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23. 04. 2024 16:22

Cucine da incubo: si riaccende il faro sulle mense scolastiche

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«Un film dell’orrore»: così il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha definito la situazione delle mense scolastiche nel nostro Paese. L’ultimo monitoraggio dei carabinieri del Nas parla di una mensa su tre irregolare, 576.000 euro di sanzioni e oltre due tonnellate di alimenti sequestrati.

«Cibi scaduti, gravi carenze igieniche, perfino topi e parassiti – ha raccontato Grillo -. Come madre e ministro mi indigna pensare che sulle tavole dei nostri figli, a scuola, possano finire escrementi, muffe o alimenti di dubbia origine. Oggi chi lavora nel settore delle mense sa che vi sono regole chiare da seguire e tutti i mezzi per garantire tracciabilità e correttezza di conservazione degli alimenti. Per questo non possiamo permettere il menefreghismo di chi stipula contratti ben precisi e poi fa il furbo o peggio. A maggior ragione quando è in gioco la salute dei più piccoli e vulnerabili: i bambini».

IL BUSINESS • La questione, insomma, è sempre più delicata. Come ha evidenziato nelle settimane scorse la “vicenda del tramezzino” servito da Milano Ristorazione ai bambini milanesi, con tanto di risarcimento in buoni alle famiglie per 65.000 euro. Secondo la Coldiretti, dietro alle mense c’è un business calcolato in 1,3 miliardi di euro, grazie a 380 milioni di pasti all’anno per due milioni e mezzo di studenti, nella sola refezione della scuola dell’obbligo. «Con le dimensioni del fenomeno evidenziate dai Nas non è quindi un caso se un italiano su quattro (26%) ha una valutazione negativa dei pasti serviti nelle mense scolastiche», spiega ancora l’associazione degli agricoltori, citando un’indagine svolta con Ixe dalla quale si evidenzia peraltro che una netta maggioranza del 71% ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare, mentre solo il 12% ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di più.

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CHILOMETRO ZERO • Per assicurare il miglior rapporto prezzo/qualità, ma anche per educare le nuove generazioni, Coldiretti sollecita a privilegiare negli appalti delle mense scolastiche i cibi locali e a km 0 che valorizzano le realtà produttive locali e riducono i troppi passaggi intermedi dietro i quali più elevato è il rischio di frodi e sofisticazioni. A questo proposito, l’associazione è impegnata nel progetto “Educazione alla Campagna Amica” che coinvolge alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia che partecipano a lezioni in programma nelle fattorie didattiche e nei laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe.

DALLA REGIONE • «I numeri sulle irregolarità nelle mense scolastiche sono preoccupanti», ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Fabio Rolfi, annunciando che nel 2019 la Lombardia istituirà l’osservatorio regionale sulla ristorazione collettiva. «Raccoglieremo tutte le esperienze del territorio – spiega Rolfi – valorizzando quelle positive già esistenti, e coinvolgeremo le rappresentanze del mondo della scuola, delle famiglie e del mondo agricolo per puntare sulla qualità dei prodotti alimentari che finiscono nelle mense lombarde e su una nuova alleanza tra ristorazione scolastica e settore primario». E il Codacons annuncia azioni a tappeto. «Le mense incriminate per irregolarità devono restituire alle famiglie quanto percepito per il servizio svolto e devono essere indagate per reati connessi alla salute pubblica, ha tuonato il presidente dell’associazione», Carlo Rienzi.

I NUMERI

1,3 miliardi di euro,

Il business italiano della refezione scolastica

380 milioni,

I pasti serviti nella sola scuola dell’obbligo

26%,
La quota di pareri negativi sul cibo servito nelle mense

Fonte: Coldiretti / Ixe

«Troppe disparità nel Paese»
Save The Children chiede un intervento al Governo

«A tutti i bambini deve essere garantito senza differenziazioni e discriminazioni il servizio della mensa scolastica con standard alimentari di qualità. Si colga l’occasione della proposta inserita nella Legge di Bilancio di estendere il tempo pieno fino a generalizzarlo, per porre finalmente mano al tema e assicurare il servizio almeno a tutti i bambini delle scuole primarie». Lo afferma Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita ai bambini e garantire loro un futuro.

