Se basta una coda per i taxi a scatenare l’inferno

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Il caso della fila serale a Linate in attesa di un taxi, fotografata e pubblicata sulla nostra pagina Facebook poco dopo le 23.00 di sabato scorso, ha sollevato ancora una volta un polverone da parte dei tassisti. Al di là delle accuse piovute su Mi-Tomorrow, è la spia di una guerra ancora aperta tra tassisti, da una parte, e noleggiatori, gli Ncc che lavorano anche e non solo con piattaforme come Uber.

LA LEGGE • Sono vent’anni che si parla di una riforma del settore, di una nuova legge sulle liberalizzazioni, ma poi, da parte di qualunque Governo, tutto è rimasto sostanzialmente invariato. Ci pensa ogni tanto l’Antitrust a dare qualche direttiva per il mercato, come quella della scorsa estate, che ha tolto valore alle clausole di esclusiva che molte cooperative radiotaxi impongono ai loro aderenti. Impedendo loro di offrire corse tramite canali diversi fra cui le applicazioni come myTaxi.

L’Autorità ha imposto di modificare gli accordi tra cooperative e consociati facendo cadere ogni vincolo e aprendo alla possibilità da parte di un tassista di diversificare la propria giornata lavorativa. Siamo comunque sempre di fronte allo stesso punto: la lotta tra un settore chiuso e uno aperto. Da una parte le auto bianche, dall’altra quelle nere. In mezzo ci sono i passeggeri che pretendono sempre di più servizi migliori, rapidi e magari economici.

I NUMERI • In ballo spesso ci finiscono i soldi, ovvero i costi che un tassista e un noleggiatore devono sostenere per la professione. Provando a chiarire la questione, si ricorda che per fare il tassista, così come un Ncc, servono ovviamente una patente B o superiore, un certificato professionale ottenibile dalla Motorizzazione Civile, la frequentazione ad un corso presso una scuola guida, con esame finale. Quindi va fatta l’iscrizione al ruolo di conducente pubblico, con esame (scritto e orale) di competenza della Camera di commercio. Poi le strade possono dividersi. Il tassista, infatti, deve acquisire una licenza che il Comune rilascia gratuitamente tramite concorsi. Ma questi bandi vengono aperti molto raramente.

Da qui il tema del reperimento sul mercato della licenza, che ha un costo stimato non meno di 180.000 euro. L’ammortamento medio di quest’importo è di circa 15 anni. Questo costituisce il Tfr del tassista, che, proprio per questo motivo, da sempre osteggia la liberalizzazione delle licenze, temendo una secca perdita di valore della propria. Pier quanto riguarda il conducente Ncc, è necessaria che ottenga dal Comune un’autorizzazione, iscrivendosi al ruolo presso la Camera di Commercio e superando un esame. Vige anche qui il mercato delle licenze tra privati, visto che i bandi sono sempre rari. In questo caso il costo medio è di circa 80.000 euro.

Il Comune di Milano stabilisce chiaramente che per il servizio di noleggio con conducente occorre mantenere due parametri: il costo del servizio deve essere preventivamente e direttamente concordato tra gli utenti e i noleggiatori prima dell’avvio del servizio e non può essere, dunque, una semplice stima, i noleggiatori non possono attendere le chiamate sostando su pubblica via (caratteristica riservata ai taxi), ma nella propria autorimessa.

LA CASSA • I guadagni di un tassista possono essere redditizi. Partendo dalle tariffe imposte e ipotizzando un lavoro di dieci ore al giorno per venticinque giorni al mese, si possono toccare i 4.000 euro mensili. Le stime, però, variano a seconda dei clienti trasportati e dei chilometri percorsi. Vanno ovviamente sottratti i costi di gestione come benzina, manutenzione, assicurazione e le eventuali rate del mutuo per l’acquisto della licenza o della vettura. Gli studi di settore dicono che la media degli incassi dichiarati dai tassisti italiani supera di poco i 41.000 euro, cifra a cui vanno detratte spese per 25.000 euro. Al di là del guadagno, si torna sempre allo stesso punto: il cittadino chiede un servizio migliore, con la possibilità di scegliere.

I NUMERI

4.855
le licenze taxi rilevate a Milano

214
le licenze Ncc attive in città

41.000 euro
la media di incassi dichiarati negli Studi di Settore dei taxi

180.000 euro
la cifra minima per l’acquisto di una licenza taxi

80.000 euro
la cifra media per l’acquisto di una licenza Ncc

15
gli anni medi di ammortamento dell’investimento

«È un momento di pace sociale»
Monguzzi, Commissione Trasporti: «Domanda comunque superiore all’offerta»

Palazzo Marino è sempre stato il termometro dello stato di agitazione dei tassisti, al punto che in alcune occasioni piazza della Scala è stata presa in ostaggio dai conducenti. Adesso la situazione sembra più controllata anche se molti problemi restano sul tappeto. Carlo Monguzzi, presidente della commissione Mobilità del Comune, illustra a Mi-Tomorrow l’attuale atteggiamento dell’Amministrazione nei confronti di questo importante servizio di trasporto.

