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28. 03. 2024 12:15

A Milano il Tribunale dei Brevetti, Mainini: «Ci hanno dato una sede, ma è un’occasione persa»

Arriva Milano una parte della Divisione Centrale del TUB: cosa cambia e perché «non è il caso di esultare»

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Alcune indiscrezioni avevano diffuso il pessimismo sull’assegnazione a Milano della terza sede del Tribunale dei Brevetti. Si temeva un esito tipo Ema del 2019 con Milano di nuovo beffata al fotofinish poi la buona notizia comunicata dal ministro degli esteri Antonio Tajani: il Governo italiano ha concordato con Francia e Germania di istituire a Milano la sezione distaccata della Divisione centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB).

Arriva Milano una sede (distaccata), la terza del Tribunale dei Brevetti: cosa cambia e perché «non è il caso di esultare»

La sezione milanese giudicherà sui contenziosi che riguardano i brevetti unitari da tutti i Paesi europei che fanno parte del TUB. A questa scelta si è arrivati in seguito alla Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Il trattato istitutivo prevedeva tre sedi tra cui Londra, per cui si è resa necessaria una ricollocazione. Il prossimo appuntamento è per il 2026, quando sarà verificato il corretto funzionamento e si deciderà di correggerne eventuali squilibri. Per Milano e la Lombardia si tratta di una bella occasione. La Regione è il principale centro di ricerca e sviluppo e brevettazione in Italia, è la prima per spese in ricerca e sviluppo con 4.904.426.000 di euro.

Ma non è tutto, la Lombardia ha il maggior numero di brevetti per invenzione industriale concessi a livello nazionale: nel 2019 sono stati ben 3.168 su 8.607 brevetti rilasciati in Italia. Vanta anche il maggior numero di consulenti brevettuali, avvocati e esperti in proprietà industriale. Da tenere presente anche che la Lombardia ospita il 26,9% delle start-up italiane: in particolare, Milano ne ha 2.759 e rappresenta anche il 27% della ricerca scientifica italiana.

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Dove sorgerà
Una struttura in pieno centro

Una delle ragioni su cui Milano contava per aggiudicarsi il Tribunale dei Brevetti è il fatto di potere vantare una sede per ospitarlo. Si tratta di una struttura di 850 metri quadrati situata in via San Barnaba -Via Pace, nella sezione lavoro del Tribunale di Milano. Ma non è tutto, la città e la Lombardia in generale vanta altre ragioni, come la migliore interconnessione con l’Europa: tre aeroporti (Malpensa, Linate, Orio al Serio), il trasporto ferroviario con la Stazione Centrale bene collegata con la città. Altro dato importante, Milano è la sesta città al mondo per miglior sistema di mobilità interna.

 

 

L’avvocato Mainini commenta l’assegnazione del Tribunale dei Brevetti: «Lo useremo al meglio, ma sono solo competenze residuali, il governo poteva fare di più»

Tribunale dei Brevetti

Esperta di anticontraffazione, ha seguito passo per passo l’iter di assegnazione della sede del tribunale dei brevetti. Daniela Mainini è una delle voci più autorevoli per giudicare una vicenda che suscita pareri contrastanti.

Avvocato, qual è la sua opinione sull’assegnazione della sede a Milano?
«Non è il caso di esultare».

Perché?
«Ci spettava di diritto. Il trattato istitutivo del Tribunale dei Brevetti del 2012 aveva previsto tre sedi, Parigi per l’elettronica, Monaco per la meccanica e Londra per la farmaceutica che, dopo la Brexit, ha chiuso».

Secondo il Trattato saremmo dovuti subentrare a Londra?
«Sì, era un atto dovuto».

Questo è avvenuto. Perché allora è così delusa?
«Perché le competenze chimico-farmaceutiche passeranno a Parigi, la sede di Milano sarà svuotata».

Cosa è previsto per la sede di Milano?
«Competenze residuali».

Una beffa?
«Direi che si tratta di uno schiaffo inferto a un Paese che è la sede del 52% dei farmaci prodotti in Europa».

Eppure il governo ha parlato di successo.
«Questo è quello che dicono, la questione vera non è la sede, ma le materie che ci vengono affidate».

E’ possibile rivedere questa decisione?
«Credo che nel 2026 sarà possibile una ridistribuzione delle competenze».

E’ una speranza su cui contare?
«No, è una speranza flebile, sarà molto difficile che Monaco e Parigi possano cedere competenze».

Sono stati commessi errori?
«Certo e non solo da parte di questo governo, bisognava realizzare un’azione politica forte da cinque anni, da quando era noto che Londra avrebbe perso la sua sede».

E’ una grave perdita per Milano?
«Abbiamo perso un hub dell’innovazione, purtroppo non è stata valutata appieno l’importanza del TUB: ci sarebbe voluta una cooperazione rafforzata, un maggiore coinvolgimento degli esperti di diritto dei brevetti».

Sala e Fontana come si sono comportati?
«Hanno fatto tutto quello che potevano fare, devo dire che Comune e Regione quando c’è di mezzo l’interesse del territorio lavorano bene ma non basta quando si giocano partite di questo tipo: o si muove la presidenza del Consiglio o si rischia di raccogliere le briciole».

Milano ha comunque una sede, “piutost’ che nient’ l’è mej piutost”: è d’accordo?
«Certo, la useremo al meglio anche se ribadisco che si tratta di un’occasione persa. Ci rimboccheremo le maniche, la Corte Centrale va comunque a Milano, è anche una mia soddisfazione personale».

In che senso?
«Lavoro per questo traguardo dal 2011».

Cosa possiamo imparare da quanto successo?
«Bisogna capire per tempo l’importanza di queste cose e sapersi muovere, ognuno deve fare ciò che gli compete, solo con un coordinamento efficiente si può arrivare a raggiungere obiettivi come il Tribunale dei Brevetti».

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