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24. 04. 2024 20:52

Ci siamo: ecco il reddito di cittadinanza

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È stato il tema politico che ha tenuto banco per oltre un anno, suscitando un’ondata di polemiche e di entusiasmo, adesso si è arrivati al dunque: da domani si potrà fare le domanda per accedere al reddito di cittadinanza. C’è tempo sino al 31 marzo per potere usufruire del beneficio già dal mese prossimo, queste sono le informazioni fondamentali per chi vuole ottenerlo.

DOVE FARE LA DOMANDA
Ci sono tre possibilità per inoltrare la domanda. Si può fare on line, se in possesso delle credenziali Spid, sul sito redditocittadinanza.gov.it utilizzando il modulo dell’Inps tramite un link che rimanda direttamente l’utente sul sito dell’Istituto di Previdenza. Oppure tramite le Poste, solo dopo il quinto giorno di ciascun mese, scaricando dal sito dell’Inps i tre moduli necessari.

La terza possibilità è frutto dell’intesa raggiunta venerdì scorso tra il Ministero del Lavoro, Inps e Consulta dei Caf che consente a questi ultimi di ricevere le domande del reddito di cittadinanza. Le informazioni contenute nella domanda, una volta trasmessa, vengono comunicate all’Inps entro dieci giorni dalla richiesta.

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L’istituto poi, entro i successivi 5 giorni, verifica il possesso dei requisiti sulla base delle informazioni disponibili nei propri archivi e in quelle delle amministrazioni collegate e, in caso di esito positivo, riconosce il beneficio.

CARD PER LA SPESA
Il reddito sarà erogato attraverso la RdC Card emessa da Poste Italiane. Oltre all’acquisto di beni e servizi di base, essa consentirà di effettuare prelievi non superiori a 100 euro mensili per i nuclei familiari composti da un singolo individuo, che crescono in base al numero di componenti il nucleo, e effettuare un bonifico mensile in favore del locatore indicato nel contratto di locazione o dell’intermediario che ha concesso il mutuo.

È vietato l’utilizzo del beneficio per il gioco d’azzardo. È prevista inoltre la decurtazione dalla Carta degli importi complessivamente non spesi o non prelevati nei sei mesi precedenti, ad eccezione di una mensilità.

I REQUISITI
Il reddito di cittadinanza è vincolato all’Isee, l’indicatore della situazione economica, riferito alla famiglia. La soglia da non oltrepassare è di 9.360 euro, il patrimonio immobiliare diverso dalla prima casa di abitazione può arrivare fino a 30.000 euro. Il patrimonio finanziario non deve superare i 6mila euro ma può arrivare fino a 20mila euro per le famiglie con persone disabili.

Il beneficio si compone di due elementi: una componente a integrazione del reddito familiare fino alla soglia di 6mila euro l’anno, una componente, a integrazione del reddito delle famiglie che vivono in affitto, pari all’ammontare del canone annuo di locazione fino a un massimo di 3.360 euro. Il beneficio economico, inoltre, non può essere inferiore a 480 euro netti.

OFFERTE DI LAVORO
Chi percepisce il reddito sarà impegnato in corsi di formazione e attività di pubblica utilità. Riceverà anche tre offerte di lavoro: nei primi 12 mesi la prima potrà arrivare entro 100 chilometri o 100 minuti di viaggio. Se viene rifiutata la seconda offerta potrà arrivare entro 250 chilometri e se anche questa viene rifiutata la terza offerta potrà arrivare da tutta Italia.

Il compito di proporre il lavoro sarà svolto dai Centri per l’Impiego che, grazie all’assunzione di circa 6mila navigator, aiuteranno i beneficiari del reddito di cittadinanza a trovare opportunità di lavoro.

INCENTIVI PER LE IMPRESE
La durata del reddito di cittadinanza è di 18 mesi: alla scadenza, se sussistono i requisiti, è possibile il rinnovo con lo stop di un mese. Le aziende che assumono un beneficiario del reddito di cittadinanza nei primi 18 mesi di fruizione del beneficio, ottengono un contributo sotto forma di esonero contributivo pari alla differenza tra 18 mesi e i mesi già fruiti dal beneficiario.

