Nulla è come sembra: al via il primo Milano Sushi Festival

milano sushi festival
milano sushi festival

Un bastimento carico di pesce crudo è pronto a sbarcare in una delle location più esclusive per gli eventi in città: da domani a domenica, infatti, in piazza Città di Lombardia, approda la prima edizione di Milano Sushi Festival.

La kermesse, dedicata appunto al piatto portabandiera della cucina giapponese nel mondo a base di pesce crudo e riso bianco (con infinite varianti), vuol essere una celebrazione del gusto nipponico, ma anche una sorta di gemellaggio tra popoli.

E così per cinque giorni la piazza coperta più grande d’Europa diventerà ancora più internazionale, ad ingresso totalmente gratuito, dalle 12.00 a mezzanotte.

I visitatori avranno la libertà di decidere cosa assaggiare di una delle cucine più pregiate al mondo, ma potranno anche solo curiosare fra i tanti contenuti che accompagneranno tutto lo svolgimento dell’evento: Taiko, shodo, dj set made in Japan, cosplayer, animazione, degustazioni di Sake, birra giapponese (l’Asahi Super Dry è quella ufficiale del Sushi Festival), vini italiani e internazionali.

La cucina principale della manifestazione sarà gestita da Finger’s e dal suo noto chef patron Roberto Okabe con il suo team. E’ prevista un’area quadrata centrale dove gustare una ricca e variegata proposta di sushi, special rolls, zuppe, ravioli gyoza, tartare e altri piatti tipici giapponesi, ma anche freschissimi cocktail perfetti per essere abbinati a queste specialità: un’occasione per scoprire la cucina di uno dei più gettonati ristoranti giapponesi di Milano che festeggia il proprio quindicesimo anniversario.

Altri corner food saranno gestiti da realtà presenti sul territorio milanese, come Sushita, Karē No Kuruma, Takoyaki Ya, Pops Soba by Zazà Ramen e Maido.

Oltre gli eventi musicali, è stato pensato un palinsesto di incontri culturali che metteranno al centro proprio la cultura del Sol Levante. A completare l’offerta del Festival ci sarà un mercatino etnico con ceramiche Uzu.

DA NON PERDERE

Il vero Sakè
Kagami biraki è la cerimonia tradizionale di apertura, anzi “rottura” della botte del sakè. Simbolo di buon auspicio, è la perfetta inaugurazione di questo festival che parte dalla tradizione per romperne gli schemi rigidi e puntare alla valorizzazione di un Giappone “urbano” e innovativo.
Domani alle 20.00

House “made in Japan”
Hirokomeister è cantante-tastierista giapponese, ha iniziato la propria carriera musicale suonando le tastiere in progetti come David E Sugar (kitsune, Greco roman) e Chik Budo. Attiva inizialmente soprattutto nella scena britannica, vive a Milano e si è esibita come deejay in eventi esclusivi per Louis Vuitton, ma anche alla Vogue Fashion’s Night e al Pitti di Firenze. Al Sushi Festival proporrà un djset a base di funk, disco e house.
Venerdì 21 e sabato 22 giugno dalle 20.00

Tra energia e calligrafia
Shodō, ovvero la via della scrittura, è una particolare arte calligrafica. L’azione del pennello converte in segni i gesti del calligrafo: segni decisi o incerti, veloci o lenti, sottili o spessi, ma contengono sempre una forza che tradizionalmente viene definita qi/ki (traducibile approssimativamente in “energia vitale”). Proporzioni, ritmi, equilibri, pieni e vuoti, la scrittura diventa così un “sismografo” dell’animo umano.
Sabato 22 giugno alle 19.00

Le mille luci di Tokyo
Ohayo (ohayo.it), magazine online che racconta il Giappone a 360 gradi organizza alcuni talk dedicati proprio alla cultura nipponica: dalle tradizioni alla promozione turistica attraverso presentazioni di libri. Da non perdere Tokyo lights: la tecnologia ultramoderna, la cultura pop, robot, anime e cosplay, per raccontare le mille luci della capitale giapponese. Ci sarà un banchetto dove si potrà pescare l’Omikuji, la “lotteria sacra”: consiste nella possibilità di “pescare” alla cieca, da una scatola che viene scossa, un foglietto contenente una predizione divina, un oracolo scritto per conoscere cosa ci riserverà il futuro.
Domenica 23 giugno alle 16.30

Cartoon originali
Erikottero intratterrà i visitatori del Sushi Festival con le sigle dei cartoni animati giapponesi in lingua originale. Eriko Kawasaki è una cantante e modella giapponese, diplomata in musica lirica e pianoforte, volto noto agli appassionati grazie alla sua carriera tra Italia e Giappone, ospite delle più grandi fiere del fumetto in giro per il mondo.
Domenica 23 giugno alle 17.30

Onorando gli spiriti
Bon Odori è una tradizione buddista giapponese per onorare gli spiriti dei propri antenati, attraverso una danza (le cui musiche e ritmi mutano di regione in regione) durante la quale si crede che gli spiriti dei nostri cari danzino insieme a noi.
Domenica 23 giugno alle 18.30

IL PERSONAGGIO

«Io, papà del sushi fusion a Milano»
A tu per tu con Roberto Okabe, patron del Finger’s Garden
È il papà del sushi a Milano nella sua accezione più fresca e moderna, lavorata e mai scontata. Con la voglia di evolversi sempre, ma anche e soprattutto di far conoscere tradizioni spesso travisate. Roberto Okabe ci accoglie nella sua casa professionale, il Finger’s Garden di via Keplero, alla vigilia di un appuntamento che lo vedrà grande protagonista.

