«Stiamo per avere la battaglia di Milano», aveva dichiarato nella giornata di ieri il professor Massimo Galli dell’ospedale Sacco. E molto probabilmente questa battaglia inizia proprio da qui, dalla prima notte di coprifuoco. Mi-Tomorrow è sceso tra le strade di Milano per documentare come la città si è preparata all’ora “X”.
Ore 22.40. La nostra telecamera si ferma sui Navigli. Ormai sono rimaste poche persone in giro. I camerieri degli ultimi locali ancora aperti si affrettano a ritirare le sedie dei propri dehors. Qualche rider spinge le gambe più veloci sulla propria bici per concludere l’ultima consegna: il coprifuoco non fa eccezioni neanche per loro.
Gli ultimi passanti camminano alla spicciolata verso le proprie abitazioni. Si guardano intorno un po’ disorientati come se non volessero veramente credere a questa nuova realtà. Ma a confermar loro che tutto ciò non è solo un brutto sogno ci sono gli immancabili “ghisa”, già posizionati con le proprie volanti sulle principali arterie a controllare la situazione.
Ore 23. I lampioni restano ad illuminare le strade vuote. Gli agenti della Polizia locale camminano in piccoli gruppi lungo i Navigli. Di persone non se ne vedono più. In lontananza solo il rumore degli ultimi autobus che tornano verso i depositi. Questa è la Milano da coprifuoco. La Milano pronta ad affrontare una delle battaglie più dure della sua storia.