Parte da Milano un progetto di sostegno allo studio di Fondazione Mission Bambini, realtà che da vent’anni opera ogni giorno per sostenere l’infanzia in difficoltà. Potenziamento della strumentazione informatica e sostegno psicologico per 400 bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado nei contesti svantaggiati di Bruzzano, Comasina, Niguarda e Maciachini.
Il senso. Laptop, tablet, cellulari, schede telefoniche, pc con connessione a Internet per le famiglie in difficoltà che hanno l’esigenza e l’urgenza di gestire i compiti a casa ma non sono in grado di dotarsi della strumentazione necessaria, il tutto arricchito da un servizio di assistenza da remoto di operatori della fondazione. Qualcuno potrebbe chiedersi: perché ora, in piena emergenza coronavirus?
La risposta è che è proprio in questo periodo rischiano di acuirsi le fragilità delle famiglie, innescando un’emergenza nell’emergenza: i bambini e le famiglie in condizioni di disagio socioeconomico non possono frequentare come fanno abitualmente i centri di aiuto allo studio, spesso l’unica barriera all’addio ai banchi, e fermare l’intervento educativo può penalizzare ulteriormente chi vive già una condizione di disagio, con costi sociali enormi per un’intera generazione di studenti e per le comunità. Senza dimenticare che la carente digitalizzazione di alcuni contesti svantaggiati e l’insicurezza o addirittura la paura dettata dall’isolamento forzato possono avere pesanti ricadute psicologiche, da gestire nell’immediato, ma anche a emergenza finita.
Agire. Serve, insomma, agire e farlo ora. Il progetto di potenziamento della strumentazione informatica e sostegno psicologico, avviato ora a Milano, sarà esteso a breve anche nei quartieri più difficili di altre città dove Mission Bambini è già presente, come Torino, Padova, Napoli e Catania. Attivata su retedeldono.it anche una campagna di raccolta fondi. Il titolo? Covid-19: l’educazione non si ferma. Imperativo presente e sguardo al futuro.
«Aumentata la diffidenza verso gli stranieri» Barenghi: «Attenzione al gap tecnologico e sociale»
«La stragrande maggioranza delle raccolte fondi in questo momento sono giustamente concentrate sull’emergenza sanitaria – spiega a Mi-Tomorrow Alberto Barenghi, responsabile Progetti di Fondazione Mission Bambini –: noi che abbiamo un focus, soprattutto in Italia, sull’educazione, riteniamo importante e doveroso ragionare sul gap formativo e, quindi, sull’impatto sociale che questa situazione può provocare, colpendo in particolare bambini più fragili, già a rischio d’insuccesso scolastico e che alla ripresa delle lezioni potrebbero trovarsi davanti una montagna difficilissima da scalare».
Mission Bambini: l’intervista ad Alberto Barenghi
Siamo in una società iperconnessa e già da tempo si riflette se ciò aumenti le possibilità d’inclusione o, viceversa, rischi di allargare la forbice sociale: cosa ne pensate, alla luce anche dell’attualità?
«La situazione in cui tutti sono connessi ha fatto emergere fragilità forti delle famiglie su questo tema: sembra scontato che tutti a casa abbiano a casa un pc, un tablet e una connessione a Internet; in realtà, l’emergenza di queste settimane ha fatto emergere situazioni di carenza di strumenti: ecco perché, accanto a centri di studio e scuole, stiamo rispondendo ai bisogni delle famiglie, caso per caso».
C’è il rischio concreto che si acuiscano le distanze tra le famiglie e, di conseguenza, tra bambini e ragazzi e il mondo della scuola?
«Sì, il rischio c’è. Al di là del digital divide, un elemento che abbiano notato è che è aumentata la diffidenza nei confronti degli stranieri: se già prima la situazione non era rosea, questo virus arrivato da lontano, dalla Cina ha peggiorato il quadro e, a emergenza finita, temo si dovrà lavorare molto e con cura per ricucire il tessuto sociale, ripartendo non da 0, ma da -1, -2».
Il tutto in un Paese, l’Italia, dove, secondo una recente indagine di Mani Tese, 1 bambino su 7 è a rischio abbandono scolastico. Si pensa sia solo un problema del Sud: c’è da preoccuparsi anche a Milano e in Lombardia? «A Milano sicuramente la situazione non è così evidente come può esse are Napoli e Catania, ma anche qui è un problema che va affrontato, facendo rete con le istituzioni. Abbiamo una forte presenza a Milano, specie nel Municipio 9, dove, tra il 2016 e il 2019, abbiamo realizzato il progetto 9+, finanziato da Fondazione Cariplo, che si è occupato anche del tema della dispersione scolastica con progetti dedicati a ragazzi a rischio di abbandono».