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24. 04. 2024 12:56

Tutti fuori. Isole pedonali, Zone 30 e nuove Zone 15: l’estate è in strada

Corsa all'aperto. L'emergenza coronavirus ha trascinato Milano in un vortice di ripensamento di se stessa. Dalla mobilità alle riflessioni degli ultimi giorni del sindaco Beppe Sala sul lavoro agile, per arrivare infine agli spazi pubblici

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E’ scattata una corsa, lanciata e coadiuvata dal Comune stesso, al recupero della dimensione strada. Una corsa iniziata ormai qualche settimana fa con una formula dalle procedure semplificate: un portale dedicato, risposte certe entro 15 giorni e tasse di occupazione del suolo pubblico azzerate fino all’autunno (grazie anche al decreto del governo).

 

Isole pedonali, Zone 30 e nuove Zone 15: l’estate è in strada

Obiettivo: recuperare a livello economico dai mesi di chiusura di marzo e aprile e rilanciare un settore tutt’ora costretto a destreggiarsi con le restrizioni imposte dalle norme sul distanziamento. Una situazione delicata, a metà tra coscienza civica e rischio di assegnare agli esercizi commerciali il compito di gestire la sicurezza pubblica che spetterebbe alle istituzioni.

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Librerie e una farmacia. Le aree con il maggior numero di domande presentate per allargarsi su strada, ovviamente, sono quelle della movida milanese: Navigli, corso Sempione, corso Como, piazza XXV Aprile. Persino Cracco in Galleria ha chiesto e ottenuto di poter allargare di qualche metro il suo dehors. Ma la tendenza ha investito anche le periferie, dal Corvetto alle vie di Città Studi come Lomellina, Strambio e Corsica. La corsa ai tavolini all’aperto ha coinvolto e coinvolge tante categorie del commercio: da quelle più scontate come birrerie, locali, ristoranti e chioschi a quelle più ardite come macellerie, librerie (la bellissima Antigone di via Kramer), tabaccherie e persino una farmacia dalle parti di piazzale Udine.

Le novità. La sfida più esaltante, ma anche quella più delicata, di questa trasformazione radicale riguarda la modifica della viabilità (qualora necessaria). Nuove zone 30 sono state istituite in questi giorni in via Pacini (Lambrate-Piola), via Andreoli (Bovisa), via Venini (NoLo), via Marghera, via della Moscova e via Bassi (Isola). Ma si arriverà da qui al 31 ottobre a decine di strade interessate da questo limite di velocità, che consentirà anche di fare spazio a tavolini e sedie di bar e negozi anche sulla carreggiata. La vera novità riguarda però il debutto delle prime aree residenziali con limite per le automobili fissato a 15 km/h: strade, cioè, in cui i pedoni hanno la precedenza assoluta. Dovrebbero sbarcare a breve in via Thaon de Revel (Isola), via Rasori (Pagano), via Varanini e via delle Leghe (entrambe in zona NoLo). Ma è un modello che ben si adatterebbe ai tanti borghi di periferia di Milano.

Qui via Varanini – NoLoSo: «Basta auto che sfrecciano»

NoLoSo
NoLoSo

Cosa ne pensate della futura Zona 15?
«Abbiamo appreso anche noi dalla stampa di questa introduzione della zona 15. Ne saremmo molto felici, anche perché la via è stretta ma molto pericolosa. Molti automobilisti sfrecciano».

Avete fatto domanda per i tavolini su strada?
«Con il Politecnico abbiamo ideato un progetto per posizionare i tavolini in strada: stiamo aspettando la risposta del Comune».

Quindi a breve avrete novità?
«Sì, dovrebbe arrivare a giorni». 

Qui via Thaon de Revel – Deus: «In tre per i giardini, c’è sinergia»

Deus su strada
Deus su strada

Com’è strutturata la vostra proposta per l’estate?
«Noi, con Delicatissimo e KD House abbiamo presentato un progetto per posizionare alcuni tavolini nei giardini di piazzale Segrino. Il sì ufficiale è arrivato due giorni fa. Ora abbiamo bisogno di qualche giorno ancora per capire come organizzare il tutto: ogni locale avrà la sua percentuale di superficie occupabile».

In altre parti della città ognuno ha fatto per sé. Perché voi no?
«C’è una sorta di fair play tra i vari locali della strada e, parlando di un giardinetto e non del marciapiede di pertinenza, abbiamo presentato la cosa in tre per un discorso di buon vicinato. C’è sinergia, parliamo di tre realtà affermate nel quartiere».

E la zona 15?
«Non ne sappiamo molto, rimane un punto interrogativo al momento. È una cosa in divenire, ma lavoreremo anche a questo. Per noi va benissimo e ci dà maggiore sicurezza nel lavorare. Cercheremo di capire il modo per richiedere cordoli di rallentamento».

