Affitti brevi? Senza anticorpi

Per essere combattuto, un virus necessita di un antidoto o di anticorpi resistenti. Gli stessi che servirebbero come il pane al più grande malato italiano: l’economia

affitti brevi
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Affitti brevi? Senza anticorpi. Le nubi all’orizzonte si fanno sempre più fitte e cupe. Secondo il Ref Ricerche il Pil italiano solo in questo primo trimestre del 2020 subirà una flessione compresa tra l’1 e il 3 %. Tradotto in euro significa una perdita quantificabile tra i 9 e i 27 miliardi di euro.

 

Uno dei settori più colpiti sarà sicuramente il turismo ormai in preda ad una crisi senza precedenti. Gli effetti iniziano già a farsi sentire su Milano. Il classico appuntamento primaverile del Salone del Mobile è slittato a giugno generando una perdita economica per il capoluogo stimata in 120 milioni di euro.

Le prenotazioni nelle varie strutture ricettive sono in picchiata e sono in molti a domandarsi se sarà possibile un recupero per la stagione estiva ormai non così lontana.

Affitti brevi, la pecora nera

Nel settore del turismo però ci sono operatori che rischiano di essere svantaggiati più di altri, ovvero i gestori di appartamenti destinati agli affitti brevi. Lo scorso venerdì il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto legge che dispone misure urgenti a sostegno dell’economia nelle zone colpite dal coronavirus.

Tra queste una delle più importanti, che sarà estesa inoltre a tutta la penisola, riguarderà il comparto alberghiero. Per far fronte ai cali di prenotazione – in alcuni casi oltre il 90 % – verranno sospesi i versamenti delle ritenute fiscali Irpef e i contributi previdenziali Inps. Dal provvedimento però potrebbero rimanere esclusi proprio gli affitti brevi.

L’estensione o meno del provvedimento non preoccupa tanto i privati che autonomamente fittano le proprie abitazioni sui principali portali come Airbnb. Sulle colonne di Mi-Tomorrow si è già parlato del problema della mancanza di regolamenti stringenti per il settore, i quali si rispecchiano spesso e volentieri nell’evasione delle tasse comunali.

Il problema principale riguarderà le cosiddette società di property management che gestiscono gli short term per conto terzi. Queste in quanto società registrate con personale alle proprie dipendenze sono soggette al versamento degli usuali contributi.

Esiste però un cavillo burocratico riscontrabile nella denominazione del loro codice ATECO: per la legge italiana sono semplicemente società di servizi extra alberghiere. Se il legislatore non estenderà il provvedimento, gli affitti brevi potrebbero restare clamorosamente esclusi dagli aiuti.

Affitti brevi, 10 domande a Marco Celani di Italianway

Marco Celani
Marco Celani

«Record negativo che preoccupa»

Com’è al momento la situazione degli affitti brevi a Milano?
«Preoccupante. Nell’ultima settimana di febbraio abbiamo registrato un nuovo record negativo. Le prenotazioni sono calate del 68% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso».

I cali riguardano solo Milano e la zona rossa?
«No, è una situazione generalizzata. Siamo presenti in altre 60 località in Italia ed i cali si registrano praticamente ovunque. Anche a Roma le perdite sono pesanti, nonostante i casi di coronavirus sono pressoché nulli».

La causa è la paura che si sta generando all’estero?
«Gli stranieri ormai temono di venire in Italia. Per noi è un danno importante: oltre la metà della nostra clientela proviene dall’estero».

Quali stranieri sfruttano di più il vostro servizio?
«Cinesi e russi rappresentano rispettivamente il 3,5 e il 6,5% degli arrivi. Per i primi hanno chiuso le frontiere, mentre per i secondi le agenzie di viaggio hanno smesso di vendere pacchetti verso l’Italia».

Prospettive per il futuro?
«Molto cupe. Secondo un nostro studio di settore nei prossimi due mesi subiremo anche perdite maggiori».

Lo slittamento del Salone del Mobile non aiuta?
«Per nulla. Statisticamente aprile è il mese più ricco per la nostra attività. Lo slittamento a Giugno rappresenta per noi un bel colpo. Anche se recupereremo parte delle prenotazioni in quel mese, il buco generato si farà comunque sentire».

C’è pericolo di contagio usufruendo delle vostre strutture?
«No, il cliente entra in una struttura in cui non avrà contatti con altre persone. Inoltre i dati confermano che il virus all’esterno di un corpo sopravvive al massimo 3 ore. Tra check-out e check-in il lasso di tempo è maggiore».

Fate qualcosa in particolare per rassicurare i clienti?
«Nonostante non ci sia pericolo, abbiamo raddoppiato i nostri servizi di igienizzazione. Tutti gli operatori sono dotati di guanti e mascherine».

Cosa pensa dei nuovi provvedimenti in aiuto al turismo?
«Le misure sono necessarie in un momento così delicato. Il punto è che non sappiamo se il legislatore le estenderà anche al nostro settore».

In che senso?
«La nostra società, come tutte le altre di property management, è registrata legalmente come società di servizi extra alberghiera. A livello legislativo siamo diversi dalle strutture alberghiere. C’è da capire se questa differenza influirà o meno».

180 milioni
il giro di affari in euro generato dagli affitti brevi a Milano nel 2019

19%
il calo di prenotazioni registrato nel mese di febbraio, quasi tutto concentrato nell’ultima settimana

43 milioni
la stima delle perdite per i mesi di marzo ed aprile

Fonti: Italianway, Politecnico di Milano

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