Umano sarai tu! Il Bicocca Village diventa La Città dei Robot

la citta dei robot
la citta dei robot

Un faccia a faccia direttamente con il futuro. A Milano prende il via lo show interattivo internazionale di robot e tecnologie moderne. Si chiama La Città dei Robot, è una manifestazione unica nel suo genere e tra le prime di questo tipo ad approdare nello Stivale. La fiera andrà in scena al Bicocca Village da domani fino al 9 febbraio 2020.

 

In mostra ci sono 74 robot e diverse tecnologie di ultima generazione recentemente presentate a Las Vegas, Berlino e Pechino. Tecnologie proiettate al futuro, robotica a intelligenza artificiale con la quale sarà possibile comunicare e interagire: saranno questi i punti di forza della maxi manifestazione. Si tratta di un progetto ideato nell’ambito della robotica complessa e creato per i visitatori di ogni età, ma soprattutto rivolto a un pubblico di bambini e di ragazzi, che potranno interagire, comunicare, giocare a addirittura ballare con i robot.

Lo staff dello show gli assistenti e gli ambasciatori del mondo di robotica e tecnologie moderne spiegheranno il funzionamento di ogni oggetto esposto e come interagire e giocare con ciascuno di esso. La Città dei Robot si è già svolta in oltre 30 città europee, dove lo show ha raggiunto oltre 3 milioni di visitatori. All’edizione milanese, sono stati invitati a partecipare start-up innovative e scuole italiane. «Vogliamo raccontare ai bambini, ai genitori e ai nonni delle tecnologie del domani e come le stesse saranno in grado di cambiare la nostra vita», questa in sintesi l’idea degli organizzatori dello show robotico/spaziale.

La particolarità di queste tecnologie? I robot copiano i comportamenti e le emozioni degli umani, parlano, intrattengono discorsi e giocano con i visitatori muovendosi liberamente in massima autonomia. Gli ospiti dello show potranno incontrare la ragazza-robot Kiki, chiacchierare con il muscoloso Matthew – Android di ultima generazione dei robot intelligenti, conoscere il robot britannico SociBot con suoi innumerevoli volti e osservare la recitazione del primo al mondo robot attore – Tesphian. Ci sarà inoltre il teatro dei robot itinerante più grande d’Europa con dodici robot androidi e due robot ragno che mostreranno le proprie capacità acrobatiche sincronizzate.

Tra le novità di quest’anno, l’ultima generazione del robot cane e il realistico robot ragno. Poi il primo robot pesce proveniente dalla Corea e il robot emotivo Riti dalla Francia. Il robot-barista Monty preparerà il caffè ai visitatori; in esposizione anche Pepper, celebre robot francese, e i robot-umanoidi con cui fare amicizia. Verranno presentati robot in grado di svolgere le faccende domestiche e si potrà imparare a controllare alcuni robot con un cenno della mano o con il potere del pensiero.

Sarà possibile scattare fotografie in formato 3D con la tecnologia che può “fermare” il tempo e catturare l’immagine “viva” tridimensionale. In questo modo si elimina il confine tra realtà e mondo virtuale. Attraverso gli ologrammi che librano nell’aria, imparando a controllarli con una mano. O trasformandosi in una stella, per capire come si vive nello spazio o cosa si prova a salire in un ascensore spaziale viaggiando tra gli strati dell’atmosfera. I visitatori potranno partecipare alla gara di robot ping-pong del futuro, far parte di una competizione di danza con un robot, battere i record nell’area dei giochi del futuro e testare undici zone della realtà virtuale e aumentata.

La Città dei Robot

Bicocca Village
Viale Sarca, angolo via Chiese

Da domani al 9 febbraio 2020

Lunedì-giovedì 14.00-21.00
Venerdì-domenica 10.00-21.00

Dal 23 dicembre al 6 gennaio, tutti i giorni 10.00-21.00

25 dicembre: 14.00-21.00

1 gennaio: 14.00-21.00

Infoline 327.74.90.119
lacittadeirobot.com

Lunedì-venerdì: bambini e adulti 14 euro

Sabato-domenica, vacanze scolastiche e festivi: 14 euro bambini, 16 euro adulti

I bambini fino a 3 anni sono ammessi gratuitamente senza alcuna limitazione

«Ci rivolgiamo alla gente comune»
Kudryashova: «Cerchiamo di rendere tutto molto accessibile e chiaro»

L’obiettivo de La Città dei Robot è chiaro: raccontare ai bambini (ma non solo) che cosa si cela dietro a un mondo così tecnologico e complesso. E la scelta è quello di farlo accorciando le distanze. A parlarne a Mi-Tomorrow è Anna Kudryashova, curatrice dello show.

Com’è nata idea di questa kermesse?
«Le nuove tecnologie stanno entrando in maniera sempre più preponderante nelle nostre vite. Non solo gli smartphone o le auto con il cambio automatico, ma anche tecnologie complesse come le realtà virtuali, le intelligenze artificiali. Mancava tuttavia qualcosa che raccontasse tutto ciò in modo semplice ai bambini. Così il nostro Ceo Ivan Matyukhin, dopo la nascita dei suoi figli, ha riscontrato l’esigenza di trasmettere loro qualcosa di quel mondo. Ed è nata l’idea di uno show interattivo, che permettesse di interagire e giocare con i robot».

