Leonardo Horse Project: la creatività è galoppante

leonardo horse project
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Una pacifica invasione: debutta domani all’Ippodromo Snai San Siro il Leonardo Horse Project, iniziativa ideata da Snaitech con il patrocinio del Comune di Milano, che l’ha inserita tra gli eventi del ricco palinsesto di celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci.

La statua bronzea del Cavallo di Leonardo, custodita proprio all’ippodromo, è protagonista di un importante progetto di valorizzazione: spazio, nel dettaglio, a tredici originali riproduzioni in scala dell’opera, personalizzate da artisti e designer di fama internazionale.

«È il nostro omaggio alla città, al genio di Leonardo e allo splendido monumento equestre che abbiamo il privilegio e l’onore di custodire – spiega Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Snaitech – Un’iniziativa con cui vogliamo confermare l’ippodromo come casa dei milanesi ma anche come nuova location per la settimana del design».

In effetti, domani, in piena Design week, un opening party, dalle 22.30 con ingresso gratuito, svelerà i tredici cavalli di design (con quattro progetti speciali griffati Marcel Wanders, Marcelo Burlon, Andrea Mancuso e Antonio Marras), selezionati da Cristina Morozzi, che saranno disposti per tutta la settimana del design attorno alla statua equestre all’ingresso del parco dell’ippodromo.

Al termine della manifestazione, poi, le opere saranno dislocate in alcuni luoghi simbolo della città, dove rimarranno fino a ottobre. Nel corso della serata, impreziosita dal dj-set di Lele Sacchi, il Cavallo di Leonardo sarà protagonista di uno show di video-mapping che ne ripercorre la storia e il progetto.

Ad accompagnare l’installazione anche una mostra multimediale, realizzata in collaborazione con il Museo della Battaglia e di Anghiari: gli studi anatomici sull’animale, gli schizzi, i disegni e i cartoni preparatori della pittura murale mai realizzata da Leonardo della battaglia di Anghiari saranno il principio di un racconto che tocca alcuni aspetti della personalità dell’artista e della sua formazione.

Una chicca, infine, l’app di realtà aumentata Leonardo Horse Project, gratuita e disponibile per dispositivi iOS, che consente di vivere un’esperienza immersiva nella storia del Cavallo di Leonardo, ascoltando le interviste degli artisti che hanno interpretato le riproduzioni e approfondendo gli studi equestri fatti dal genio toscano, con una sezione dedicata ai bambini, i quali, attraverso una caccia al tesoro e alcuni indovinelli, potranno scoprire l’ippodromo e approfondire la conoscenza del genio vinciano.

Milanese e internazionale
La carta d’identità del cavallo di Leonardo

Età: 23 anni (in realtà 537)
Altezza: 7,30 metri
Peso: 10 tonnellate

Residenza: piazzale dello Sport, 16 – Milano c/o Ippodromo Snai San Siro (dal 1999)

Creatrice: Nina Akamu

Materiale: bronzo
Segni particolari: storico.

I primi progetti risalgono al 1482, quando Ludovico il Moro propone a Leonardo da Vinci di costruire la statua equestre più grande del mondo, in memoria del padre, Francesco. Nel 1493 il primo modello in creta, poi l’invasione dei Francesi stoppa tutto. La sua storia? Da scoprire sul sito ippodromisnai.it/il-cavallo-di-leonardo.

«Quel cavallo sulla M5»
La proposta di Forza Italia
Aggiungere la dicitura “Cavallo di Leonardo” al nome della fermata San Siro Ippodromo della M5, sulla scia di quanto già avviene, per esempio, per Lanza Brera Piccolo Teatro e Cadorna Triennale sulla Verde: è la proposta di Forza Italia, con il consigliere comunale Alessandro De Chirico che lancia una petizione.

«Uno dei modi migliori per celebrare l’anniversario della scomparsa del Maestro è valorizzare maggiormente la statua di bronzo che domina uno degli ingressi dell’Ippodromo – afferma De Chirico – Un semplice accorgimento per far conoscere il monumento». D’accordo la collega Martina Riva, consigliere della Lista Sala al Municipio 7: «Sarebbe un modo per valorizzare un monumento ingiustificatamente al di fuori dai percorsi turistici tipici della città e spesso non conosciuto dagli stessi milanesi».

I cavalli di design

Markus Benesch
Colornori, dal coreano giocare con il colore, è il nome del progetto realizzato dal designer tedesco: i nastri colorati e infiniti avvolgono tutta la superficie e visualizzano il movimento vigoroso del cavallo divenendo così decoro del suo manto dal muso fino ad arrivare agli zoccoli.