Secondo l’associazione, nel 2017, solo il 51% degli alunni della scuola primaria in Italia ha avuto accesso ad una mensa, con disparità enormi nei sistemi di refezione scolastica e una distanza sempre maggiore tra Nord e Sud. «La mensa svolge una funzione educativa ed è uno strumento efficace per combattere la dispersione scolastica – continua Milano –. Nel nostro Paese ci sono un milione e 200mila bambini e adolescenti in condizioni di “povertà assoluta”, un’offerta alimentare di qualità in uno spazio adeguato permette di assicurare, almeno una volta al giorno, un pasto nutriente e bilanciato».

Dal tramezzino al budino: i casi di Milano Ristorazione

Il viaggio di
Emma Anna Candela

Dal salato al dolce, Milano Ristorazione s’inceppa ancora. L’ex municipalizzata del Comune, controllata per il 99% da Palazzo Marino, torna a far parlare di sé dopo il “tramezzino gate” costato, lo scorso novembre, 65.000 euro di “buoni scuse” da spendere in libri o materiale scolastico. Tuttavia, nonostante la mano tesa della società che prepara e distribuisce pasti ai bambini milanesi, nei giorni scorsi l’ennesima denuncia è arrivata da alcune rappresentanti delle classi della primaria dell’Istituto Comprensivo Maffucci di via Bodio e della Scuola dell’Infanzia Catone dove a fine pasto, ai propri figli, è stato servito un budino al cioccolato con la muffa.

Milano Ristorazione ha sostituito le tre confezioni, spiegando: «Un prodotto confezionato e a lunga conservazione resta integro e dunque impossibile da ispezionare fino al momento in cui non viene aperto per la consumazione». Sempre secondo le spiegazioni fornite dalla società, «i budini facevano parte di un lotto di 114.048 vasetti, la cui scadenza riportata nelle confezioni era 2 settembre 2019. Di questi, il centro cucina Castellino da Castello, da cui provenivano i tre budini con muffa, ha distribuito nella giornata del 10 dicembre scorso un totale di 2.141 pezzi». «Il produttore – spiega ancora Milano Ristorazione – ha sul suo sito la spiegazione tecnica di ciò che può essere accaduto».

IL PRODUTTORE • E così sul sito di AltroMercato, a tutela della propria immagine e della bontà del prodotto, si scrive che «il budino al cioccolato viene consumato da anni dagli studenti milanesi ottenuto con latte fresco parzialmente scremato, zucchero di canna e cacao in polvere. Il cacao e lo zucchero utilizzati – si legge – provengono da filiere equosolidali e la formulazione è stata pensata per una corretta alimentazione giovanile». Un caso analogo si era già verificato nel novembre 2017 quando sette erano stati i budini, parte di un lotto di 84.078 pezzi, a presentare la muffa.

LA FRUTTA • E da qui la domanda a Milano Ristorazione sull’acquisto dei lotti in grandi quantità che esula il budino e viaggia sulla qualità ad esempio della “frutta di stagione” Alcune educatrici lamentano, infatti, di trovarsi di fronte a “pere durissime” o “arance molli” a maggio/giugno. Milano Ristorazione, costretta ad acquisti massivi, si difende con indagini di mercato: «Su un campione rappresentativo di 13.157 opinioni dei bambini dalla seconda alla quinta classe e raccolte mediante questionari dedicati ai menù invernale e estivo proposti nell’anno scolastico 2017/2018, l’opinione è stata globalmente positiva. Certo verdura e pesce restano sempre gli alimenti meno amati ma complessivamente ai nostri bambini piace ciò che Milano Ristorazione serve alla mensa scolastica» A quando un’indagine sul gradimento del pasto per insegnanti ed educatrici? «Per noi era doveroso ascoltare i bambini, i veri consumatori della mensa scolastica».


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