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19. 04. 2024 10:30

Milano, le palestre ripartono con il freno a mano: troppe regole e poca affluenza

Le palestre riaprono le porte, ma l'affluenza non è delle migliori

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A Milano e nel resto d’Italia ripartono finalmente anche le palestre. Tuttavia, potremmo dire che è stata una partenza con il freno a mano tirato. I dati della prima giornata parlano di una concentrazioni dei clienti nella fascia serale, mentre l’affluenza mattutina e pomeridiana è stata piuttosto bassa.

Palestre, i motivi della scarsa affluenza

«Poca gente nelle prime ore e in pausa pranzo, un’affluenza invece in aumento da metà pomeriggio e fino alla chiusura delle 22, con un picco fra le 19 e le 21», racconta al Corriere Francesco Iezzoni, presidente dell’associazione palestre FitComm.

Il motivo purtroppo è molto semplice: l’impossibilità di potersi lavare dopo l’allenamento. «Da addetti ai lavori ci sembra che il motivo di queste scelte orarie sia il divieto di utilizzare le docce che penalizza chi deve andare in ufficio — prosegue Iezzoni — e molti per questo hanno escluso mattina presto o break».

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Inoltre va evidenziato che il periodo di maggio è quello relativo alla bassa stagione per le palestre. A tutto ciò si aggiungono anche le regole molto rigide dei protocolli: distanziamento di due metri, 1 persona ogni 12 metri quadri e via libera ai corsi e agli allenamenti con personal trainer ma solo su prenotazione. In questa fase poi, i gestori hanno anche l’obbligo di tenere il registro delle presenze per 14 giorni.

Non a caso, secondo una ricerca del settore, il 30-40% dei centri fitness ha deciso di riaprire direttamente a settembre.

 

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