A chi vi rivolgete?
«Ai non professionisti del settore: bambini, ragazzi, ai loro genitori, ma anche a studenti e professori universitari. Alla gente comune. Tutti coloro che ne vogliono sapere di più in questo ambito».

Cosa vi distingue da altri show di questo genere?
«Alle manifestazioni del settore, in cui si presentano tutte le novità e le scoperte dell’anno, normalmente possono accedere solo i professionisti, per altro acquistando un pass a un costo piuttosto significativo. Noi invece cerchiamo un approccio di maggiore accessibilità, anche nel prezzo, che è contenuto. E gli inviti che distribuiamo tramite i nostri partner permettono l’ingresso a un adulto e un bambino con un solo biglietto. Inoltre, collaboriamo tanto con startup giovani e poco conosciute, dando loro la possibilità di presentare le invenzioni al pubblico».

Qual è lo scopo dell’evento?
«Realizzare qualcosa di utile e interessante, per i bambini ma non solo. Cerchiamo di essere di ispirazione ai più piccoli. All’ingresso campeggia una scritta che recita “Il prossimo inventore puoi essere tu”. Banner e affissioni all’interno della fiera riportano fatti interessanti e curiosità, per spiegare e raccontare la nascita di questi oggetti. Anche le fotografie che raffigurano gli inventori sono apposte sulle pareti per ricordare ai bambini che sono gli esseri umani ad aver creato tali tecnologie. Le idee non arrivano da chissà chi o chissà dove, ma da persone come noi. Arrivano inoltre da tutti i Paesi del mondo: Cina, America, Russia e molto altro. Non c’è limite di nazionalità, colore della pelle o posizione sociale. Ognuno di noi, ognuno di questi bambini, può essere il prossimo sviluppatore e inventore. Senza limitazioni. Il messaggio è chiaro: siamo tutti esseri umani, e possiamo fare grandi cose».

Come vi sta accogliendo Milano?
«A Milano questo progetto sta già trovando un ottimo riscontro. C’è tanto interesse da parte dei cittadini. Abbiamo portato i nostri robot nelle scuole e i bambini sono stati felicissimi».

Quali sono le particolarità dei robot che presentate?
«Ci sono i robot più grandi come Promobot, che è stato sviluppato e creato in Russia, e lavora già nelle banche e nei ristoranti. Poi c’è Miro, il robot pesce, ideato da una startup coreana. Riconosce gli ostacoli, può stare sott’acqua fino a 12 anni senza ricarica, dispone di telecamere e può perciò essere usato per le ricerche subacquee. C’è il famoso Pepper, che ormai si può vedere in molti aeroporti del mondo e in alcuni ristoranti, dove serve ai tavoli e prende le ordinazioni».

Quale ruolo potranno avere in futuro?
«Ci potranno aiutare a svolgere i compiti meno complessi, in modo da darci la possibilità di avere più tempo libero per svolgere attività più creative».

Alcuni robot dello show possono assomigliare a “semplici” giocattoli…
«Bisogna però considerare che molte delle tecnologie più moderne, avanzate e complicate sono sviluppate a partire da giocattoli. Le tecnologie presenti nella Tesla ad esempio si sono sviluppate dalle piccole automobili telecomandate che esistevano già 15 anni fa. Il cane Aibo di Sony, che abbiamo in esposizione, si poteva acquistare fin dal 2000 e poteva già riconoscere il volto e la voce del suo padrone, capirne le emozioni. Un altro robot è BB8, un droide come quello di Star Wars. Una leggenda racconta che George Lucas lo abbia introdotto nella sua saga dopo aver visto questo giocattolo della compagnia Sphero».

È davvero tutto così facile come appare?
«Cerchiamo di rendere tutto molto accessibile e chiaro. In questo modo alcune tecnologie sembrano semplici. Come gli occhiali Hololens di Microsoft, per la realtà aumentata, che possono apparire privi di complessità. In realtà non lo sono. Sono realizzati con meccanismi stra-complicati che permettono lo sviluppo di tecnologie del futuro. Il fatto che semplici sensori possano creare una “mano” virtuale, ad esempio, potrà consentire ai medici di effettuare interventi chirurgici a centinaia di chilometri di distanza».

In che modo i robot copiano i comportamenti umani?
«Ciò che il robot conosce, lo apprende dagli umani. Attraverso gli algoritmi, analizzando le risposte che riceve, amplia il suo linguaggio e le possibilità di interazione. La base dei robot cresce ogni giorno».

Un esempio?
«Basti pensare ad Aibo. All’inizio, il carattere dei cani-robot non esiste, è azzerato. Viene acquisito attraverso l’interazione con il padrone; riconoscendo il tono della voce, il tipo di risposte fornite. Il suo carattere si forma da lì. Per esempio, l’Aibo dello show di Praga ha un carattere molto docile, ubbidiente. Un altro, esposto invece a Bratislava, è il completo opposto: testardo e ribelle».


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