Gretaful, in sciopero per il futuro

sciopero per il futuro
sciopero per il futuro

Studenti di nuovo in piazza domani in tutta Italia e nel resto del mondo per il terzo sciopero per il futuro, mobilitazione che chiede a governi e organizzazioni internazionali di cambiare passo in tema di cambiamenti climatici e riscaldamento globale.

 

Le tappe. Lo sciopero, sostenuto da molti scienziati, è figlio diretto dei Fridays for future, movimento che ha nella sedicenne attivista svedese Greta Thunberg la sua paladina. Attenta da sempre alla tematica ambientale e colpita dalle ondate di calore e dagli incendi che nell’estate 2018 interessarono il suo paese, Thunberg decise di non presentarsi più a scuola il venerdì fino alle successive elezioni e di andare davanti alla sede del Parlamento svedese per chiedere al governo di fare qualcosa contro il cambiamento climatico.

All’inizio era da sola e qualcuno bollò la cosa come la bizzarra iniziativa di una ragazzina destinata a esaurirsi nel breve volgere di pochi giorni, al massimo settimane: invece, le persone al fianco di Greta sono aumentate sempre più e la protesta da locale è diventata globale, sfruttando anche i social network.

In giro per il mondo, a più riprese, ultimo in ordine di tempo il duro intervento pochi giorni fa al Climate action summit all’Onu, Thunberg ha strigliato i grandi della Terra, mettendoli di fronte alle loro responsabilità e chiedendo di rispettare il finora disatteso Accordo di Parigi del 2015 e le raccomandazioni dell’Intergovernmental panel on climate change.

Di passare, insomma, dalle parole (tante) ai fatti (pochi finora), anche perché il tempo scarseggia: l’anno prossimo i vari paesi devono finalizzare i piani climatici nazionali e tra undici anni scadono gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Resta ancora moltissimo da fare in materia di contrasto ai cambiamenti climatici: dalla decimazione dell’utilizzo dei combustibili fossili alla trasformazione del sistema di produzione alimentare, dal contenimento dell’aumento della temperatura media globale entro un massimo di 1,5°C rispetto all’era pre industriale alla riduzione del consumo di suolo.

Le iniziative. Un’assenza, quella degli studenti domani dalle aule scolastiche, che le scuole possono considerare giustificata stante il valore civico dell’evento, come da indicazione ministeriale, che diventa presenza: un grido che si leva forte ancora una volta per dimostrare la voglia di essere parte attiva del cambiamento, contrastando un silenzio colpevole.

Studenti in corteo a Milano per Fridays for future
Studenti in corteo a Milano per Fridays for future

Erano 1,4 milioni nel mondo le persone in piazza al primo sciopero di marzo, 2,3 a maggio: la mobilitazione di domani si preannuncia assai più imponente, anche in Italia, dove sono tante le iniziative in programma.

A Milano, dove è in corso, peraltro, la Green Week, doppio corteo da largo Cairoli: alle 9.30 quello degli studenti, aperto, in realtà, a chiunque voglia pacificamente partecipare; alle 18.00 la marcia cittadina promossa dalla rete Milano per il clima. Iniziative in programma anche nell’hinterland: la mappa ufficiale degli eventi è su fridaysforfutureitalia.it/27-settembre.

Occhio ai mezzi pubblici
Agitazione degli autonomi al mattino e in serata

Sempre nella giornata di domani la Confederazione Unitaria di Base Trasporti (Cub Trasporti) e l’Organizzazione Sindacale Sol Cobas hanno proclamato uno sciopero di 24 ore dei lavoratori Atm. L’agitazione del personale viaggiante e di esercizio sia di superficie sia della metropolitana è prevista dalle 8.45 alle 15.00 e dalle 18.00 al termine del servizio.

Nel corso del 2019 gli scioperi indetti da queste sigle sindacali non hanno mai registrato più del 17 per cento di adesione da parte dei lavoratori. Per monitorare in tempo reale l’operatività dei mezzi di superficie e delle linee della metropolitana è bene consultare il sito atm.it o i canali social di Atm.

Anche le startup si muovono
L’APPELLO DI LEXDO.IT, BUILDO E BANKSEALER

Le startup sono il business del futuro, ma non può esserci un futuro per il business se non c’è un futuro per il pianeta: questo il messaggio lanciato da Lexdo.it, realtà milanese di servizi legali automatizzati online, che, assieme ad altre due startup meneghine, buildo e Banksealer, aderisce all’iniziativa #FridaysForFuture.

«Vogliamo amplificare il messaggio, riunendo gli sforzi di tutte le startup italiane dietro a un unico striscione: le startup sono un simbolo di come cambiare sia possibile e necessario per il progresso e per garantire a tutti un futuro migliore – spiegano da Lexdo.it – Con le nostre idee e aziende stiamo cercando di immaginare il mondo di domani, ma siamo consapevoli che il pianeta è in pericolo e che è necessario intervenire subito. Per questo invitiamo tutte le startup italiane a partecipare allo sciopero globale per il clima di domani: diamo il nostro contributo e facciamo sentire la voce delle #startupsforfuture!».

