Trenord-Regione, scontro sui numeri. L’assessore Terzi: «I dati non sottacciono ciò che non funziona»

trenord
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Si ritorna a parlare di Trenord. Un paio di settimane fa l’amministratore delegato Marco Piuri aveva espresso soddisfazione ed ottimismo per la situazione del servizio ferroviario regionale. I dati parlavano di soppressioni ridotte e di un miglioramento relativo alla puntualità dei treni.

 

Non erano proprio dello stesso avviso i pendolari intervistati da Mi-Tomorrow. E non solo quelli: il sondaggio lanciato sulla nostra pagina Facebook aveva completamente ribaltato le dichiarazioni di Piuri con l’87% ancora insoddisfatto del servizio offerto. «I dati espressi da Piuri non servono a sottacere quello che non funziona», sottolinea l’assessore alle Infrastrutture, Trasporti e Mobiltà Sostenibile della Regione Lombardia, Claudia Maria Terzi.

Claudia Maria Terzi
Claudia Maria Terzi

Si ritrova nei dati di Trenord?
«Hanno tracciato un quadro della situazione attuale, dalla quale si evince che le soppressioni si sono ridotte di due terzi, da 120 a 40 al giorno e che la puntualità è migliorata in un anno dal 75% all’82%. Si tratta di un miglioramento generale, un primo passo verso l’efficientamento del sistema».

Tuttavia le lamentele continuano.
«I dati espressi da Piuri non servono a sottacere quello che non funziona. Penso in particolare alle linee su cui si è verificato un peggioramento delle performance: per queste attiveremo dei tavoli ad hoc con Trenord e con la partecipazione dei comitati dei pendolari».

Quali sono i deficit delle linee?
«C’è un problema di vetustà che riguarda metà della flotta, ovvero quella di derivazione statale che ha 32 anni di media con punte di 45 anni, mentre la parte conferita da Regione ha 9 anni di media. E treni vecchi significa maggiore possibilità di guasti e periodi di fermo per le manutenzioni».

E le infrastrutture?
«La questione è dirimente. Troppe linee sono ancora a binario unico, non è accettabile in un territorio all’avanguardia come il nostro. Occorre che Rfi potenzi la rete per soddisfare la crescente domanda di mobilità e per efficientare davvero il servizio».

Prevede un miglioramento a breve?
«È fondamentale che ci sia. Ci deve essere. Lo chiediamo da tempo. E il Governo deve dare risposte concrete in questo senso: Rfi, lo ricordo, fa parte del Gruppo Fs che a sua volta fa riferimento al Governo. Tutti devono assumersi le proprie responsabilità».

E la Regione come si muove?
«La Regione investe molto sulla rete di sua competenza, ovvero i 330 chilometri gestiti da Ferrovie Nord. Anche l’opposizione riconosce che l’infrastruttura di Fn è più efficiente: sono in corso investimenti importanti nell’ordine di 400 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 260 milioni di interventi previsti».

L’arrivo dei nuovi treni previsti per il 2020 migliorerà la situazione attuale?
«I nuovi treni consentiranno di ridurre i disagi legati al funzionamento del materiale rotabile. Treni più nuovi significa, ribadisco, meno possibilità di guasti ai mezzi, più comfort per i viaggiatori e anche una maggiore attenzione all’ambiente».

Ma non sarà sufficiente.
«I nuovi treni, se la rete non viene efficientata, incidono positivamente ma fino ad un certo punto. Per il salto di qualità definitivo occorre considerare entrambi i fattori: infrastruttura e materiale rotabile».

I pendolari si lamentano anche delle nuove tariffe. Che ne pensa?
«La fuga in avanti dell’Agenzia Tpl di Milano ha generato storture al sistema e disagi cui oggi la Regione sta concretamente cercando di porre rimedio. Anzitutto rimborsando integralmente i pendolari monomodali storici, i quali riceveranno un bonifico sul loro conto corrente che copre la differenza tra il costo del vecchio abbonamento treno e il costo dell’abbonamento integrato».

Il principale oggetto della discordia è il vecchio abbonamento “Solo Treno”.
«Mantenere quei titoli di viaggio avrebbe significato applicare un rincaro del 10% l’anno per i prossimi 5 anni su tutto il territorio regionale e non solo su Milano e Monza, vista la differenza tra le tariffe della gomma e quelle del ferro. Ma alcuni politici in malafede fingono di non saperlo facendo falsa propaganda sulla pelle dei pendolari».

Nel 2020 scade la concessione di Trenord. Verrà rinnovata?
«Non ho preclusioni di sorta. Valuteremo in maniera oggettiva quale possa essere la soluzione migliore. Richiamo, però, l’attenzione sul fatto che non esistano grandi alternative al di fuori di Trenord. Nel resto d’Italia l’alternativa si chiama Trenitalia o altre società regionali, che non mi pare brillino per efficienza».

Da un lato i numeri di Trenord, dall’altro le dichiarazioni dei milanesi: sulle pagine di Mi-Tomorrow del 24 ottobre scorso si era acceso il dibattito sui treni lombardi dopo le parole (a dir poco) ottimistiche di Trenord sulla riduzione di ritardi e soppressioni. Il sondaggio sulla nostra pagina Facebook aveva completamente ribaltato questa visione.

«Soppressioni ridotte e puntualità oltre l’80%». Ad affermarlo è Marco Piuri, amministratore delegato di Trenord. Il servizio ferroviario regionale è veramente migliorato?

Posted by Mi-Tomorrow on Wednesday, 23 October 2019

Monza-Milano: derby
sui rimborsi dei pendolari

All’assessore Terzi non è proprio andata giù la lettera congiunta firmata dal sindaco di Monza Dario Allevi e dal presidente della provincia Luca Santambrogio. Nella missiva inviata lo scorso 24 ottobre gli amministratori monzesi si lamentavano del fatto che i rimborsi per i pendolari monomodali fosse garantito solo agli utenti storici e che le mitigazioni introdotte fossero limitate ad un periodo di 12 mesi. La risposta dell’assessore milanese ai Trasporti non si è fatta attendere: «Ribadisco che il meccanismo dei rimborsi di Trenord per i pendolari monomodali del Milanese e nel Monzese non si limiterà solo ai prossimi 12 mesi, ma proseguirà anche nel 2021».


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