Milano si appresta a vivere un nuovo weekend, che a quanto pare sarà un sorvegliato speciale dopo le scene viste la scorsa settimana lungo i Navigli. Questa settimana è stata però anche un banco di prova per i nuovi orari della città. Hanno funzionato?
La situazione. È ancora troppo presto per stilare un bilancio oggettivo, ma nonostante i trasporti abbiano tenuto l’impatto della riaperture scolastiche, qualcosa non è andata per il verso giusto.
Analizzando le fasce orarie si nota un aumento del traffico del 5% nell’ora di punta compreso tra le 8,30 e le 9,30. Un orario alquanto anomalo se si considera che il 40% degli ingressi a scuola avvengono prima delle 8 ed i negozi al dettaglio aprono dopo le 10. Quindi, qualcuno si muove fuori dall’orario preventivato. «E non sono i negozianti che fanno i furbi — spiega Marco Barbieri, segretario di Confcommercio Milano —. I commercianti sono gli unici a rischiare davvero, dato che l’ordinanza prevede una multa per chi sgarra sugli orari. Sono gli uffici che hanno orari troppo elastici».
Allora chi sono i colpevoli? Gli uffici. Per banche, assicurazioni, liberi professionisti, in generale gli uffici, esiste solo una raccomandazione di ritardare l’apertura alle 9,30 e non fissare appuntamenti prima delle 10. Ma resta una zona d’ombra poco verificabile.
«Dobbiamo tenerci stretta la zona gialla e per farlo dobbiamo fare un sacrificio tutti – dichiara Barbieri al Corriere -. L’obiettivo è la continuità, per non continuare ad essere trattati come degli interruttori che si accendono e spengono». Anche il prefetto Renato Saccone ha invitato gli uffici ad incentivare lo smart working.
Nel frattempo ci prepariamo ad un nuovo weekend, durante il quale verranno intensificati i controlli in particolare nella zona movida. Qui tanti gestori furbetti hanno prolungato l’orario d’apertura dopo le 18 continuando a servire alcolici nonostante il divieto.