Chef, cosa sarà per lei il Milano Sushi Festival?
«Credo sarà un grande divertimento. Mi sono fidato degli organizzatori perché hanno un curriculum fatto di tanti festival e sono venuti incontro alle mie esigenze. Ma è anche importante far capire a chi parteciperà che è un progetto pilota e che abbiamo intenzione di darvi continuità, non solo a Milano».

Perché Milano ama il sushi?
«Cercare di capire la mente di un popolo è difficile, ma penso al fatto che la cucina sia sana e leggera, che il pesce dia grandi benefici e che il Giappone sia visto come una cucina più sana e prelibata. In Italia si sta molto più attenti alla concezione di salute mangiando: si beve meno, si mangia meglio».

Ma spesso le tasche ne risentono…
«In realtà questo tipo di eventi sono un modo proprio per rendere il sushi più democratico. Ho cominciato a preparare la linea pensando di partecipare ad una manifestazione popolare, ma poi ho pensato che così non siamo noi. Allora ho lavorato su soluzioni ad un prezzo modico: insalata, gyoza, yakitori con pollo, yakiniku, non solo maki ma anche nigiri. Però è un festival del sushi, quindi devo fare anche il chirashi… Alla fine si trova di tutto. Ed essendo un lavoro molto impegnativo, chiudo uno dei miei ristoranti proprio per dedicarmi alla preparazione completa. È una scommessa, ma la faccio con piacere».

Una scommessa di grande gusto…
«Trasporteremo l’idea del ristorante e della piazza, con tanto di attrazioni culturali. Chiunque potrà trovare i piatti che trovano normalmente in ristorante, ma con un prezzo più alla portata. Ma mi permetta di dire un’altra cosa».

Prego.
«Sui social ho già letto commenti perplessi per il caldo che farà, per un presunto pericolo salmonella: avremo addirittura dieci frigoriferi a disposizione e, nonostante ciò, il pesce verrà lavorato in sicurezza esclusivamente al ristorante. Ci sono una serie di normative che dobbiamo rispettare. La piazza, peraltro, è al coperto ed è una struttura perfetta per ogni situazione atmosferica».

Come vede il futuro della cucina giapponese nella nostra città?
«Penso di essere colui che ha portato il cosiddetto sushi fushion qui, quando sono arrivato c’erano solo tre ristoranti tipici giapponesi. Abbiamo portato un sushi rivisto, un po’ “americano”. Nel 1997 qui nessuno faceva gli uramaki. Ho visto l’evoluzione indirettamente riflessa da me stesso, perché i miei cuochi andavano ad aprire altri ristoranti. Direttamente o indirettamente, ho aperto una trentina di ristoranti».

Finger’s a parte, qual è la sua classifica di ristoranti nipponici a Milano?
«Nobu ha dato molta qualità a livello di sushi rivisitato. Ma se provate Poporoya, Osaka, Zero o Basara non sbagliate. Milano non è ancora a livello di Londra, ma ci sono molte più fiere. Una volta erano a febbraio, giugno, settembre: ormai ci sono praticamente sempre. Noi lavoriamo per elevarne il livello, a partire da domani».

«Un Giappone più profondo»
La sfida della kermesse nelle mani dell’organizzatore Lorenzo Macalli
«L’idea di un nuovo progetto nasce sempre da una domanda: cosa potrebbe incuriosire?». Ci presenta così il Milano Sushi Festival il suo organizzatore Lorenzo Macalli: «Negli ultimi anni si è andati un po’ ad inflazionare il comparto con street food e all you can eat, per questo l’obiettivo è sfruttare il sushi come amo commerciale per poi raccontare la cucina giapponese come stile di vita».

Ma la kermesse non si ferma alla cucina.
«Esattamente. Il primo giorno avremo dei parkouristi che partiranno dalla Stazione Centrale con le nostre magliette per fare un po’ di teasing, quindi verranno accolti in piazza da una dimostrazione di tamburi giapponesi, al termine della quale avrà luogo l’inaugurazione con la tradizionale Kagami biraki, la rottura della botte di sakè».

Ci sono dei temi giorno per giorno?
«In parte. Giovedì sarà la giornata dell’Asahi, mentre venerdì si snoderà fra talk sul Giappone e il dj set con dj Hiroko. Sabato abbiamo previsto una dimostrazione Shodo, l’arte giapponese della calligrafia, mentre piatti forti della domenica saranno il concerto di Erikottero e il Bon Odori, una danza giapponese tipicamente estiva di cui mostreremo anche un video tutorial, con la speranza che chiunque voglia impratichirsi si unisca al ballo».

Che obiettivi vi ponete a lungo termine?
«Intanto vorremmo che sia il primo di una serie di festival, ci auguriamo che il pubblico apprezzi e spero di avere una piazza piena di coloro che desiderano conoscere un Giappone un po’ diverso, un po’ più profondo».

Non si pagherà in euro ad ogni stand, ma in token: come funzionano?
«Ci saranno delle casse, una centrale e due su altri due ingressi dove il pubblico potrà cambiare gli euro. Saranno a disposizione un token bianco del valore di due euro e uno rosso da dieci euro. Tutti i menù saranno espressi in token, chiunque potrà fare affidamento su una comunicazione visiva particolare evidente ed esplicativa. I token saranno validi per la parte food and beverage, non per il mercatino del weekend».

Di che cosa si tratta?
«Sarà un vero è proprio mercatino dove scegliere fra ceramiche giapponesi e piccoli oggetti fatti a mano. Protagonista, tra gli altri, Tanabata, un negozio italiano ma dall’anima giapponese che proporrà i propri kimono. E ci sarà anche uno stand dedicato esclusivamente al sakè».


www.mitomorrow.it

www.facebook.com/MiTomorrowOff/