I numeri delle occupazioni esterne

2.000

Le domande presentate da bar, ristoranti e attività commerciali

800

Le richieste finora accolte dal Comune

20.000

I metri quadri di spazi esterni autorizzati

 

LE NUOVE ZONE 30
Via Andreoli
Via Bassi
Via della Moscova
Via Marghera
Via Pacini
Via Venini

LE ZONE 15

Via delle Leghe
Via Rasori
Via Thaon de Revel
Via Varanini

estate in strada
estate in strada

Il caso del Naviglio “Cenerentola”

Il promotore Maresca: «In via Sforza vorremmo la pedonalizzazione permanente»

Il Comune di Milano ha recentemente annunciato l’imminente sperimentazione (in realtà non è una novità assoluta) di una pedonalizzazione serale su via Ascanio Sforza, lungo il Naviglio Pavese da sempre un po’ messo in ombra dal più fotografato e vissuto fratello, il Grande. Ne parliamo con Antonio Maresca, promotore di una petizione che ha già raccolto centinaia di adesioni.

naviglio pavese maresca
naviglio pavese maresca

Come funzionerà la pedonalizzazione?
«Partirà il 30 giugno, fino alle 2.00 in settimana e fino alle 3.00 nel fine settimana. Sperimentazione fino al 31 ottobre».

Perché siete contrari a questa iniziativa?
«La nostra petizione chiede la pedonalizzazione permanente, h24, e contestualmente la riqualificazione della via. In particolare, citiamo un progetto annunciato nel 2018 dall’assessore Granelli, con tanto di rendering e diffuso dalla stampa, mai attuato».

Ci sono spiragli per un’apertura su quanto da voi richiesto?
«L’assessore Maran ha detto che, dopo la sperimentazione, faranno delle valutazioni. Mi è stato anche suggerito di attivarmi in qualche modo per, diciamo così, dimostrare la volontà dei cittadini. Fermo restando che trovo inconcepibile che per ogni cosa debba esistere una maggioranza di cittadini favorevole, ormai ho preso questa cosa a cuore e la porterò avanti. Ma se la politica condivide la nostra posizione la applichi, sono chiamati a prendere decisioni».

Ma la sua percezione qual è, più favorevoli o più contrari?
«Decisamente più favorevoli. Nel mio civico, tanto per fare un esempio, lo sono tutti. Tanti cittadini mi hanno contattato e anche tante realtà, come la preziosa associazione “Occupiamoci” di via Gola o i locali, come il gestore della movida. Lui mi ha spiegato che quel progetto del 2018, poi sparito dai radar, era partito da studi preliminari lanciati da loro. In generale si è creato movimento: qualcuno si è offerto di stampare volantini e di distribuirli. I pochi contrari temono più che altro due cose: i parcheggi in meno e il casino notturno. Ma soprattutto il secondo, perché per i parcheggi basterebbe rendere alcune strisce blu delle vicinanze gialle (come in via Pavia)».

Sembra già un buon punto di partenza il fatto che i locali abbiano capito che avere spazi pedonali porta vantaggi all’esercizio: pochi anni fa non sarebbe stato così.

«Vero, ma non solo. Perché in realtà i locali che mi hanno contattato vogliono la pedonalizzazione permanente, perché è solo la vivibilità diurna che porta un generale e riconosciuto miglioramento della qualità di vita. Se tu chiudi tutto all’ora dell’aperitivo porti all’aumento del traffico pedonale e del rumore notturno, senza peraltro aver effettivamente rilanciato questo patrimonio della città e avendo negato alle famiglie con bambini di passeggiare in questa bella zona».

Tema sicurezza: in effetti un tema spinoso.
«In zona ci sono problemi di ordine pubblico, spacciatori e case Aler in condizioni disastrate. Se aumenti il decoro e l’estetica, magari non risolvi al 100% il problema, ma spingi la società buona a controllare di più il territorio e a far sì che quella non altrettanto buona si ritragga un po’. E ho un’altra proposta».

Quale?
«L’istituzione di un tavolo di confronto periodico, ma permanente, tra residenti e gestori dei locali. Potremmo trovarci una volta ogni due mesi per discutere di eventuali punti critici. Tanti gestori educati mi hanno confidato di mal sopportare i clienti molesti, perché danneggiano tutti e il locale stesso. Non limitiamoci a inacidirci per ogni singolo locale la cui clientela crea problemi, vediamoci e parliamone. Stare fermi è la peggiore delle ipotesi».

Non c’è il rischio che Milano diventi un mero “mangificio”?

«Sono il primo a dire che l’eventuale pedonalizzazione permanente e la riqualificazione dovrebbero aprire ad attività commerciali varie come laboratori o artigianato. Sta anche ai cittadini sostenere queste attività. Ma non è una scusante o pretesto per non fare nulla, anche perché il casino notturno c’è già adesso. Così come ci sono gli spacciatori».

Tra i tanti vantaggi, oltre ovviamente alla vivibilità, il conseguente aumento del valore delle case.
«Certo. Pensa al Naviglio Grande e alle sue traverse come via Corsico. Oggi sembrano Parigi. Da giovane andavo a bere in quelle traverse piene di macchine e non erano tanto diverse da via Gola. Qui c’erano case sgarrupate e le birre meno costose di Milano».

Pedonalizzazioni per sempre?
«Il 71% dei cittadini milanesi, stando a un recente sondaggio internazionale, vuole più aree pedonali in città. È la percentuale più alta tra le città estere interessate. Chi vuole intendere intenda».

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