Per quanto riguarda i controlli, l’Agenzia delle Entrate lavorerà insieme a Inps e Guardia di Finanza: l’obiettivo è incrociare le banche dati.

«Misura assistenzialista, molto confusa»
Comazzi (Forza Italia): «I centri per l’impiego sono carrozzoni»

La maggiore chiusura al reddito di cittadinanza arriva dalla formazione più liberista della politica. Secondo Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Regione e consigliere comunale, non c’è niente di buono da aspettarsi dal provvedimento.

Eppure è una delle misure clou di questo governo.
«Questo governo ci ha puntato molto, ma Forza Italia non è assolutamente d’accordo perché non risolve il problema del lavoro e delle povertà, è solo una misura assistenzialista peraltro molto confusa».

Cosa non è chiaro?
«Non si sa ancora bene chi siano i navigator, chi li assume, non si capisce chi saranno i beneficiari del reddito, di sicuro c’è solo che ben 6 miliardi di euro graveranno sul bilancio come spesa corrente: purtroppo c’è stata un’accelerazione dovuta al tentativo del 5 Stelle di recuperare consensi in vista delle elezioni europee».

Per molte persone sotto la soglia di povertà potrebbe rappresentare una misura di sollievo economico.
«A parte che il finanziamento è previsto solo per il primo anno e poi non si sa cosa succederà, il tema della povertà è molto serio e andrebbe affrontato in modo diverso».

Quale è la sua alternativa?
«Intervenire sul lavoro, abbassando le tasse e sostenendo le imprese, se ci affidiamo all’assistenza non riusciremo a risolvere il problema ma solo a suscitare illusioni: molti che pensano di poterne beneficiare scopriranno di non averne il diritto».

Il provvedimento prevede il reintegro nel mondo del lavoro con tre offerte occupazionali a chi riceve il reddito: è d’accordo su questo punto?
«Se ci fossero davvero tre possibilità di lavoro non ci sarebbe bisogno del reddito di cittadinanza. Avrei anche non poche perplessità sul ruolo dei centri per l’impiego».

Di che tipo?
«Sono dei carrozzoni, le statistiche dicono che riescono a procurare lavoro solo nel 3% dei casi, chi vuole un’occupazione si rivolge alle agenzie interinali o si affida al passa parola».

Il reddito potrebbe incentivare i consumi.
«Sì, ma non riuscirà a creare stabilità e progettualità nelle famiglie. Alla fine è una partita di giro, si danno soldi ai cittadini che sono obbligati a spenderli in determinate direzioni».

I soldi si potranno utilizzare liberamente.
«Non è così, alcune voci non si possono usare: siamo arrivati al punto che c’è uno Stato che si erge a moralizzatore».

Non c’è proprio nulla da salvare?
«E’ molto difficile salvare qualcosa. Se fosse stato ben organizzato forse sì ma c’è una confusione che mi preoccupa».

I 5 Stelle dicono che nei Paesi evoluti esiste il reddito di cittadinanza.
«Esiste in alcuni Paesi che sono organizzati in modo diverso dal nostro, hanno una economia diversa. Qui siamo in un contesto negativo, non credo proprio che avremo ricadute positive».

«Mi aspetto domande da San Siro e Corvetto»
Corrado (5 Stelle): «Ci sarà un aumento del Pil e dei consumi»

Per i 5 Stelle è arrivato un momento importante, domani parte il provvedimento più voluto dal movimento e, al tempo stesso, più in grado di suscitare polemiche. Gianluca Corrado, candidato sindaco di Milano dei pentastellati nel 2016, illustra a Mi-Tomorrow quali saranno gli effetti del reddito di cittadinanza.

Il giorno tanto atteso è arrivato…
«Inizia un processo per il quale eravamo impegnati da anni, molti dicevano che non poteva essere fatto ma noi l’abbiamo fatto».

E’ un provvedimento nuovo, che impatto avrà?
«Intanto ricordo che esiste nell’85 per cento dei Paesi europei. Abbiamo dei dati che dimostrano come il reddito di cittadinanza migliorerà la condizione delle persone e delle famiglie».

Ci saranno davvero effetti positivi?
«Basandoci sulle valutazioni effettuate dai tecnici posso dire che ci sarà un aumento del Pil e dei consumi che porterà ad una migliore qualità della vita».

