sono abituato, anche se stavolta la delusione è stata acutizzata dagli eventi esterni. (…).

Se avesse chiesto a noi, alla sua Polizia, alla Polizia della Città, che nella primavera del 1945 per lunghi difficili mesi garantì l’ordine pubblico a Milano, dato che le altre forze di polizia erano considerate dagli Alleati troppo compromesse con tedeschi e repubblichini (mentre 400 vigili urbani avevano attivamente militato nella Resistenza), se avesse pronunciato tre semplici parole “Milano ha bisogno”, le garantisco che non avrebbe trovato pattuglie in numero sufficiente per mandarci in giro a controllare la gente. 

E’ un nemico terribile quello che abbiamo di fronte, uno stragista infame e crudele che noi possiamo contribuire, anche in minima parte, a fermare. Perché ha lasciato che ci mettessero in ferie? Perché siamo a casa? Ci è stato detto per la nostra sicurezza, la ringrazio, davvero, ma per strada c’è bisogno di noi.


Daniele Vincini, l’intervista

di Giovanni Seu

Un passo in avanti, ma non basta. Per Daniele Vincini, segretario del Sulpl, ovvero il Sindacato unitario dei lavoratori della polizia locale, è apprezzabile la decisione del sindaco Sala di inviare nelle strade altri 180 agenti nelle strade, ma la situazione di Milano impone uno sforzo maggiore: a Mi-Tomorrow spiega cosa dovrebbe fare il Comune.

Iniziamo dai numeri: quanti sono i vigili urbani?
«Tremila persone».

Quanti sono quelli che lavorano in ufficio?
«Un terzo mentre i due terzi sono a piedi».

Perché un mese fa molti di voi sono stati mandati in ferie?
«Era previsto dal DPCM per gli amministrativi e noi siamo considerati tali».

Una qualifica che avete sempre rifiutato…
«E’ una vecchia storia, noi cerchiamo i giusti riconoscimenti per un corpo che in questo particolare momento chiede di essere utilizzato al meglio».

Cosa chiedete?
«Vogliamo essere più presenti nelle strade e non solo impiegati nella repressione: Milano è una città con tanti anziani, c’è la necessità di stargli vicino».

Quanti sono i vigili in strada al momento?
«In questi ultimi giorni 450».

In ferie. Anzi, no
In ferie. Anzi, no

E prima dell’epidemia?
«Prima erano 1.800, bisogna considerare che ci sono circa 1.000 agenti del corpo che sono anziani che non possono essere impiegati in strada».

Da 1.800 a 450 c’è una bella differenza.
«Certo, io l’ho detto subito: non dovete mandare in ferie i nostri uomini, metteteli sul territorio».

La riduzione degli agenti in strada così drastica era dettata dall’esigenza di contrastare i contagi?
«Secondo noi si poteva ugualmente lavorare in sicurezza con 2.000 uomini divisi in due squadre da mille che si alternano ogni due settimane: sarebbe stato un modo per dare continuità al lavoro e limitare lo smart working».

Forse la minore presenza di gente per le strade può giustificare meno polizia.
«Non è così, nelle periferie ci sono non poche persone che non rispettano le disposizioni, inoltre bisogna considerare che la nostra presenza è importante perché infonde fiducia e può essere un aiuto in più: noi abbiamo chiesto anche di essere impiegati in servizi di protezione civile, siamo pronti a spostare i senzatetto o portare in ospedale coloro che hanno contratto il virus».

 Adesso arrivano altri 180 agenti: cosa ne pensa?
«Lo apprezzo, mi auguro che sia un primo passo per arrivare alle squadre di 1.000: l’ho già chiesto al sindaco, ci sono i margini per implementare».

In passato avete conosciuto momenti difficili come questo?
«No, abbiamo sostenuto prove impegnative di tipo diverso quali la visita del Papa o la gestione di Expo: ricordo, peraltro che in quelle due occasioni ci furono negate le ferie per affrontarle al meglio, ora invece hanno preferito mandarci a riposo».

Com’è l’umore nel corpo?
«Ci sentiamo sminuiti, ci sono colleghi che sarebbero disposti a lavorare anche a fuori Milano».

Per finire: avete tutti gli strumenti a tutela della salute?
«Si, oggi disponiamo di tutti gli strumenti idonei».

In ferie. Anzi, no.

16 marzo 2020

La città e i cittadini in queste settimane hanno cambiato modo di vivere, e la Polizia Locale si è prontamente adeguata alle nuove esigenze, attraverso un’organizzazione dinamica, che segue l’evolversi della situazione nel comune sforzo di tutelare la salute di tutti, a partire da quella degli stessi agenti.
Anna Scavuzzo, Vicesindaco e assessore alla Sicurezza

30 marzo 2020

Qualcuno osserva che abbiamo pochi vigili e che tanti in parte sono a casa. Bisogna che i cittadini sappiamo che in questo momento stiamo cercando di mettere in ferie un po’ di vigili perché bisognerà conservare le forze e le energie perché nei mesi sarà poi una battaglia.
Giuseppe Sala, Sindaco di Milano

4 aprile 2020
Il dispositivo dinamico che abbiamo messo in campo si adegua ogni settimana alle diverse esigenze che la città presenta. Saranno disposti sul territorio circa 180 agenti in più, di cui 64 nuove reclute, che hanno appena concluso il periodo di formazione e che sono pronte ad affiancare colleghi più esperti.
Marco Ciacci, Comandante della Polizia Locale di Milano

Da oggi 180 agenti di Polizia Locale per il controllo dei “disobbedienti”
Da oggi 180 agenti di Polizia Locale per il controllo dei “disobbedienti”