«Dobbiamo agire ora»
Meggetto (Legambiente): «L’impegno dei giovani è un segnale positivo»

A colloquio con Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia (lombardia.legambiente.it): l’associazione, oggi a mezzogiorno, ha organizzato un flash mob in piazza Duomo, all’angolo con via dei Mercanti, inscenando un tiro alla fune e coinvolgendo i passanti nella lotta simbolica tra bidoni di petrolio e fonti rinnovabili come pannelli solari, pale eoliche e tetti verdi.

Come vede il movimento coagulatosi attorno alla figura di Greta Thunberg e la mobilitazione dei ragazzi?
«È bellissimo vedere così tanti giovani mettersi in gioco: è un fatto davvero eccezionale, che va oltre ogni nostra possibile previsione. L’impegno, che è nato anche grazie a Greta e al modello che questi ragazzi hanno trovato davanti a loro, non si limita a qualche mero slogan, ma ad azioni concrete: abbinare la visione alla concretezza fa capire quanto siano cambiati i tempi e come sia maturata la consapevolezza attorno a un problema enorme come quello dei cambiamenti climatici».

A “Puliamo il mondo” si son visti tanti giovani…
«È vero, a Milano sono scesi in campo quattromila ragazzi di trenta istituti scolastici per prendersi cura del territorio in cui si vive e ripulire dai rifiuti abbandonati strade, cortili, parchi. Siamo rimasti molto colpiti dalla grande partecipazione sia nei nostri circoli locali, sia da parte di gruppi e associazioni private, tra cui anche varie aziende, che ci hanno chiamato desiderosi di fare un’azione nel loro territorio».

Siamo davanti a un risveglio delle coscienze?
«È un risveglio, diciamo, dell’attivismo sociale, che non si è mai sopito, per la verità, ma che sembrava relegato solo a una fascia più organizzata di società civile: oggi abbiamo, invece, la riprova che tutti possono fare tanto per dare una mano all’ambiente e per rivendicare il diritto di stare in un territorio sano e pulito».

Il problema sta nella velocità con cui s’interviene: quali sono le priorità nel mare magnum dei possibili interventi a contrasto dei cambiamenti climatici?
«Bisogna, innanzitutto, ribadire che dobbiamo agire in fretta: siamo troppo lenti, mentre occorrerebbe una certa velocità nell’affrontare i problemi. È arduo dire quali temi siano da affrontare per primi: credo che la questione delle emissioni in atmosfera sia da considerare prioritaria. Se scendiamo nella nostra realtà, quella di Milano e della Lombardia, ciò significa, per esempio, avere delle case efficienti, che non inquinino a vari livelli la nostra aria, e togliere i riscaldamenti a gasolio».

Poi?
«C’è il tema della mobilità: muoversi in modo diverso e più sostenibile è ormai diventato un imperativo e a Milano lo sappiamo bene».

Come si sta comportando, dal suo punto di vista, l’Italia su queste tematiche?
«Non abbiamo ancora un Piano energetico nazionale: tutti, ministro dell’Ambiente Costa incluso, parliamo di fermare il cambiamento climatico, ma ci vogliono poi dei piani che facciano capire quale sia la direzione in cui si vuole andare, perché, senza quelli, vengono penalizzati gli investimenti e le azioni di imprese e cittadini che vogliono fare qualcosa di positivo».

E in Lombardia?
«Il quadro è più o meno lo stesso, forse con qualche passo in avanti in più: qualcosa sul fronte energetico si sta muovendo, abbiamo programmi regionali che in qualche modo ci indicano la via, ma ora è il momento di passare alla concretezza. Occorre che, dal punto di vista degli obiettivi di Regione Lombardia, si punti più in alto e serve anche che tutto ciò venga recepito dalle Province, dalle Città metropolitane e dai Comuni, chiamati non solo a trasmettere messaggi positivi ai cittadini, ma anche a mettersi per primi a compiere azioni virtuose di contrasto ai cambiamenti climatici».

PICCOLI GESTI PER GRANDI AZIONI QUOTIDIANE

1) Guidare meno e optare, appena possibile, per la bicicletta

2) Ridurre il consumo di carne

3) Fare docce più brevi (5 minuti) e chiudere il rubinetto mentre ci si spazzola i denti

4) Scegliere prodotti locali

5) Riusare, riciclare e fare (bene) la raccolta differenziata

6) Spegnere le luci, quando non necessarie, e acquistare lampadine a Led

7) Staccare la spina e non lasciare in stand-by gli elettrodomestici

8) Contrastare la “fast fashion”, facendo durare a lungo i vestiti

9) Optare per bottiglie e borracce riutilizzabili

10) Portare la borsa della spesa da casa

(Fonte: campagna Onu ActNow)


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