C’è il rischio che qualcuno faccia il furbo?
«Siamo in Italia, qualcuno ci proverà. La domanda vera è se questo provvedimento sarà sufficiente e riuscirà ad evitare le situazioni di illiceità».

Potrebbe essere l’occasione per un sussulto di senso civico?
«Noi ce lo auguriamo. Sappiamo che non c’è una questione territoriale, come dimostrano le truffe assicurative dove il Veneto si trova al primo posto, ma un problema di fondo che riguarda tutti».

Quale sarà l’impatto su Milano del reddito di cittadinanza?
«Milano è una delle città più produttive, ma anche quella con la maggiore distanza tra centro e periferia, ci sono molte persone che vivono in condizioni difficili: non esiste solo Porta Nuova, qui le differenze tra ricchi e poveri sono più ampie che altrove».

Una ricerca recente del Sole 24 Ore dimostra che Milano è al primo posto in Italia per qualità della vita.
«E’ vero ma a patto di guadagnare 6.000 euro, come ha dimostrato un altro studio sul tema».

Dove le domande saranno più numerose?
«Zone come San Siro, per quanto riguarda le case popolari, o Corvetto: ci sono le classi sociali che vivono nelle periferie, nelle zone popolari, c’è un’altra Milano che vive con grandi difficoltà».

La seconda parte del provvedimento prevede il reinserimento nel mondo del lavoro: funzionerà?
«Riguarda la formazione e l’occupazione: in alcune regioni, come la Lombardia, i centri per l’impiego sono partiti, altrove non sono al passo. Ci sarà il tempo per renderli operativi». GS

Mauro Piersante
49 anni, operaio
Il mio sospetto è che solo pochi di coloro che faranno richiesta ai Caf potranno davvero accedere al reddito di cittadinanza. Un’altra perplessità è rappresentata dalla dichiarazione Isee che si deve presentare assieme alla domanda: ho l’impressione che possa scoraggiare non poche persone, non sempre i redditi equivalgono al patrimonio di una persona o di una famiglia.

Salvatore Cassina
44 anni, operaio
Mi sembra un’idea buona che però è stata realizzata male. Faccio un esempio: se si offre un posto di lavoro a Milano a un ragazzo del sud non si considera che dovrebbe anche procurarsi una casa, mantenersi, cosa non facile in questa città molto cara. Forse sarebbe meglio, se si vuole aiutare i poveri, investire nel mondo del lavoro, con forme di agevolazioni.

Ettore De Stefani
44 anni, operaio
Non è una cosa cattiva però è fatta male. Il Governo ha caricato questo provvedimento di troppe aspettative, non so che effetti possa produrre, è presto per dirlo, bisogna aspettare almeno un anno. Spero di sbagliarmi ma credo che i risultati non saranno eccezionali. Ad ogni modo si può provare, è meglio di tante altre cose che si sono viste in questi anni.

Francesco Mereu
60 anni, tecnico telefonico
Sono di parte, mio fratello che vive in Sardegna farà la domanda. Io sono d’accordo con il provvedimento ma so anche che tra gli italiani ci sono i furbi: detto questo c’è tanta gente che sta male e il reddito di cittadinanza può essere un sollievo. L’importante è che arrivi poi anche l’offerta di lavoro e che funzionino al meglio i centri per l’impiego.

Gennaro Brunetti
59 anni, dipendente sindacale
Esiste già il reddito di inserimento, secondo me bisognava operare in modo diverso. Vediamo i risultati, può avere effetti benefici sulle famiglie in stato d’indigenza ma resto scettico sul meccanismo di funzionamento: che succede a una famiglia che si trova con un reddito Isee tra i 9 e i 12 mila euro? Si trovano fuori dalla possibilità di ottenere i sussidi?

Vincenzo Greco
50 anni, dirigente sindacale
E’ un tema che non ho approfondito, il governo dice che servirà per il rilancio dell’economia: vediamo. Io non ho pregiudizi, credo solo che andrebbe accompagnato da altre iniziative come ad esempio gli investimenti, l’allestimento di strutture adeguate. Il rischio è che i poveri non vengano aiutati in termini strutturali.


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