Matteo Cibic
La visione rivoluzionaria di Leonardo applicata tanto alla tecnologia quanto all’arte e il suo eterno vagare tra arti e scienze: questi gli elementi che ispirano il designer, che ha realizza un progetto in chiave ornamentale e minimalista, esaltando alcuni elementi del cavallo, come la gorgiera che lo incorona o le staffe di buon auspicio.

Serena Confalonieri
Un guerriero fiero e deciso, ma anche colorato e gentile che racconta i colori e l’energia di tante culture: un tributo a Milano, metropoli sfaccettata che accoglie e respinge, che produce e crea, in grado di calcolare ma anche di immaginare, così come faceva Leonardo.

Simone Crestani
Il cavallo diventa un unicorno, che, abbagliato dallo scintillio della sua protuberanza (realizzata in vetro lavorato a mano) perde agilità e forza e si rallenta nell’illusione di una migliore apparenza: incapace d’impennarsi e sfidare il nemico, la sua vanità finisce col costringerlo a testa bassa. Molto attuale.

Roberto Fragata
Watching into his mouth è il claim che lo stilista usa per sottolineare, con vena ironica, il rispetto con cui si è avvicinato al progetto, andando ad aggiungere contenuti all’opera leonardesca: livrea dorata e decorazione con neon fluorescente dalle tonalità pop.

Mario Trimarchi
Eternità è una riflessione sulle pieghe del tempo, tra passato e futuro: il cavallo di Trimarchi ha viaggiato nei secoli, attraversando luoghi e mondi diversi, e tutto ciò è visibile sul suo manto, con simboli reali e immaginari come tracce delle grotte di Altamira, le cavalcate delle Amazzoni e lo stemma degli Sforza.

Daniele Papuli
Eolonard nasce dalla crasi tra il nome di Leonardo e quello di Eolo, dio dei venti. Il cavallo dello scultografo eredita il sogno tutto leonardiano di librarsi nell’aria, superando i limiti della materia: la struttura alare in polipropilene accentua, in un gioco di sovrapposizioni lineari, il movimento di rotazione e il dinamismo delle ali.

Elena Salmistraro
Si va in America: la venerazione e il rispetto per questi animali, ripresa dalla cultura dei nativi americani, si traduce in simboli carichi di magia, che conferiscono poteri superiori in una sorta di armatura magica. Il Cavallo di Leonardo diviene così il condottiero vincente, il protettore della comunità, il Cavallo tra i cavalli.

«Il mio Leonardo? In prospettiva»
Il designer Vito Nesta racconta la sua interpretazione
Classe 1987, pugliese di nascita, il designer Vito Nesta (vitonesta.com) si è laureato in Disegno industriale all’Università di Firenze. Dal 2011 vive e lavora a Milano.

Ci presenti la tua opera?
«Mi sono lasciato ispirare dal Leonardo pittore dei dettagli, delle minuzie e dei particolari. In Prospettiva di Perdimento ho scelto di concentrarmi sullo studio del paesaggio che circonda la misteriosa figura femminile del suo quadro più celebre: la Gioconda. Ho creato sulla superficie una prospettiva, in cui vi sono delle parti più ravvicinate, con alcuni elementi come il ponte di Buriano molto dettagliati, e altri, come i monti in fondo al lago, un po’evanescenti, con colori pastello sussurrati, sospesi».

Perché questa scelta?
«Sono nato e cresciuto in un contesto familiare che da subito mi ha messo in contatto con la natura della campagna pugliese, tra mandrie di cavalli e mucche e distese di ulivi: è stata una scelta inevitabile, naturale appunto».

Da artista e da milanese d’adozione, come vedi la Milano del presente e del futuro?
«Milano da ormai parecchi anni sta dimostrando di essere una delle città più sensibili, se non la più sensibile, nel dare il giusto contribuito all’arte a tutto tondo e ciò la proietta a livello internazionale. Iniziative come questa sono modi originali per ridurre anche la distanza tra l’arte e il grande pubblico: Milano, in questo senso, è all’avanguardia».

Che ne sarà del tuo cavallo, dopo la Design Week?
«Come gli altri, sarà ospitato per qualche mese in un luogo simbolo della città. Non solo: Prospettiva di Perdimento è stato, infatti, “adottato” dal Gruppo Sarda Immobiliare, che lo esporrà a Porto Cervo: Milano, insomma, dà inizio a qualcosa che vivrà, si spera, a lungo».


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