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18. 04. 2024 11:19

Obiettivo 23.00: continuano le pressioni per ritardare il coprifuoco

Si punta ad allungare il coprifuoco di un’ora, ma ogni decisione è rinviata a metà maggio

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E’ la vigilia di un primo significativo “stress test” per Milano che si prepara ad un fine settimana nella nuova zona gialla, con bar e ristoranti aperti a pranzo e a cena, anche se solo all’aperto.

Restano in ballo due variabili: la festività del Primo Maggio che potrebbe indurre tanti ad una mini-fuga dalla città e le previsioni meteorologiche che non promettono un tempo favorevole per pasti in dehors.

Ad ogni modo, la circolare inviata dal Viminale alla Prefettura parla chiaro e invita ad alzare il livello dei controlli soprattutto nei giorni festivi e in particolar modo nelle zone ad alta concentrazione di locali pubblici.

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Venerdì. Oggi, intanto, arriveranno i risultati del consueto monitoraggio della cabina di regia nazionale sull’andamento della curva epidemiologica del Covid. In Lombardia la discesa dei ricoveri nelle terapie intensive e negli altri reparti ospedalieri è ormai costante. Ogni effetto della zona gialla, tra l’altro, non sarà visibile prima di dieci giorni, essendo iniziata appena da lunedì scorso.

Tutti a casa. «Non posso che ribadire che bisogna presto rivedere la misura del coprifuoco, come richiesto da tutte le Regioni di ogni colore politico – ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana -. Aspettiamo qualche dato nuovo e se c’è un trend di miglioramento, credo che si possa almeno iniziare ad allentarlo alle 23.00 e vediamo l’evoluzione come va, poi si può anche arrivare gradualmente a mezzanotte e ridare un po’ di libertà ai nostri ragazzi».

Attilio Fontana
Attilio Fontana

Secondo il Governatore, «il rischio è che poi la gente, comunque, non rispetti più le regole o che vengano bypassate. Bisogna trovare un equilibrio. Ci vuole buonsenso. Allungare di un’ora era un giusto compromesso che poteva dare respiro anche ai ristoranti».

Il Governo si è formalmente impegnato in Parlamento a rivedere le misure nel mese di maggio in base sia all’andamento dei casi Covid-19 sia alle vaccinazioni in corso che in Lombardia hanno toccato ormai la soglia delle 100mila quotidiane.

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