Che momento è nel rapporto tra Comune e taxi?
«E’ un momento di pace sociale, i tassisti non si lamentano e non riceviamo particolari proteste da parte dei cittadini riguardo il servizio».

Una cosa un po’ insolita, come si spiega?
«La domanda resta ancora superiore all’offerta, ai posteggi si vede che non restano mai molte auto. La mia opinione è che il surplus viene soddisfatto da altre forme come il trasporto collettivo o il car2go: per quest’ultimo basta una carta di credito, utilizzare una app e il gioco è fatto, si prende un’auto e poi la si lascia».

Chi si avvale di questi nuovi servizi?
«In modo particolare una fascia d’età che va dai 30 ai 55 anni».

Per soddisfare la domanda si potrebbe fare crescere il numero di tassisti mettendo sul mercato nuove licenze.
«A parte che non spetta al Comune aumentare le licenze, ogni volta che si è cercato di farlo in città sono scoppiati tumulti, si sono create situazioni insostenibili per la convivenza civile».

Perché è così difficile trattare con i tassisti?
«I tassisti sono organizzati in tante sigle sindacali, metterle d’accordo tutte è una cosa complicata: ricordo in passato momenti in cui eravamo in trattativa con la categoria dove ci siamo trovati con un sindacato diverso che ogni quindici giorni chiedeva un’audizione».

Quando ci sono gli eventi l’insufficienza dei taxi si fa sentire.
«In queste giornata trovare un taxi è davvero arduo anche se bisogna dire che i tassisti hanno cercato di fare fronte a queste situazioni, si sono organizzati distribuendosi meglio. Tra l’altro sotto questo punto di vista negli ultimi anni la situazione si è fatta sempre più difficile».

Per quale motivo?
«Dopo Expo gli eventi si sono moltiplicati, ormai in città c’è sempre qualcosa che si aggiunge agli appuntamenti fissi come le fiere, i congressi e altre iniziative».

I cittadini/utenti come reagiscono?
«Si sfogano con Uber e il car sharing oppure si arrabbiano».

Il problema di fondo resta il mercato delle licenze, è d’accordo?
«Certo, c’è gente che ha acquistato una licenza 25 anni fa spendendo 250 milioni di vecchie lire, logico che ne difenda il valore: è un problema nazionale, riguarda tutta la categoria non solo i tassisti milanesi».

Il Comune ha in serbo qualche misura per migliorare il servizio?
«No».

Come mai?
«Gliel’ho detto, in questo momento c’è una pace sociale, abbiamo già abbastanza problemi ai quali dedicarci».

«Servono più licenze»
Roi Mitmon
31 anni, barman
«Il servizio dei taxi in città è diverso a seconda dei giorni della settimana: nei giorni feriali va abbastanza bene ma nel fine settimana le cose cambiano, quando si esce di sera bisogna aspettare molto prima di trovare un taxi libero. La soluzione? Aumentare il numero delle licenze per soddisfare la domanda, ci vorrebbero più auto in circolazione come avviene in altre grandi città europee».

«Tempi ragionevoli»
Giorgio Zanichelli
18 anni, studente
«Non uso i taxi, per recarmi a scuola o al lavoro utilizzo i mezzi pubblici che sono molto efficienti. Nel ristorante in cui sono impiegato abbiamo una convenzione con i taxi, utilizzata in modo particolare dai clienti stranieri: di solito le auto bianche arrivano dopo dieci minuti, forse chiamando da casa arrivano prima ma devo dire che è un tempo accettabile. Sono stato a Roma, lì i taxi non mi sembrano migliori di qui».

“Scelgo l’Atm»
Lorenzo Cappi
28 anni, redattore
«Non ho mai preso un taxi in vita mia perché ritengo che il servizio del trasporto pubblico sia efficiente alla pari. Preciso che non è un problema di costi, ma solo di scelta verso i mezzi dell’Atm. Ad ogni modo la mia opinione è che una città come Milano deve essere dotata di un moderno sistema di trasporto, con i taxi all’altezza del livello che questa città ha conseguito negli ultimi anni».

«Tariffe elevate, ma…»
Enzo Zago
68 anni, imprenditore
«In città mi muovo con la mia auto, di rado prendo un taxi e in quelle poche occasioni che ho viaggiato non ho avuto motivi di lamentarmene. Posso dire che all’estero non ho trovato un servizio migliore, anzi a una volta a Parigi mi è capitato di notare sciatterie e incuria nelle auto. Ciò che ci differenzia in negativo con le altre città sono i prezzi, qui le tariffe sono decisamente più elevate».